Author Archive for: SanVittore

Piano casa ed immobili condonati

27 Mag 2024
27 Maggio 2024

Una recente sentenza della C. Cost. ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del cd. Piano Casa della Sardegna, che prevedeva il calcolo volumetrico per l’ampliamento anche con riferimento agli immobili non sanati, ma solo condonati.

Nello specifico, è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione dell’art. 3 dello statuto speciale, l’art. 11, comma 1, lett. a), della legge reg. Sardegna n. 1 del 2021 che, intervenendo sull’art. 36, comma 2, della legge reg. Sardegna n. 8 del 2015, ammetteva che anche i volumi oggetto di condono edilizio siano computati nella determinazione del volume urbanistico al quale commisurare l'incremento volumetrico.

I Giudici hanno rimarcato la diversità di ratio tra la cd. sanatoria ordinaria, ex art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, e quella cd. straordinaria derivante dai tre condoni edilizi (l. 47/1985; l. 724/1994; l. 326/2003).

Personalmente la soluzione non mi pare convincente.

La lege statale, infatti, compresa l’intesa Stato-Regioni enfatizzata dalla Consulta, non vieta affatto di considerare legittimi (rectius: legittimati) anche gli immobili condonati che, pertanto, dovrebbero essere finanche modificabili con un intervento di ristrutturazione edilizia, anche se parte della giurisprudenza (amministrativa e penale) sembra ammettere solo interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, vietando ogni alterazione sostanziale all’immobile condonato esorbitante la mera conservazione del fabbricato.

Ciò detto, dato che Veneto 2050, al pari dei precedenti cd. Piani Casa della Regione Veneto, esclude dall’applicazione dei bonus esclusivamente gli edifici “anche parzialmente abusivi” (cfr. art. 3, c. 4, let. d) l.r. Veneto n. 14/2019) e, per forza di cose, un immobile condonato non è più abusivo, la soluzione prospettata dalla Consulta, per quanto autorevole, mi pare quanto meno opinabile.

Voi, cosa ne pensate?

Si ringrazia l’avv. Donata Paolini, avvocato del Comune di San Giovanni Lupatoto, per la preziosa segnalazione.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Titolarità all’istanza di cd. Piano Casa

27 Mag 2024
27 Maggio 2024

Il TAR Veneto sottolinea che la presentazione dell’istanza ai sensi della disciplina transitoria sul Piano Casa entro il 31.03.2019, comportava l’obbligo, per il privato, di dimostrare il possesso dei requisiti per ottenere il relativo titolo a quella stessa data; e pertanto, il Giudice ha annullato il permesso di costruire la cui istanza era stata presentata – nei termini – da un soggetto all’epoca non legittimato, che aveva ottenuto il relativo titolo solo anni dopo (prima però del rilascio del PdC), e che all’epoca non aveva dimostrato di avere la disponibilità dell’area oggetto di intervento.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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In arrivo un decreto legge con novità in materia edilizia

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

https://www.repubblica.it/economia/2024/05/24/news/salva_casa_sanatoria_2024_cosa_prevede_ultime_notizie-423099073/?ref=RHLF-BG-P2-S1-T1

Quale ribasso negli appalti pubblici di ingegneria e architettura? Nuove prospettive tra equo compenso e concorrenza

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Il dott. Amos Brazzoli, responsabile Area Servizi Legali di Istituto Commercio Servizi Società Benefit srl e l'avv. Giacomo Frigo, consulente legale Area Servizi Legali di Istituto Commercio Servizi Società Benefit srl, che sentitamente ringraziamo, ci inviamo l'articolo "Quale ribasso negli appalti pubblici di ingegneria e architettura? Nuove prospettive tra equo compenso e concorrenza", che volentieri pubblichiamo.

Quale ribasso negli appalti pubblici di ingegneria e architettura

Valore della CTU espletata in sede civile nel processo amministrativo e nel procedimento

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Il TAR Veneto ribadisce che i risultati della CTU espletata nel giudizio civile tra ricorrente e controinteressato, se in tale giudizio non ha preso parte il Comune, non sono a quest’ultimo opponibili.

Ciò non toglie che la P.A. potrà tenerne conto autonomamente in sede di successiva istruttoria amministrativa.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Sul riparto delle spese legali

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Il TAR Veneto, pur rigettando in toto il ricorso, ha scelto di compensare integralmente le spese legali in quanto il ricorrente si era attivato, anche fuori dal processo, per indurre il responsabile concreto dell’abuso a rimuoverlo.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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La nullità per violazione o elusione del giudicato

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che il nuovo atto emanato dalla P.A., dopo l’annullamento in sede giurisdizionale del provvedimento illegittimo, può essere considerato adottato in violazione o elusione del giudicato solo quando da quest’ultimo derivi un obbligo assolutamente puntuale e vincolato, così che il suo contenuto sia integralmente desumibile nei suoi tratti essenziali dalla sentenza. La verifica della sussistenza del vizio di violazione o elusione del giudicato implica il riscontro della difformità specifica dall’atto stesso rispetto all’obbligo processuale di attenersi esattamente all’accertamento contenuto nella sentenza da eseguire.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il cumulo tra l’azione di nullità in ottemperanza e l’azione di annullamento avverso uno stesso atto amministrativo

