Inquinamento ed ordine di messa in sicurezza e/o bonifica

13 Giu 2024
13 Giugno 2024

Il T.A.R. Veneto, con riferimento alla nota questione dell’inquinamento da PFSA (cd. caso Miteni), si sofferma sugli approdi giurisprudenziali in tema di inquinamento e dei soggetti obbligati a porre in essere le attività di messa in sicurezza e/o di bonifica. Il Collegio, poi, approfondisce il principio di precauzione, quello dell’individuazione del soggetto responsabile e la solidarietà o parzialità delle obbligazioni ambientali in esame.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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La tutela del bosco

13 Giu 2024
13 Giugno 2024

Il bosco costituisce specifico oggetto di tutela paesaggistica ai sensi della lettera g) del primo comma del d. lgs. n° 42 del 2004 e, quindi, se è stato ridotto e/o eliminato in assenza dell’autorizzazione forestale, non è possibil ottenere la compatibilità paesaggistica, ex art. 167, e quindi, la sanzione amministrativa consiste nella ri-piantumazione delle essenze estirpate illegittimamente.

Post di Daniele Iselle

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Valutazione di incidenza e discrezionalità

13 Giu 2024
13 Giugno 2024

Il T.A.R. stabilisce che le valutazioni sottese alla valutazione di incidenza ambientale (VINCA) sono connotate da amplia discrezionalità tecnica ed amministrativa.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Sulla perizia di variante di un’opera pubblica

13 Giu 2024
13 Giugno 2024

Il T.A.R. ricorda che la perizia di variante di un’opera pubblica è legittima se è adeguatamente motivata sotto il profilo tecnico.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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L’opera di straordinaria manutenzione idraulica

13 Giu 2024
13 Giugno 2024

Il TAR Veneto ha affermato che spetta al TSAP conoscere dell’impugnazione degli atti di approvazione di un progetto esecutivo connesso alla realizzazione di opere di straordinaria manutenzione idraulica per l’adeguamento di un fossato destinato ad accogliere acque meteoriche.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Vendita di un immobile trattenendo la cubatura per un altro lotto

12 Giu 2024
12 Giugno 2024

Il Consiglio di Stato – in sede di parere vincolante su ricorso straordinario al Capo dello Stato – ha offerto un’interpretazione delle norme dello strumento urbanistico comunale che attribuiscano la facoltà di ampliare un edificio esistente.

La capacità edificatoria di ampliamento, quando riferita agli “edifici esistenti”, concreta uno ius aedificandi correlato alla costruzione medesima e non anche al terreno sul quale l’ampliamento può materialmente essere realizzato.

La legittimazione al rilascio del permesso di costruire in ampliamento spetta a chi abbia la disponibilità giuridica e, dunque, la proprietà dell’immobile da ampliare, atteso che lo ius aedificandi (per l’ulteriore consistenza ancora non utilizzata) costituisce facoltà insita nel diritto di proprietà della costruzione originaria.

Tuttavia, i diritti edificatori possono essere negoziabili separatamente dalla proprietà dell’immobile, attraverso l’istituto della cessione di cubatura ovvero, nel caso in cui sia oggetto di alienazione la costruzione originaria, trattenendo la titolarità della cubatura da parte dei venditori, i quali si limitano a trasferire agli acquirenti il solo immobile senza i diritti edificatori ad esso correlati.

Post di Dario Meneguzzo – avvocato

parere CdS n. 1469-2023

Annullamento giudiziale di un annullamento in autotutela di un PdC e normativa urbanistica sopravvenuta

12 Giu 2024
12 Giugno 2024

Nel caso di specie, un privato presentava un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, per l’annullamento di un annullamento d’ufficio di un permesso di costruire formatosi per silentium.

Il Comune eccepiva l’improcedibilità del ricorso straordinario, basandosi sul fatto che la normativa di Piano sulla quale si era formato il titolo edificatorio non era più in vigore, per essere stata approvata nel frattempo una nuova variante allo strumento urbanistico generale.

Il Consiglio di Stato – in sede di parere vincolante – ha rigettato l’eccezione.

Un eventuale accoglimento del ricorso farebbe rivivere il permesso di costruire, sulla cui legittimità ed efficacia alcuna incidenza potrebbe avere la sopravvenuta normativa urbanistica.

Il Consiglio di Stato, peraltro, non fornisce indicazioni su come si coordinino questi effetti giuridici retroattivi con i termini di inizio e fine lavori.

Post di Dario Meneguzzo – avvocato

parere CdS n. 1469-2023

Tolleranza costruttiva ed altezze dei locali ai fini della agibilità

12 Giu 2024
12 Giugno 2024

Il T.A.R. Toscana afferma che le cd. tolleranza di cantiere prevista dall’art. 34 bis del d.P.R. n. 380/2001 si applica solo ai parametri urbanistico-edilizi e non a quelli igienico-sanitari. Di conseguenza, essa non si estende alle altezze dei locali che sono inferiori a quelle previste dal dm 5 luglio 1975.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Stato legittimo dell’immobile: la denuncia al Podestà non equivale alla licenza edilizia

12 Giu 2024
12 Giugno 2024

Il Consiglio di Stato ricorda che i Comuni, anche prima della l. 765/1967 (cd. legge ponte), potevano richiedere l’ottenimento di un titolo edilizio per edificare fuori dal perimetro del centro abitato come, invece, era previsto dalla l. n. 1150/1942. Tuttavia, l’obbligo di munirsi di titolo ante 1967 doveva essere richiesto in maniera chiara ed espressa dalla fonte di grado secondario, perché introduceva, a livello di regolamento comunale, un requisito che non era richiesto dalla legge statale.

Muovendo da tali premesse il Massimo Organo della Giustizia Amministrativa stabilisce che la cd. denuncia al podestà aveva solo valore di cd. comunicazione interna, ma non richiedeva affatto l’ottenimento di una licenza edilizia, salvo che il RE dell’epoca richiedesse espressamente tale titolo abilitante e/o un’autorizzazione da parte dell’ente locale e/o del Sindaco.

Di conseguenza, nella fattispecie analizzata dal Collegio, per accertare lo stato legittimo dell’immobile, si rispandono gli elementi indiziari previsti dall’art. 9 bis, c. 1 bis del d.P.R. n. 380/2001 relativamente agli immobili “realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio, lo stato legittimo è quello desumibile dalle informazioni catastali di primo impianto ovvero da altri documenti probanti, quali le riprese fotografiche, gli estratti cartografici, i documenti d’archivio, o altro atto, pubblico o privato, di cui sia dimostrata la provenienza, e dal titolo abilitativo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio che ha interessato l’intero immobile o unità immobiliare, integrati con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali”.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Attualità dell’analisi geologica e geotecnica allegata all’istanza di permesso di costruire

12 Giu 2024
12 Giugno 2024

Nel caso di specie, il privato lamentava l’illegittimità di un diniego di permesso di costruire (PdC) nella parte in cui riteneva inidonee e non attuali le relazioni geologiche allegate al progetto, in quanto relative ad altro intervento e risalenti ad almeno dieci anni prima.

Il TAR Veneto ha respinto questo motivo di ricorso.

L’analisi geologica e geotecnica svolta nel 2005 dal tecnico incaricato ed integrata successivamente nel 2009 non può ritenersi idonea ad accertare la stabilità del pendio nel 2020-2021 sia perché risalente nel tempo, sia perché relativa a fabbricati “altri e diversi” da quello che formava oggetto della richiesta di PdC.

Post di Alberto Antico – avvocato

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