Interesse pubblico e inibitoria in autotutela della SCIA

23 Nov 2023
23 Novembre 2023

Il T.A.R. Veneto afferma che, per inibire in autotutela una SCIA, occorre motivare la prevalenza dell’interesse pubblico rispetto all’affidamento del privato. Nel caso di specie, dato che l’intervento edilizio di ristrutturazione di un appartamento ottocentesco prevedeva di realizzare un numero maggiore di servizi igienici rispetto a quelli previsti dalle norme del Comune, modificando finanche, in modo abusivo, la destinazione d’uso dei locali (da abitazione ad attività ricettiva), il Collegio ha ritenuto sufficiente il riferimento al corretto uso del territorio ed alla salvaguardia della bellezza di Venezia.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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SCIA alternativa al PdC e ius superveniens

23 Nov 2023
23 Novembre 2023

Il TAR Veneto ha affermato che la normativa in materia di contributo di costruzione applicabile in caso di SCIA alternativa al PdC è quella in vigore al momento della presentazione della SCIA stessa da parte del privato (e non quella del momento in cui spira il termine di cui all’art. 19, co. 3 l. 241/1990 in assenza di provvedimenti inibitori da parte del Comune).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Tardività dell’istanza di annullamento in autotutela del permesso di costruire

23 Nov 2023
23 Novembre 2023

Il TAR Veneto ribadisce che per il terzo, l’istanza di annullamento in autotutela deve essere presentata entro il termine rigido previsto dalla legge (nel caso di specie, si trattava ancora dei 18 mesi dall’adozione del provvedimento), altrimenti la situazione giuridica si consolida definitivamente. L’unica ipotesi esclusa è quella in cui il terzo abbia impugnato il diniego di autotutela per cui abbia fatto istanza; se il Giudice annulla, la P.A. torna ad avere il potere di agire in autotutela.

Il Giudice veneto fa così propria, anche per il permesso di costruire, la linea di ragionamento fornita dalla Corte Costituzionale per la SCIA edilizia.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Dichiarato improponibile l’emendamento sul “condoncino edilizio”

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Nel post del 14.11.2023 davamo atto che al Senato pendeva un emendamento alla legge di conversione del d.l. 145/2023, cd. decreto Anticipi, che mirava ad approvare un “condoncino edilizio” per le difformità edilizie realizzate prima del 30.01.1977.

Si segnala che la 5° Commissione (Bilancio) del Senato ha dichiarato tale emendamento improponibile, nella seduta n. 146 del 14/11/2023, valutazione confermata nella seduta n. 150 del 16/11/2023.

Verosimilmente l’improponibilità è stata dichiarata per estraneità dell’emendamento all’oggetto della discussione (cfr. art. 97, co. 1 Reg. Senato). Tale decisione del Presidente della Commissione è inappellabile (cfr. comma 3 art. cit.).

In effetti, la Corte costituzionale in plurime sentenze ha escluso la possibilità di inserire nella legge di conversione di un decreto legge emendamenti che fossero “del tutto estranei all’oggetto e alle finalità del testo originario”.

Il d.l. 145/2023 si occupa di pensioni, rinnovo dei contratti pubblici e disposizioni fiscali (Capo I), degli enti territoriali (Capo II), di investimenti e sport (Capo III), di lavoro, istruzione e sicurezza (Capo IV) … ma non di edilizia.

Entro quando si può presentare l’istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001?

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Il TAR Catania ha offerto una risposta composita.

Nelle ipotesi in cui sia adottato l’ordine demolitorio, il termine finale per la presentazione dell’istanza di sanatoria coincide con il termine assegnato per la demolizione (ossia, 90 giorni dalla ricezione dell’ordine di demolire, nei casi di interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali).

