Lo spunto del sabato: L’uomo è fame

16 Ago 2014
16 Agosto 2014

Da Don Andrea Gallo "Sopra ogni cosa. Il Vangelo laico secondo Fabrizio De Andrè nel testamento di un profeta":

"Siamo tutti affamati d'amore. Ogni essere umano sulla nostra Madre Terra è un affamato, un assetato, un perenne insoddisfatto... L'essere umano è, per sua stessa natura, destinato a essere tormentato da una fame acuta e inestinguibile. La sua ricerca di qualcosa che possa saziarlo è sovente frenetica. E' una fame che talvolta degenera in bulimia... E' fame di cibi ricercati e preziosi, ma anche di oggetti, di comodità, di esperienze nuove, di emozioni, di sentimenti... Simone Weil diceva che "l'uomo è fame". L'individuo sovente non lo sa (o fa finta di non saperlo), mentre -aggiungeva la grande filosofa francese- "l'essenziale è sapere che si ha fame". Un perenne senso d'insoddisfazione attraversa tutta la parabola dell'esistenza umana. L'uomo crede di poter essere felice se risolve tutti i propri bisogni fisici, materiali, intellettuali, affettivi, relazionali e persino spirituali, ma quando ha raggiunto o ottenuto ciò che desidera, percepisce nuovi bisogni e sente forte la mancanza di qualcosa che possa finalmente pacificarlo mettendo a tacere la sua inquietudine profonda... Il dramma è l'insufficienza della creatura umana, la sua finitezza, il suo limite. Ecco perchè l'essere umano spasima tutta la vita una pienezza che non potrà mai ottenere, se non in rari e fugacissimi momenti. Il cuore dell'uomo anela a un'ulteriorità che lo trascende. L'uomo è un perenne insoddisfatto, anche quando pare appagato in tutto... L'accettazione della propria fame è un cammino difficile. L'uomo saggio grida la propria fame, ma ancora prima la riconosce e l'accetta. L'uomo è affamato di un senso. E fino a che non l'ha trovato non trova pace. la pace, qui sulla terra, è realtà sempre provvisoria e sfuggente. E tuttavia essa ci aiuta a proseguire il cammino, anche di fronte al mistero della sofferenza, anche di fronte al nonsenso e all'assurdità di tante situazioni. L'uomo deve gridare la propria fame di attenzione e di amore, proprio come fece Faber nella sua Amico Fragile, perchè quando l'uomo diventa consapevole della propria fame comincia a uscire da se stesso, a diventare umile, compassionevole, tollerante".

Dedicato alla memoria di Robin Williams

Dario Meneguzzo

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2 replies
  1. Maestra says:

    E mai che mi sia venuto in mente,
    di essere più ubriaco di voi
    di essere molto più ubriaco di voi.

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  2. tecnico comunale says:

    Evaporato in una nuvola rossa
    in una delle molte feritoie della notte
    con un bisogno d’attenzione e d’amore …

    buona domenica

    Rispondi

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