Modifica dell’importo dei canoni di concessione

02 Set 2025
2 Settembre 2025

Il TAR Veneto evidenzia che nei rapporti di durata, qual è una concessione in corso di svolgimento, si applica lo ius superveniens (anche se comportante modifiche peggiorative) ex art. 1339 c.c., con quindi possibile aggravamento dei canoni.

Nel caso di specie, peraltro, le modifiche normative riguardanti i canoni erano state comunicate al privato, che nulla aveva all’epoca contestato e/o impugnato.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Interesse pubblico per l’annullamento in autotutela di un titolo edilizio

01 Set 2025
1 Settembre 2025

Il TAR Veneto evidenzia che l’art. 21-nonies della l. n. 241/1990 richiede la sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale all’adozione dell’atto di annullamento in autotutela di un titolo edilizio, da compararsi con gli altri interessi in gioco, quello pubblico e quello dell’altro privato.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Interesse pubblico all’autotutela di un titolo edilizio nel caso di dichiarazioni non veritiere

01 Set 2025
1 Settembre 2025

In un’ipotesi di procedimento di annullamento di autotutela di un titolo edilizio, il TAR Veneto evidenzia che l’interesse pubblico dev’essere particolarmente motivato, considerati i palesi interessi dei privati: l’unica ipotesi di attenuazione dell’onere di motivazione è nel caso di un robusto interesse pubblico autoevidente, quale è la presenza di dichiarazioni non veritiere.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Interesse pubblico all’autotutela nel caso di abusi edilizi

01 Set 2025
1 Settembre 2025

Il TAR Veneto ribadisce che, nei casi di rilevanza e autoevidenza degli interessi pubblici (quale può essere l’ipotesi di accertati abusi edilizi), l’Amministrazione può soddisfare la richiesta di motivazione dell’interesse pubblico prevista dall’art. 21-nonies l. n. 241/1990 mediante il mero richiamo alle circostanze di fatto constatate e alle norme ritenute violate.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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La nozione di acque pubbliche e la relativa fascia di rispetto

01 Set 2025
1 Settembre 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato che l’art. 96, lett. f r.d. 523/1904 è volto alla tutela dei corsi d’acqua, degli argini e degli elementi ripariali, imponendo in modo vincolato il divieto di costruire manufatti entro una fascia di rispetto la cui ampiezza può essere stabilita dalle discipline vigenti nelle diverse località; in assenza di queste, la distanza minima deve essere di 4 metri per le piantagioni e i movimenti di terreno e di 10 metri per le fabbriche e gli scavi. Il presupposto per l’applicazione del vincolo è la natura demaniale del corso d’acqua. È dunque necessario verificare se il greto o la valletta in prossimità delle opere e dei manufatti oggetto dell’ordinanza di demolizione rientrino tra le acque pubbliche, per le quali è applicabile il citato art. 96.

Costituiscono acque pubbliche e appartengono al demanio idrico le acque superficiali e sotterranee, indipendentemente dall’uso, incluse quelle convogliate o raccolte in invasi o cisterne, e anche le acque meteoriche, se confluiscono in corsi d’acqua pubblici. Infatti, l’art. 1 r.d. 1775/1933, pur originariamente basato sull’uso pubblico della risorsa, è stato superato dalle successive normative, tra cui l’art. 1 l. 36/1994 (ora sostituito dall’art. 144 d.lgs. 152/2006) e l’art. 1 d.P.R. 238/1999. Le acque non demaniali costituiscono un’eccezione e si limitano a quelle piovane non convogliate e ad alcune acque termali o per usi privati specifici.

La giurisdizione del TSAP, in sede di legittimità, si estende anche alle questioni relative alla demanialità delle acque quando la loro risoluzione sia necessaria per la decisione del ricorso vertente su interessi legittimi sul quale il medesimo Tribunale ha la giurisdizione (cfr. art. 197 r.d. 1775/1933).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Calcolo degli oneri di urbanizzazione e correzione degli eventuali errori commessi da parte del Comune

01 Set 2025
1 Settembre 2025

Il TAR Palermo ha affermato che la natura non autoritativa degli atti con i quali il Comune provvede alla determinazione degli oneri di urbanizzazione, atti non riconducibili all’espressione di una potestà pubblicistica, comporta che nell’ordinario termine decennale di prescrizione, decorrente dal rilascio del titolo edilizio, sia sempre possibile, e anzi doverosa, da parte della P.A., nell’esercizio delle facoltà connesse alla propria posizione creditoria, la rideterminazione del contributo, quante volte essa si accorga che l’originaria liquidazione di questo sia dipesa dall’applicazione inesatta o incoerente di parametri e coefficienti determinativi, vigenti al momento in cui il titolo fu rilasciato, o da un semplice errore di calcolo, con l’ovvia esclusione della possibilità di applicare retroattivamente coefficienti successivamente introdotti, non vigenti al momento in cui il titolo fu rilasciato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Legittimazione e interesse a ricorrere

30 Ago 2025
30 Agosto 2025

Il TAR Veneto ricorda che la legittimazione a ricorrere postula l’esistenza di un interesse attuale e concreto all’annullamento dell’atto, che deve andare di pari passo con l’interesse a ricorrere, ossia l’esistenza di una lesione concreta e attuale al suddetto interesse del privato; entrambe tali condizioni dell’azione devono sussistere per l’intera durata del giudizio.

Ne deriva che al mero fatto di essere destinatari di un atto amministrativo non consegue necessariamente la legittimazione a ricorrere.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Illegittimità derivata

30 Ago 2025
30 Agosto 2025

Il TAR Veneto ricorda che i vizi del presupposto parere negativo della Soprintendenza si ripercuotono – come illegittimità derivata – sul diniego di sanatoria adottato dal Comune.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Istanze risarcitorie

30 Ago 2025
30 Agosto 2025

Il TAR Veneto precisa che, in presenza di una sopravvenuta carenza di interesse al ricorso, l’assenza della presentazione di una domanda risarcitoria, ovvero della sua prospettazione ex art. 34, co. 3 c.p.a., comporta direttamente l’improcedibilità del giudizio, senza necessità di doversi esprimere nel merito.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Comportamento della parte vincitrice e condanna alle spese

30 Ago 2025
30 Agosto 2025

Il TAR Veneto ha negato la condanna alle spese – nonostante avesse annullato il provvedimento amministrativo – alla parte che, pur essendo nei termini per presentare motivi aggiunti su un ricorso (trattandosi dell’impugnazione di un atto strettamente connesso, peraltro affetto da annullabilità derivata), sceglieva di presentarne uno autonomo, poi deciso cinque anni dopo.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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