Author Archive for: SanVittore

Deroga all’obbligo di arretramento degli accessi carrai

20 Set 2021
20 Settembre 2021

Il TAR Veneto ricorda che il Regolamento Attuativo del Codice della Strada ammette la deroga all’obbligo di arretramento di un metro dal filo strada degli accessi carrai, qualora l’accesso avvenga su una strada chiusa o con traffico limitato, tale da non comportare intralcio alla circolazione, e previo parere favorevole della Polizia Municipale.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Sull’influenza dei principi del diritto UE nell’ordinamento italiano

20 Set 2021
20 Settembre 2021

Nel caso di specie, la Regione rivedeva al ribasso alcune concessioni di finanziamenti europei in materia agricola, a causa di un’iniziale interpretazione eccessivamente estensiva dei requisiti di ammissione ai contributi.

Il TAR Palermo ha offerto una pregevole ricostruzione del bilanciamento tra i principi di certezza del diritto, proporzionalità e affidamento del privato – come elaborati nell’ordinamento euro-unitario – e del suo impatto nell’esercizio delle pubbliche funzioni amministrative.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Sulla limitazione della localizzazione delle antenne radio

20 Set 2021
20 Settembre 2021

Il T.A.R. Veneto si sofferma sulla localizzazione delle antenne radio, chiarendone i limiti.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Pareri legali: quando è ammesso l’accesso agli atti

17 Set 2021
17 Settembre 2021

Il TAR Veneto conferma la giurisprudenza costante del giudice amministrativo, la quale, con riferimento alla richiesta di accesso dei pareri legali, ne riconosce l'ostensione in accoglimento dell'istanza d'accesso quando tale parere ha una funzione endoprocedimentale ed è quindi correlato ad un procedimento amministrativo che si conclude con un provvedimento ad esso collegato anche solo in termini sostanziali e, quindi, pur in assenza di un richiamo formale ad esso; nega invece l'accesso quando il parere viene espresso al fine di definire una strategia una volta insorto un determinato contenzioso, ovvero una volta iniziate situazioni potenzialmente idonee a sfociare in un giudizio.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

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Nel caso di dichiarazioni sostitutive da rendere alla P.A. riguardo i precedenti penali vanno indicate anche le sentenze di patteggiamento?

17 Set 2021
17 Settembre 2021

Ipotesi frequente e di rilevante impatto quella esaminata dal TAR Puglia, secondo cui le Amministrazioni hanno l'onere di predisporre i modelli delle autodichiarazioni in modo chiaro e preciso, per evitare possibili fraintendimenti da parte dei cittadini.

Quindi devono precisare se la dichiarazione deve riguardare qualsiasi reato e se vanno indicati anche i patteggiamenti.

Post di Diego Giraldo – avvocato

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Licenza di porto di fucile per uso di caccia

17 Set 2021
17 Settembre 2021

Il TAR Palermo ha ribadito che la detenzione di armi costituisce un fatto eccezionale, in deroga al generale divieto di portare e detenere armi sancito dall’art. 699 c.p. e ribadito dall’art. 4 l. 110/1975: perciò, l’interesse del privato in tale materia è cedevole rispetto all’interesse per l’incolumità pubblica.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Il SUAP in crisi esistenziale

16 Set 2021
16 Settembre 2021

La competenza a emanare un provvedimento amministrativo attribuisce potere al soggetto agente, ma anche responsabilità, per esempio quella del risarcimento dei danni nel caso di ritardi, di diniego o di emanazione di atti illegittimi. 

Ma un SUAP cos'è e cosa deve fare?