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Nel caso di specie, un operatore economico agiva per l’ottemperanza di una sentenza che aveva annullato una prima aggiudicazione, lamentando il carattere violativo o elusivo della seconda aggiudicazione, successivamente adottata dal Ministero; proponeva, tuttavia, anche una domanda di annullamento di quest’ultimo atto, deducendo specifiche censure intese a dimostrane l’illegittimità.

Il TAR Veneto, allineandosi all’Adunanza Plenaria, ha affermato l’ammissibilità del suddetto cumulo di domande.

L’azione di annullamento di un atto amministrativo, emanato in ottemperanza di un precedente annullamento giurisdizionale, può essere promossa in uno con l’azione di ottemperanza innanzi al giudice competente per quest’ultima, sia in quanto questi è il giudice naturale dell’esecuzione della sentenza, sia in quanto egli è il giudice competente per l’esame della forma di più grave patologia dell’atto, quale è la nullità. Naturalmente questi, in presenza di una tale opzione processuale, è chiamato in primo luogo a qualificare le domande prospettate, distinguendo quelle attinenti propriamente all’ottemperanza da quelle che invece hanno a che fare con il prosieguo dell’azione amministrativa che non impinge nel giudicato, traendone le necessarie conseguenze quanto al rito ed ai poteri decisori. Nel caso in cui il giudice dell’ottemperanza ritenga che il nuovo provvedimento emanato dalla P.A. costituisca violazione ovvero elusione del giudicato, dichiarandone così la nullità, a tale dichiarazione non potrà che seguire la improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse della domanda di annullamento. Viceversa, in caso di rigetto della domanda di nullità, il giudice disporrà la conversione dell’azione per la riassunzione del giudizio innanzi al giudice competente per la cognizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Casa di abitazione che si rivela abusiva: in base al diritto CEDU potrebbe risultare sproporzionato l’obbligo di demolirla?

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Nel caso di specie, il privato riceveva un’ordinanza di demolizione, per aver realizzato senza autorizzazione una sala da adibire a tennis da tavolo, con annessi servizi, a piano primo. Il tutto a completamento di un’edificazione, che nasceva abusiva, ma era poi sanata, destinata esclusivamente ad attività imprenditoriale, o comunque sportiva.

Il privato chiedeva al Giudice amministrativo di valutare la compatibilità della sanzione con il diritto della CEDU, in particolare sotto il profilo del difetto di proporzionalità.

Il Consiglio di Stato ha in effetti esperito questo vaglio.

Nel caso di specie, riteneva che i cd. criteri Engel fossero rispettati e che, quindi, la misura ripristinatoria fosse stata legittimamente irrogata (anche alla luce della natura “ludica” dell’abuso accertato).

Tuttavia, il Consiglio aggiungeva queste considerazioni, che forse meritano di essere attentamente meditate: “9. Laddove dunque la tutela della proprietà non venga all’evidenza ex se, ma in ragione della finalità che è destinare a soddisfare, essa può divenire prioritaria rispetto a quella del mero ripristino della legalità lesa.

9.1. Quanto detto tuttavia ha trovato valorizzazione laddove venga all’evidenza un bene primario, quale la casa di abitazione, non in relazione ad altre tipologie di funzionalità e comunque non in maniera assoluta. In tale solco si colloca anche la pronuncia della Corte EDU (sez. V, 21 aprile 2016, n. 46577/15, Ivanova e altri c. Bulgaria), richiamata dal primo giudice”.

Il Consiglio si è subito affrettato a negare qualsiasi autonomismo interpretativo tra diritto di abitazione ed esenzione dalla demolizione, anche e soprattutto quando vi siano altri interessi pubblici interessati, come quello al paesaggio.

E tuttavia, si può ipotizzare la situazione di un privato cittadino – discendente dei proprietari costruttori, senza colpa – che scopra a distanza di decenni di abitare in una casa abusiva e non sanabile, distante da qualsiasi bellezza naturale e storica, senza avere i mezzi per trasferirsi altrove, in cui la sanzione demolitoria possa essere sproporzionata?

E in quel caso, quale sanzione – se ve ne corre l’obbligo – si dovrebbe applicare?

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’ordinanza di demolizione è un atto vincolato

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Lo ha ribadito il TAR Veneto. Non rileva quindi l’omessa indicazione dell’articolo corrispondente alla sanzione demolitoria, ovvero l’erronea indicazione del privato comproprietario come cointestatario del titolo edilizio (se si tratta di un ipotesi di difformità dal titolo medesimo).

Post di Alessandra Piola – avvocato

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