Decadenza del titolo edilizio per scadenza dei termini di esecuzione delle opere

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che la decadenza del permesso di costruire costituisce effetto automatico del trascorrere del tempo, perciò la pronunzia di decadenza ha carattere ricognitivo, è determinata dall’accertamento del mancato inizio e completamento dei lavori entro i termini stabiliti e non necessita di un provvedimento amministrativo espresso.

Il termine di durata del permesso edilizio può solo eccezionalmente essere prorogato ma è comunque sempre necessaria, a tal fine, la presentazione di una formale istanza di proroga, cui deve comunque seguire un provvedimento da parte della stessa P.A. che accerti le ragioni (il factum principis o l’insorgenza di una causa di forza maggiore) che possono giustificare una proroga.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Cosa è il mancato completamento delle opere che comporta la decadenza del titolo edilizio

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Sardegna, a partire dall’art. 15, co. 2 d.P.R. 380/2001, ha spiegato quando possa dirsi raggiunto il completamento delle opere, che impedisce la decadenza del titolo edilizio se raggiunto nei termini di legge: in linea generale, perché la situazione di completamento possa ritenersi verificata, non è sufficiente che il manufatto risulti materialmente realizzato nelle sue strutture portanti, ma occorre che risulti funzionalmente idoneo allo scopo per il quale era stato progettato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La manutenzione straordinaria si può fare solo su un immobile già completato

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

L’ha affermato il TAR Sardegna: infatti, non possono essere considerate mera manutenzione o restauro di un immobile già esistente quelle opere che completerebbero un immobile non già ultimato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’art. 2-bis d.P.R. 380/2001 sarà dichiarato incostituzionale?

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Nel post del 24.03.2022 si dava atto che il Consiglio di Stato ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 2-bis T.U. edilizia (nonché di una legge regionale della Lombardia), laddove interpretato nel senso di autorizzare le Regioni ad emanare una legislazione derogatoria rispetto al d.m. 1444/1968 in materia di dotazione delle aree a standard fino a poter arrivare ad annullarne la previsione.

Tale questione è stata discussa innanzi alla Corte costituzionale nella pubblica udienza del 21.03.2023.

La registrazione audio-video dell’udienza è reperibile al seguente link: https://vimeo.com/cortecostituzionale?embedded=true&source=owner_name&owner=122759786.

Sul sito ufficiale della Giustizia amministrativa è stato pubblicato un intervento del prof. Portaluri dal titolo eloquente: “In difesa degli standard urbanistici come livelli essenziali inderogabili dalle Regioni”: https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/-/portaluri-in-difesa-degli-standard-urbanistici-come-livelli-essenziali-inderogabili-dalle-regioni.

Post di Daniele Iselle

L’autorizzazione paesaggistica non presuppone la verifica della conformità dell’immobile allo stato legittimo

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Il Consiglio di Stato ha affermato che l’accertamento dello stato legittimo dell’immobile sul quale debbano essere autorizzati ulteriori lavori valga per il rilascio di tutti i titoli di cui al d.P.R. 380/2001 – compresi quelli relativi alla normativa tecnica di cui alla Parte II del d.P.R. cit. (fra cui quelli concernenti la disciplina antisismica, sul conglomerato cementizio, sulle barriere architettoniche) – tra i quali non rientra l’autorizzazione paesaggistica.

Per l’effetto, in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica si deve tener conto dei soli profili paesaggistici ed ambientali non potendo (più) verificarsi in quella sede anche il cd. stato legittimo dell’immobile.

Nel caso di specie il Comune, pur dovendo decidere su di un’istanza di autorizzazione paesaggistica semplificata ex art. 3 d.P.R. 31/2017, non faceva alcun cenno a profili ambientali o paesaggistici ostativi al rilascio dell’autorizzazione richiesta, né alla specifica normativa di cui al citato d.P.R. 31/2017 o al d.lgs. 42/2004, limitandosi ad evidenziare criticità prettamente “edilizie” dello stato dei luoghi e cioè che il locale interrato costituisse “opera difforme dalla…S.c.i.a.” e che non fossero state “prodotte le richieste certificazioni … in relazione al terreno rimosso per ricavare lo stesso locale interrato”.

