Il cumulo tra l’azione di nullità in ottemperanza e l’azione di annullamento avverso uno stesso atto amministrativo

24 Mag 2024
24 Maggio 2024

Nel caso di specie, un operatore economico agiva per l’ottemperanza di una sentenza che aveva annullato una prima aggiudicazione, lamentando il carattere violativo o elusivo della seconda aggiudicazione, successivamente adottata dal Ministero; proponeva, tuttavia, anche una domanda di annullamento di quest’ultimo atto, deducendo specifiche censure intese a dimostrane l’illegittimità.

Il TAR Veneto, allineandosi all’Adunanza Plenaria, ha affermato l’ammissibilità del suddetto cumulo di domande.

L’azione di annullamento di un atto amministrativo, emanato in ottemperanza di un precedente annullamento giurisdizionale, può essere promossa in uno con l’azione di ottemperanza innanzi al giudice competente per quest’ultima, sia in quanto questi è il giudice naturale dell’esecuzione della sentenza, sia in quanto egli è il giudice competente per l’esame della forma di più grave patologia dell’atto, quale è la nullità. Naturalmente questi, in presenza di una tale opzione processuale, è chiamato in primo luogo a qualificare le domande prospettate, distinguendo quelle attinenti propriamente all’ottemperanza da quelle che invece hanno a che fare con il prosieguo dell’azione amministrativa che non impinge nel giudicato, traendone le necessarie conseguenze quanto al rito ed ai poteri decisori. Nel caso in cui il giudice dell’ottemperanza ritenga che il nuovo provvedimento emanato dalla P.A. costituisca violazione ovvero elusione del giudicato, dichiarandone così la nullità, a tale dichiarazione non potrà che seguire la improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse della domanda di annullamento. Viceversa, in caso di rigetto della domanda di nullità, il giudice disporrà la conversione dell’azione per la riassunzione del giudizio innanzi al giudice competente per la cognizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Casa di abitazione che si rivela abusiva: in base al diritto CEDU potrebbe risultare sproporzionato l’obbligo di demolirla?

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Nel caso di specie, il privato riceveva un’ordinanza di demolizione, per aver realizzato senza autorizzazione una sala da adibire a tennis da tavolo, con annessi servizi, a piano primo. Il tutto a completamento di un’edificazione, che nasceva abusiva, ma era poi sanata, destinata esclusivamente ad attività imprenditoriale, o comunque sportiva.

Il privato chiedeva al Giudice amministrativo di valutare la compatibilitĂ  della sanzione con il diritto della CEDU, in particolare sotto il profilo del difetto di proporzionalitĂ .

Il Consiglio di Stato ha in effetti esperito questo vaglio.

Nel caso di specie, riteneva che i cd. criteri Engel fossero rispettati e che, quindi, la misura ripristinatoria fosse stata legittimamente irrogata (anche alla luce della natura “ludica” dell’abuso accertato).

Tuttavia, il Consiglio aggiungeva queste considerazioni, che forse meritano di essere attentamente meditate: “9. Laddove dunque la tutela della proprietà non venga all’evidenza ex se, ma in ragione della finalità che è destinare a soddisfare, essa può divenire prioritaria rispetto a quella del mero ripristino della legalità lesa.

9.1. Quanto detto tuttavia ha trovato valorizzazione laddove venga all’evidenza un bene primario, quale la casa di abitazione, non in relazione ad altre tipologie di funzionalità e comunque non in maniera assoluta. In tale solco si colloca anche la pronuncia della Corte EDU (sez. V, 21 aprile 2016, n. 46577/15, Ivanova e altri c. Bulgaria), richiamata dal primo giudice”.

Il Consiglio si è subito affrettato a negare qualsiasi autonomismo interpretativo tra diritto di abitazione ed esenzione dalla demolizione, anche e soprattutto quando vi siano altri interessi pubblici interessati, come quello al paesaggio.

E tuttavia, si può ipotizzare la situazione di un privato cittadino – discendente dei proprietari costruttori, senza colpa – che scopra a distanza di decenni di abitare in una casa abusiva e non sanabile, distante da qualsiasi bellezza naturale e storica, senza avere i mezzi per trasferirsi altrove, in cui la sanzione demolitoria possa essere sproporzionata?

E in quel caso, quale sanzione – se ve ne corre l’obbligo – si dovrebbe applicare?

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’ordinanza di demolizione è un atto vincolato

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Lo ha ribadito il TAR Veneto. Non rileva quindi l’omessa indicazione dell’articolo corrispondente alla sanzione demolitoria, ovvero l’erronea indicazione del privato comproprietario come cointestatario del titolo edilizio (se si tratta di un ipotesi di difformità dal titolo medesimo).

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Diniego di sanatoria e ordine di demolizione

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, qualora l’ordine di demolizione sia adottato a seguito di un diniego di sanatoria, mai impugnato dal privato, l’ordine stesso ha natura vincolata, anche ai fini dell’art. 21-octies, co. 2 l. 241/1990.

In particolare, non è necessario motivare la sussistenza di un interesse pubblico.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Omissione della comunicazione di avvio del procedimento di demolizione

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Il TAR Veneto ribadisce che l’omessa comunicazione di avvio del procedimento, nel caso di un’ordinanza di demolizione, non comporta l’illegittimità del provvedimento, trattandosi di attività vincolata.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Inottemperanza all’ordine di demolizione e immissione nel possesso dell’immobile abusivo acquisito al patrimonio comunale

23 Mag 2024
23 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, qualora l’atto di accertamento dell’inottemperanza all’ordine di demolizione sia stato impugnato dal privato, soccombendo con sentenza passata in giudicato, diviene inammissibile l’impugnazione del mero verbale di avvenuta immissione nel possesso, il quale in ogni caso è un atto meramente consequenziale e non lesivo in via autonoma, essendo un verbale di constatazione di operazioni materiali con efficacia meramente dichiarativa delle operazioni effettuate durante l’accesso ai luoghi, non avente natura provvedimentale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Inquinamento ed obbligo di bonifica

22 Mag 2024
22 Maggio 2024

Il T.A.R. Veneto si sofferma sulla normativa concernente l’obbligo di bonifica di un sito inquinato, con precipuo riferimento sia alle responsabilità dei vari soggetti coinvolti sia all’individuazione ed al superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC).

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Inquinamento ambientale ed individuazione del responsabile

22 Mag 2024
22 Maggio 2024

Il T.A.R. Veneto ricorda che, in materia ambientale, non trova applicazione il principio penalistico del “oltre ogni ragionevole dubbio”, ma quello eurocomunitario del “più probabile che non”. La sentenza è particolarmente interessante perché concerne il cd. caso Miteni (pfas).

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Inquinamento e obbligo di comunicazione

22 Mag 2024
22 Maggio 2024

Il T.A.R. Veneto, sempre con riferimento al noto caso cd. Miteni, si sofferma sugli obblighi di comunicazione che fanno capo al soggetto responsabile dell’inquinamento.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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La dicatio ad patriam

22 Mag 2024
22 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha offerto una pregevole disamina dell’istituto della dicatio ad patriam, la quale può conseguire o ad un atto volontario del proprietario, oppure ad una “scelta imposta”.

Post di Alberto Antico – avvocato

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