Il concessionario di un bene pubblico non ha un’aspettativa qualificata al rinnovo della concessione

22 Feb 2023
22 Febbraio 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che il concessionario di un bene appartenente al patrimonio indisponibile del Comune non può vantare alcuna aspettativa al rinnovo del rapporto, il cui diniego, nei limiti ordinari della ragionevolezza e della logicità dell’agire amministrativo, non necessita di ulteriore motivazione (essendo parificabile al rigetto di un’ordinaria istanza di concessione).

Viceversa il Comune è obbligato ad assoggettare a procedura comparativa il rinnovo di una concessione demaniale, solo in tal modo risultando soddisfatto, oltre all’interesse concorrenziale, anche l’interesse alla individuazione del soggetto contraente che offra migliori garanzie di positiva utilizzazione del bene per finalità di pubblico interesse.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sui beni del patrimonio indisponibile non si danno locazioni, ma solo concessioni

22 Feb 2023
22 Febbraio 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che i beni destinati ad una funzione o ad un servizio pubblico appartengono per loro natura al patrimonio indisponibile e possono essere attribuiti in godimento a privati esclusivamente nella forma della concessione amministrativa.

Invece i beni non destinati, rientranti nel demanio disponibile quale categoria residuale, sono assoggettati alla capacità negoziale di diritto comune spettante alla P.A. e dunque possono formare oggetto di diritti di godimento da parte di terzi sulla base di contratti privatistici.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Concessione di bene pubblico indisponibile chiamata locazione

22 Feb 2023
22 Febbraio 2023

Nel caso di specie, il privato impugnava il diniego del Comune di rinnovo della concessione in gestione di un chiosco e di alcuni impianti sportivi, nonché gli atti della procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla concessione delle aree medesime.

Riteneva il privato di poter vantare sui luoghi non un rapporto di concessione, bensì una locazione ad uso commerciale.

Il TAR Sardegna ha affermato che, poiché gli immobili in parola avevano una vocazione all’uso da parte della collettività e, quindi, appartenevano al patrimonio indisponibile comunale, non era applicabile la disciplina di cui alla l. 392/1978 e del rinnovo tacito ivi previsto per le locazioni commerciali.

Anche perché, se davvero il privato avesse ritenuto di aver siglato un contratto iure privatorum con la P.A., avrebbe dovuto rivolgersi al G.O.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Le concessioni di bene pubblico non possono essere tacitamente ed automaticamente rinnovate alla scadenza

22 Feb 2023
22 Febbraio 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che è nulla la clausola di un contratto afferente ad una concessione di bene pubblico che ammetta la tacita ed automatica rinnovabilità del rapporto concessorio, per violazione del principio generale, divenuto norma imperativa, secondo cui i contratti con la P.A. di appalto e di concessione non possono essere automaticamente rinnovati alla scadenza senza previo esperimento di una gara pubblica.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Esonero dal contributo di costruzione

21 Feb 2023
21 Febbraio 2023

In via generale, si rileva l’obbligatorietà del versamento del contributo di costruzione, legata alla natura onerosa del titolo edilizio: e infatti, l’art. 16 d.P.R. n. 380/2001 riprende quasi letteralmente l’art. 3 della l. n. 10/1977, affermando che “il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione”.

Ciò posto, il successivo art. 17 prevede alcune ipotesi di esonero o, comunque, di riduzione del contributo di costruzione, tassative e di stretta interpretazione in quanto derogatorie rispetto alla disciplina generale: in particolare, per il co. 3, alla lett. c), sono esonerati dall’obbligo di versamento del contributo “gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti nonché… le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici”. Le fattispecie di esonero contemplate nella lettera sono quindi due: da una parte, le opere di interesse generale realizzate da enti istituzionalmente competenti; dall’altra, le opere di urbanizzazione in attuazione di strumenti urbanistici, realizzate anche dai privati.

In merito alla prima ipotesi (ossia “gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti”), si rileva che la giurisprudenza, nel corso del tempo, ha identificato due requisiti:

- uno oggettivo, ossia la destinazione funzionale dell’opera ad un interesse generale o la sua natura di opera pubblica. Una parte della giurisprudenza, restrittivamente, limita l’esenzione solamente a quelle opere che, per le loro oggettive caratteristiche, sono esclusivamente finalizzate ad un utilizzo a tempo indeterminato dell’intera collettività, non essendo sufficiente un rapporto strumentale tra le opere e il servizio: solo laddove l’opera non possa, neppure in astratto, avere una destinazione diversa da quella pubblica si potrà configurare il presupposto per l’esonero;

- uno soggettivo, tale per cui il soggetto che realizza l’opera deve essere un “ente istituzionalmente competente” in senso stretto ovvero un soggetto anche privato purché l’opera sia realizzata per conto di un ente pubblico; questo si realizza nelle ipotesi in cui il privato opera quale organo indiretto della P.A., come nel caso della concessione o della delega. Al contrario, la natura di ONLUS del privato non può far automaticamente presumere l’esonero dal pagamento, poiché le opere realizzate potrebbero rimanere nella disponibilità del privato, e non essere vincolate alla loro funzione: l’assenza di scopo di lucro, infatti, riguarda solo la funzionalità interna della persona giuridica.