Nelle diverse ipotesi in cui sia irrogata una sanzione amministrativa pecuniaria, l’istanza di sanatoria potrà essere avanzata sino al momento della stessa adozione della misura sanzionatoria. La domanda di sanatoria è ricevibile oltre il termine di 90 giorni dalla notifica dell’ordine di demolizione, ad esempio, nelle ipotesi di fiscalizzazione dell’abuso.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001 e osservazioni del privato al preavviso di rigetto

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Il TAR Catania ha ricordato che l’obbligo di valutazione degli scritti presentati ai sensi dell’art. 10-bis l. 241/1990 non implica una puntuale risposta a quanto rilevato dall’istante, ove tali argomentazioni non avrebbero comunque consentito di determinare un diverso esito del procedimento, stante la natura vincolata dell’accertamento di conformità.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sanatoria ex art. 36 D.P.R. 380/2001 e non annullabilitĂ  del diniego per carenza di motivazione sulle osservazioni al preavviso di diniego

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, di fronte al motivo d’appello del privato che lamentava una carenza di motivazione del Comune sulle difese procedimentali da lui svolte dopo la ricezione del preavviso di rigetto ex art. 10-bis l. 241/1990 sulla propria istanza di sanatoria edilizia, ha respinto il motivo invocando la fattispecie di non annullabilità ex art. 21-octies, co. 2 l. cit.

Si segnala però che il III periodo di quest’ultima norma recita: “La disposizione di cui al secondo periodo non si applica al provvedimento adottato in violazione dell’articolo 10-bis”.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La sanatoria edilizia ex art. 36 d.P.R. 380/2001 è un provvedimento vincolato

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha affermato che il procedimento per la verifica di conformità ex art. 36 d.P.R. 380/2001 sfocia in un provvedimento di carattere assolutamente vincolato, il quale non necessita di altra motivazione oltre a quella relativa alla corrispondenza (o no) dell’opera abusiva alle prescrizioni urbanistico-edilizie e a quelle recate da normative speciali in ambito sanitario e/o paesaggistico, sia all’epoca di realizzazione dell’abuso sia a quella di presentazione dell’istanza. Ciò determina che in sede di accertamento di conformità è interamente a carico della parte l’onere di dimostrare la cd. doppia conformità.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’istanza di sanatoria ex art. 36 D.P.R. 380/2001 e l’(irrilevante) affidamento del privato

22 Nov 2023
22 Novembre 2023

Nel caso di specie, un’impresa che svolge l’attività di affittacamere a Venezia, dal 2000 in poi, chiedeva ed otteneva dal Comune i titoli per eseguire vari interventi edilizi.

Di recente, il Comune contestava la necessità di adeguamento degli scarichi. L’istanza di sanatoria veniva denegata e l’impresa provava a difendersi eccependo l’affidamento maturato negli ultimi vent’anni, ove mai aveva ricevuto contestazioni.

Il TAR Veneto – con laconica motivazione – ha affermato che l’accertamento di conformità presuppone la spendita di un potere interamente vincolato nel quale affidamento del privato non può assumere rilevanza.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La discrepanza tra il cambio d’uso senza opere da negozio a garage e la sua variazione catastale da C1 a C6

21 Nov 2023
21 Novembre 2023
Per spiegare la questione, partiamo da un caso concreto.
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Italo è il ragazzo che, giunto all'età lavorativa, decide di stipulare un mutuo per comperare una piccola casetta con la parte residenziale al primo piano e un garage al piano terra, nato come negozio e, quindi, C1 al catasto.
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Il venditore prepara le carte e incarica un geometra di presentare al Comune una SCIA per il cambio di destinazione d'uso senza opere del piano terra da negozio a garage.
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Il geometra presenta la SCIA in Comune e la variazione al Catasto da C1 (negozio) a C6 (garage).
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Dal punto di vista comunale la pratica è corretta e il Comune lo scrive espressamente.
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Le parti allora vanno dal notaio a effettuare il rogito, chiedendo per il giovane Italo i benefici fiscali della prima casa per entrambi i piani della casa, indicando un unico prezzo globale.
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Dopo qualche mese il catasto boccia la variazione da C1 a C6 perché non sono state fatte opere idonee a trasformare effettivamente il negozio in garage (eliminazione della vetrina e installazione di un portone, per esempio).
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Una prima ricaduta si ha in materia di IMU.
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Poi, quando l'Agenzia delle entrate si accorgerĂ  della questione, farĂ  decadere i benefici fiscali per la prima casa e chiederĂ  al giovane Italo piĂą o meno 15.000 euro di imposte.
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Pubblichiamo alcuni documenti provenienti dalla Agenzia delle Entrate - Catasto che illustrano la questione.
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Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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Pubblichiamo anche due ordinanze della Corte di Cassazione sul tema.
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