Post del Dott. Ing. Mauro Federici

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Il vizio di disparità di trattamento

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Nel caso di specie, il ricorrente lamentava una disparità di trattamento tra gli interventi da lui progettati, sempre attentamente vagliati nella loro regolarità dal Comune, e le opere poste in essere dalla proprietaria dell’immobile adiacente al suo, che sarebbero state del tutto “ignorate”, nonostante le sue ripetute segnalazioni di possibile abusività.

Il Consiglio di Stato ha affermato che il vizio di disparità di trattamento, per essere fatto efficacemente valere, presuppone l’assoluta identità di situazioni. In nessun caso la legittimità dell’operato della P.A., può essere inficiata dall’eventuale illegittimità compiuta in altra situazione, in favore di altri soggetti, soprattutto nei provvedimenti connotati da ampia discrezionalità tecnica.

Post del Dott. Ing. Mauro Federici

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Garanzie partecipative del privato

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Il Consiglio di Stato ha affermato che le garanzie partecipative e gli obblighi motivazionali in capo alla P.A., ex artt. 3 e 10-bis l. 241/1990, non possono tradursi – a discapito dei principi procedimentali di efficacia e celerità – in un interminabile confronto dialettico con l’interessato e in un’analitica replica agli argomenti da quest’ultimo propugnati, essendo sufficienti, per la loro osservanza, il compiuto apprezzamento e la perspicua esplicazione dei presupposti fattuali e delle ragioni giuridiche che, in positivo, ossia in logica ed insuperata antitesi alle anzidette deduzioni, hanno giustificato la preannunciata determinazione sfavorevole.

Post del Dott. Ing. Mauro Federici

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Azione risarcitoria per fatti anteriori al Codice del processo amministrativo

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Il TAR Veneto ha affermato che il termine decadenziale di 120 giorni previsto dall’art. 30, co. 3 c.p.a. per la domanda di risarcimento per lesione di interessi legittimi (anche per danni da inerzia o ritardo) non è applicabile ai fatti illeciti anteriori all’entrata in vigore del codice, i quali restano soggetti al termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno di cui all’art. 2947 c.c.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Responsabilità della P.A. per lesione di un interesse legittimo

29 Mar 2023
29 Marzo 2023

Il TAR Veneto ha posto utili principi in materia, con un particolare focus sul cd. danno da ritardo.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Incostituzionali le (ennesime) proroghe del Piano Casa della Puglia

28 Mar 2023
28 Marzo 2023

La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali gli artt. 1 e 2 l.r. Puglia 38/2021.

L’art. 1 cit. estendeva dal 01.08.2020 al 01.08.2021 il termine previsto dalla legge pugliese sul Piano Casa (n. 14/2009, ça va sans dire), cosicché gli interventi edilizi straordinari di ampliamento, demolizione e ricostruzione anche in deroga agli strumenti urbanistici, previsti dal Piano Casa pugliese, avrebbero potuto essere realizzati su immobili esistenti alla data del 01.08.2021. Si trattava dell’ottava proroga del termine originario, che consentiva di realizzare gli interventi straordinari solo su immobili esistenti al 03.08.2009.

Il successivo art. 2 l.r. 38/2021 prorogava dal 31.12.2021 al 31.12.2022 il termine per presentare la SCIA o l’istanza di PdC in relazione a tutti gli indicati interventi edilizi straordinari. Era la decima proroga del termine originario, fissato nella disposizione che consentiva di presentare la SCIA o l’istanza di PdC entro il 03.08.2011.

È stata riconosciuta una violazione del principio fondamentale della legislazione statale nella materia governo del territorio, in base al quale interventi di trasformazione del territorio in deroga agli strumenti urbanistici potrebbero essere autorizzati solo caso per caso, con il procedimento di cui all’art. 14 d.P.R. 380/2001 (cd. PdC in deroga), sulla base di una ponderazione di interessi che tenga conto del contesto territoriale. In via generale, invece, interventi di questo tipo potrebbero essere consentiti solo con una normativa a portata straordinaria e temporanea, pena la destrutturazione dell’ordinato assetto del territorio, che può essere assicurato esclusivamente dalla pianificazione urbanistica.

Post dell’arch. Fiorenza Dal Zotto – Funzionario del Comune di Spinea (VE)

sent. Corte cost. n. 17-2023

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