Andiamo a vedere cosa dice di lui il D.P.R. 160 del 2010:

  • L'articolo 2, comma 1, sulle sue finalitĂ , dice: "1. Per le finalitĂ  di cui all'articolo 38, comma 3, del decreto legge, è individuato il SUAP quale unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per tutti i procedimenti che abbiano ad oggetto l'esercizio di attivitĂ  produttive e di prestazione di servizi, e quelli relativi alle azioni di localizzazione, realizzazione, trasformazione, ristrutturazione o riconversione, ampliamento o trasferimento, nonchĂ© cessazione o riattivazione delle suddette attivitĂ , ivi compresi quelli di cui al decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59";
  • l'articolo 2, comma 2, aggiunge: "2. Le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni e le comunicazioni concernenti le attivitĂ  di cui al comma 1 ed i relativi elaborati tecnici e allegati sono presentati esclusivamente in modalitĂ  telematica, secondo quanto disciplinato nei successivi articoli e con le modalitĂ  di cui all'articolo 12, commi 5 e 6, al SUAP competente per il territorio in cui si svolge l'attivitĂ  o è situato l'impianto";
  • l'articolo 4, comma 1, sulle sue funzioni, stabilisce: "1. Il SUAP assicura al richiedente una risposta telematica unica e tempestiva in luogo degli altri uffici comunali e di tutte le amministrazioni pubbliche comunque coinvolte nel procedimento, ivi comprese quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumitĂ ";
  • e l'articolo 4, comma 2, precisa: "2. Le comunicazioni al richiedente sono trasmesse esclusivamente dal SUAP; gli altri uffici comunali e le amministrazioni pubbliche diverse dal comune, che sono interessati al procedimento, non possono trasmettere al richiedente atti autorizzatori, nulla osta, pareri o atti di consenso, anche a contenuto negativo, comunque denominati e sono tenute a trasmettere immediatamente al SUAP tutte le denunce, le domande, gli atti e la documentazione ad esse eventualmente presentati, dandone comunicazione al richiedente";
  • l'articolo 7 stabilisce che spetta al responsabile del SUAP emanare il provvedimento finale del procedimento unico. 

Da tutto ciò si potrebbe arguire che il SUAP sia competente a emanare i provvedimenti finali di tutti i procedimenti amministrativi che riguardano le imprese e la questione è particolarmente importante quando il SUAP sia esercitato in forma associata tra una pluralità di comuni, per esempio mediante un accordo con una Comunità Montana, che agisca non come organo interno di un Comune, ma come soggetto esterno.

Soprattutto in questi casi di SUAP esterno circolano dubbi: il responsabile del SUAP (che sicuramente non può essere onnisciente e coprire tutto l'arco dello scibile giuridico di cui si deve occupare il SUAP) di regola provvede dopo avere ricevuto "una indicazione" (uso un termine non tecnico apposta) su cosa fare dal funzionario comunale competente per materia. E qui inizia "la crisi esistenziale" che dà il titolo al presente post.

Perchè? Il SUAP esterno e il suo responsabile perlopiù cercano di limitare le proprie responsabilità potenziali e di scaricarle sul Comune interessato. E in quale modo cercano di fare questo? Ad alcuni SUAP piace sostenere che spetti sì al responsabile del SUAP emanare gli atti, ma che del loro contenuto il SUAP non sia responsabile, perchè "l'indicazione" del Comune sarebbe un vero e proprio parere obbligatorio e vincolante, cosicchè il SUAP agirebbe quasi come un "nudus minister" del Comune.  Altri SUAP sono più radicali e pretendono che i provvedimenti amministrativi siano emanati dal funzionario comunale e che il SUAP si limiti a trasmetterli agli interessati per via telematica. In questo modo il SUAP non avrebbe alcuna responsabilità nel caso di ritardi o di atti illegittimi.

Quindi il SUAP sembra disciplinato da disposizioni un po' vaghe, che consentono almeno tre interpretazioni del rapporto esistente tra il Comune e il SUAP: anche in questo caso il legislatore non ha creato un sistema chiaro e ordinato (un ordinamento dovrebbe essere ordinato), ma un ingranaggio giuridico piĂą che un ordinamento giuridico, ingranaggio che ad alcuni SUAP piace far funzionare in un certo modo e ad altri in un altro modo.

Meno chiare sono le disposizioni normative, più ciascuno può provare a "tirarle" come gli fa comodo. 

