Sul cambio di destinazione d’uso: incongruenze tra DL 69/2024 e linee guida ministeriali
L'architetto Stefano Anzanello, che sentitamente ringraziamo, ci invia la nota che volentieri pubblichiamo.
Repressione di una SCIA e termini procedimentali
Il TAR Veneto ha affermato che, ai sensi dell’art. 19, co. 3 l. 241/1990, l’atto motivato assunto dal Comune di carenza dei requisiti e presupposti della SCIA interrompe il termine per la declaratoria di inefficacia, che ricomincia a decorrere dalla data in cui il privato comunica l’adozione delle misure necessarie per conformare l’attività intrapresa e i suoi effetti alla normativa vigente.
Post di Alberto Antico – avvocato
Illogica edificabilitĂ riconosciuta in sede di variante al PRG
Il Consiglio di Stato ha affermato che sono illegittimi, per difetto di motivazione, gli atti di adozione e di approvazione di una variante al PRG, idonei a consentire, in una zona circoscritta e a vantaggio di un unico proprietario, un’edificazione per destinazione alberghiera, quando la zona interessata dalla variante contestata sia stata ritenuta dal Comune meritevole di una particolare tutela sotto il profilo ambientale e paesaggistico in occasione dell’adozione del PRG, approvato 15 mesi prima, tanto da delimitare al massimo l’edificazione, riservandola alle costruzioni utili al fondo o destinate alla residenza qualificata, sussistendo la manifesta incompatibilità (e, dunque, irrazionalità ) di una modifica intervenuta a brevissimo lasso di tempo, rispetto alle finalità del vincolo e l’idea di sviluppo del territorio, come esplicitate in sede di adozione e approvazione del PRG.
Post di Daniele Iselle
Interesse ad impugnare una variante al PRG
Il Consiglio di Stato ha affermato che sussiste l’interesse a ricorrere relativamente alle deliberazioni di adozione e approvazione di una variante al PRG quando i ricorrenti, lungi dal dedurre la mera vicinitas, alleghino le concrete e lesive ricadute degli effetti della variante sulla fruizione della loro proprietà .
Nel caso di specie, i ricorrenti non contestavano l’aumento di cubatura in sé, ma la variazione di destinazione d’uso finalizzata alla realizzazione di una struttura ricettiva, nonché le conseguenze in materia di viabilità .
Post di Daniele Iselle
Termine per la riassunzione del processo interrotto
Il Consiglio di Stato ha affermato che l’evento della morte o della perdita della capacità processuale della parte costituita che sia dichiarato in udienza o notificato alle altre parti dal procuratore della stessa parte colpita da uno di detti eventi produce l’effetto automatico dell’interruzione del processo dal momento di tale dichiarazione o notificazione e il conseguente termine per la riassunzione, in tale ipotesi, decorre dal momento in cui interviene la dichiarazione del procuratore o la notificazione dell’evento, ad opera dello stesso, nei confronti delle altre parti, senza che abbia alcuna efficacia, a tal fine, il momento nel quale venga adottato e conosciuto il provvedimento giudiziale dichiarativo dell’intervenuta interruzione (avente natura meramente ricognitiva) pronunziato successivamente e senza che tale disciplina incida negativamente sul diritto di difesa delle parti.
Post di Alberto Antico – avvocato
Accesso agli atti nei pubblici appalti: i segreti tecnici e commerciali
Il TAR del Lazio, Sede di Roma, ha affermato che dal combinato disposto dell’art. 35, co. 4, lett. a, e co. 5, nonché dell’art. 36, co. 2-3 d.lgs. 36/2023 (cd. terzo codice appalti) si trae che, in relazione agli operatori economici collocatisi nei primi cinque posti della graduatoria, sono contemplate, in un’ottica di bilanciamento legislativo fra le esigenze di speditezza del contenzioso vertente sulle gare pubbliche e di riservatezza delle offerte: a) una “regola”, consistente nella reciproca messa a disposizione delle offerte da essi presentate; b) una “eccezione”, consistente nell’oscuramento da parte della Stazione appaltante, previa motivata e comprovata dichiarazione dell’operatore interessato, delle parti dell’offerta contenenti segreti tecnici e commerciali; c) una “eccezione alla eccezione”, consistente nella doverosità dell’ostensione in caso di indispensabilità , da parte di uno degli altri quattro operatori economici, ai fini della sua difesa in giudizio. La pretesa di uno di tali operatori economici alla mancata ostensione della propria offerta non può, pertanto, legittimamente fondarsi sull’assenza di un concreto interesse difensivo in capo agli altri, ma soltanto sulla presenza di un segreto tecnico o commerciale.
In taluni settori di mercato di più recente emersione (nella specie, welfare aziendale) la competizione concorrenziale fra le imprese si gioca esclusivamente su una continua personalizzazione delle offerte alla clientela quanto più innovativa, mirata e specifica possibile: in tali settori deve essere, perciò, seguita una lettura evolutiva della nozione di “segreto tecnico e commerciale”, tale da ricomprendervi l’intero patrimonio di conoscenze dell’impresa, frutto di esperienze e ricerca accumulatesi negli anni, capace di assicurare all’impresa un maggiore vantaggio competitivo e, quindi, un’aspettativa di un maggiore profitto economico. Una strategia aziendale fondata sull’utilizzo delle informazioni così accumulate è dunque da ricondurre nell’ambito della tutela di cui all’art. 35, co. 4, lett. a d.lgs. cit.
Post di Alberto Antico – avvocato
La vicinitas in ambito commerciale
Il TAR Veneto ha affermato che l’operatore economico può ritenersi legittimato ad impugnare il titolo edilizio assentito ad un suo concorrente al concorrere due condizioni: 1) la certezza che l’immobile progettato verrà adibito all’attività concorrenziale; 2) la coincidenza totale o parziale del prevedibile bacino di clientela.
Risulta sprovvisto di legittimazione attiva l’operatore economico che si opponga ad un PdC adducendo la lesione di un interesse tipicamente commerciale che deriverebbe dalla realizzazione dell’opera, ma che non risulti insediato nella zona.
Post di Alberto Antico – avvocato
Ordinanza contingibile di sgombero
Il T.A.R. afferma che è possibile emettere un’ordinanza contingibile ed urgente di inagibilità e di sgombero di un edificio anche se la situazione di degrado e/o di pericolo perdura da molto tempo.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
La leale cooperazione tra P.A. e cittadino
Nel caso di specie, nel corso dell’istruttoria per un permesso di costruire in sanatoria, il Comune ammetteva di non trovare le precedenti pratiche edilizie riferite al fabbricato in esame; rispondeva al privato anche a distanza di anni; denegava infine la sanatoria senza chiarire se avesse nel frattempo rinvenuto gli atti, che il privato diligentemente aveva cercato di reperire per conto suo.
Il TAR Veneto ha stigmatizzato “la superficialità istruttoria e il disinteresse verso ogni forma di leale cooperazione con il privato odierno ricorrente, finanche nella stessa ricerca degli atti d’ufficio necessari a far chiarezza sulla vicenda azionata. Quanto sopra in aperta violazione dei canoni collaborativi ora prescritti in modo esplicito dall’art. 1 comma 2 bis della legge 241/90 ma comunque ben presenti anche in precedenza come principi fondanti di ogni attività pubblicistica”.
Il diniego di sanatoria è stato annullato per difetto di istruttoria e di motivazione.
Post di Alberto Antico – avvocato
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