In merito invece alla seconda ipotesi (“le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici”), si evidenzia che la giurisprudenza, per concedere l’esonero dal pagamento del contributo di costruzione, richiede che da una parte, si tratti di opere di urbanizzazione, dall’altra, che esse vengano realizzate in attuazione di strumenti urbanistici. Ciò significa che deve esistere una previsione specifica e puntuale di piano che impone l’opera di urbanizzazione, la cui esecuzione sia consentita anche ai privati.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Compensazione degli extra-profitti da fonti rinnovabili: il TAR Milano spiega perché ha annullato la normativa attuativa dell’ARERA

21 Feb 2023
21 Febbraio 2023

Nel post del 13.12.2022, si dava conto che il TAR Milano (con alcune sentenze di cui era stato pubblicato solo il dispositivo) ha annullato gli atti dell’ARERA riguardanti il meccanismo di compensazione a due vie degli extra-profitti causati dal rincaro dei prezzi nei confronti dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.

Sono ad oggi state pubblicate le motivazioni di quelle sentenze.

Secondo il TAR, la regolazione attuativa dell’ARERA non ha sufficientemente motivato le proprie scelte rispetto alle norme sovraordinate (diritto dell’UE e legislazione italiana) che impongono di assicurare la copertura dei costi di esercizio e di investimento delle imprese, di incidere solo sugli “utili inframarginali”, così da recuperare solo “utili effettivamente realizzati”, nel contesto di una disciplina che deve essere aderente ai canoni di proporzionalità e di divieto di discriminazione tra i diversi operatori, sia nel senso di non trattare diversamente produttori di energia da FER che versano nella stessa situazione, sia nel senso di considerare in sede di attuazione le differenze che sussistono tra i diversi produttori titolari di impianti alimentati da fonti rinnovabili anche dello stesso tipo.

Attendiamo la decisione in grado di appello da parte del Consiglio di Stato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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I regolamenti dell’UE

21 Feb 2023
21 Febbraio 2023

Il TAR Milano ha affermato che i regolamenti dell’Unione Europea spiegano l’effetto di rendere ipso iure inapplicabile, per il fatto stesso della loro entrata in vigore, qualsiasi disposizione con essi contrastante della legislazione nazionale, preesistente o susseguente alla loro entrata in vigore.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Principio di prevalenza del diritto euro-unitario

21 Feb 2023
21 Febbraio 2023

Il TAR Milano ha offerto utili considerazioni in merito.

Ove la norma dell’UE costituisca una fonte immediata di diritti ed obblighi per i loro destinatari, singoli o Stati membri, è demandato al giudice, in quanto organo dello Stato membro, il compito di assicurare un controllo diffuso sulla conformità del diritto interno al diritto euro-unitario.

Il giudice chiamato ad applicare una norma di legge interna deve garantirne un’interpretazione comunitariamente conforme e, soltanto ove ciò non sia praticabile, deve procedere alla non applicazione della legge contrastante con le norme UE direttamente applicabili.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La legge-provvedimento

21 Feb 2023
21 Febbraio 2023

Il TAR Milano ha ricordato che con legge-provvedimento si intendono le norme con le quali viene attratto nella sfera del potere legislativo un oggetto che di regola è compreso tra le attribuzioni dell’autorità amministrativa. Si tratta di norme di legge che recano una previsione di contenuto particolare e concreto, diretta ad incidere su un numero limitato di destinatari.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La nozione di agibilità

20 Feb 2023
20 Febbraio 2023

Il Consiglio di Stato ha offerto una pregevole ricostruzione di questo istituto.

Dall’originario concetto di abitabilità, la nozione di agibilità ha subito nel tempo un’evoluzione sia di tipo oggettivo, mediante ampliamento della tipologia di immobili cui fa riferimento, sia di tipo funzionale, a seguito della progressiva estensione dei requisiti richiesti per il suo conseguimento (si pensi, da ultimo, all’inserimento del rispetto degli obblighi di infrastrutturazione digitale, ad opera dell’art. 4 d.lgs. 207/2021).

Il Consiglio ha anche dato conto dell’apparato sanzionatorio che assiste i requisiti sostanziali per l’agibilità e il dato formale della mancanza del relativo certificato.

Post di Daniele Iselle

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