Ma questi modi sono equivalenti e tutti ugualmente legittimi? Ovviamente no: magari poi in tribunale arriva la resa dei conti (anche se la questione potrebbe non avrebbe conseguenze invalidanti sull'atto, ai sensi dell'art.21-octies, co.2 della L. 241/1990, nel caso in cui si possa dimostrare un carattere assolutamente vincolato del provvedimento (cfr., Tar Napoli, 5.3.2019, n.1212).

Spesso, quando vengono approvate le grandi riforme (come, per esempio, si diceva sarebbe stato il SUAP), a me viene in mente l'antico proverbio inglese che recita: "a man maie well bring a horse to the water, but he can not make him drinke without he will", vale a dire: "un uomo può benissimo portare un cavallo all'acqua, ma non può farlo bere, se quello non vuole".

Una proposta di soluzione della questione?  Oltre alla speranza che arrivi un legislatore più bravo, si potrebbe provare a ragionare se i Comuni possano disciplinare in modo chiaro chi deve provvedere e come, con un proprio regolamento sul SUAP, ai sensi degli articoli 48, comma 3, e 89 del Testo unico degli enti locali (D.Lgs 267/2000).

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

Catering: criterio per distinguerlo dalla ordinaria ristorazione – può essere svolto in locali propri del soggetto che somministra alimenti e bevande?

16 Set 2021
16 Settembre 2021

Il Consiglio di Stato, in sede di parere su un ricorso straordinario, si occupa di individuare il tratto distintivo del catering rispetto alla somministrazione ordinaria di alimenti e bevande (ristorazione).

In particolare, assumeva un ruolo cruciale per la controversia esaminata la possibilità, sulla base della legge della Regione Veneto n. 29/2007, che il catering possa essere effettuato presso il domicilio del committente, anche nel
caso in cui questi scelga a tal fine un locale nella disponibilità del somministratore di alimenti e bevande (locale che, nel caso di specie era attiguo a quello di lavorazione degli alimenti).

Il parere conclude che, al fine di evitare che abbiano a verificarsi fenomeni elusivi tali da presentare come catering attività in realtà poste in essere con i caratteri sostanziali propri della somministrazione di alimenti e bevande tout court, ci si debba attenere scrupolosamente al precetto contenuto nella stessa legge regionale, laddove, all’art. 3, comma 1, lettera h), individua con adeguata precisione il domicilio del consumatore.

Però tale domicilio va inteso in senso ampio: esso consiste nella privata dimora del consumatore/committente, nonché nel luogo in cui egli/ella si trova per motivi di lavoro o di studio o per lo svolgimento di cerimonie, convegni e  attività similari e, quindi, può essere anche un locale del soggetto effettua il servizio (riservato a uno specifico consumatore e ai suoi invitati).

Ringraziamo sentitamente il dott. Marco Plechero per la segnalazione. 
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Il carattere straordinario del ricorso per revocazione

16 Set 2021
16 Settembre 2021

Il TAR Lombardia ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione poiché il vizio che viene dedotto dal ricorrente non rientra nell’ipotesi prevista dall’art. 395, comma 1, n. 4 c.p.c., trattandosi in tal caso di un errore di diritto. Difatti, il ricorrente fondava la propria domanda sulla censura di erronea applicazione dell’art. 40 c.p.a., vizio non riconducibile ad errore di fatto, ma di diritto e, in quanto tale, avrebbe dovuto essere fatto valere con proposizione di appello al Consiglio di Stato.

Post di Brenda Djuric – Dott.ssa in Giurisprudenza

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Balconi e 10 metri tra pareti finestrate

15 Set 2021
15 Settembre 2021

Il TAR Veneto ribadisce che i balconi costituiscono “parete finestrata” al fine del calcolo dei 10 metri previsti dal d.m. n. 1444/1968) in quanto costituiscono una proiezione verso l’esterno dell’appartamento. E dunque, nel caso di balconi che si sviluppano in continuità con il perimetro esterno del fabbricato, è dalla linea esterna della terrazza che devono essere calcolati i 10 metri, e non invece dalla portafinestra arretrata.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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