Author Archive for: SanVittore

Il vincolo idraulico ha davvero carattere assoluto e inderogabile?

17 Nov 2021
17 Novembre 2021

Pubblichiamo una nota dell'avv. Vasco Egidio Meneguzzo, che sentitamente ringraziamo, sull’art. 96 lettera f) del R.D. 523/1904.

vincolo idraulico

Istanza di sanatoria a seguito dell’ordinanza di demolizione

17 Nov 2021
17 Novembre 2021

Il TAR Veneto ha affermato che la presentazione di un’istanza di sanatoria successivamente all’adozione di provvedimenti sanzionatori per abusi edilizi determina l’inefficacia della sanzione e l’improcedibilità del ricorso avverso la sanzione stessa per sopravvenuta carenza di interesse. In caso di diniego dell’istanza di sanatoria, il responsabile dell’abuso edilizio potrà ricorrere per l’annullamento di tale rigetto.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Provvedimento pluricensurato e infondatezza di uno dei motivi di ricorso

17 Nov 2021
17 Novembre 2021

Il TAR Veneto ricorda il costante orientamento giurisprudenziale per cui l’infondatezza di uno solo dei motivi di ricorso comporta il venir meno dell’interesse allo scrutinio degli altri, con conseguente rigetto dell’intero ricorso.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Come giudici e leggi stanno cambiando l’avvocatura: dall’equo compenso al rapporto con il lavoro dipendente

16 Nov 2021
16 Novembre 2021

I giudici amministrativi forniscono spesso un buon punto di vista sull’avvocatura. E mostrano anche le incomprensioni su ciò che è davvero la professione. Così per l’equo compenso.

Sul punto, il quadro normativo è come un “puzzle”. Però, senza farla troppo lunga, le norme di base contengono un’affermazione importante: la pubblica amministrazione “garantisce il principio dell’equo compenso” nel rapporto con la generalità dei professionisti. E, per gli avvocati, l’equo compenso è quello “conforme” ai parametri. Dunque la disciplina dell’equo compenso condiziona ogni incarico. C'è un limite economico inderogabile: e le pubbliche amministrazioni devono rispettarlo, perché su di loro grava per legge l’obbligo di garantire che il corrispettivo riconosciuto al professionista non sia iniquo.

Sembra chiaro, ma c’è chi la vede in modo opposto. Come ad esempio il TAR Lombardia, nella sentenza 1071/2021. Ritiene, il TAR Lombardia, che va bene tutto ciò che è frutto dell’incontro di volontà tra le parti. E’ il professionista che liberamente si propone per un incarico, e che – per obbligo deontologico – deve rendere una prestazione adeguata: perciò saprà lui quanto può chiedere per poterla fare. Suona bene, ma qualcosa non fila: se è davvero così, a che serve aver introdotto la norma sull’equo compenso? Non cambia mica niente...

E’ una sentenza che ha avuto ampia diffusione: dunque, con la benedizione del TAR lombardo, via libera alle gare al massimo ribasso. Ma il Consiglio di Stato – con la sentenza 7442/2021 – non giunge affatto alla stessa conclusione. L’equo compenso è importante: colma uno “scarto negativo” che nel tempo ha provocato una “deminutio di tutela” per le libere professioni.

Insomma, sottopagati no; però gratis va bene. Se una retribuzione c’è, deve essere equa. Ma può non esserci, perché va fatta salva la libertà del professionista di rinunciare a ogni compenso. Se gli basta la soddisfazione “per aver apportato il proprio personale, fattivo e utile contributo alla cosa pubblica”, perché impedirglielo?

Anche qui l’argomentazione sembra ragionevole, e anche qui c’è qualcosa che non gira: un po’ come una perdita di contatto con la realtà. Va bene la filantropia. Ma non può essere la regola. Bene cioè se voglio lavorare gratuitamente per una nobile causa. Ma se la pubblica amministrazione usa la gratuità come sistema, strutturando bandi ed elenchi per selezionare i “donatori”, allora non c’entra la scelta filantropica individuale. C’entrano i “vantaggi indiretti” (ai quali pudicamente la sentenza fa cenno).

Insomma, se devo mettermi in fila per poter aspirare a un incarico non retribuito, allora sto probabilmente cercando di incrementare il mio curriculum; cioè, sto cercando di poter lavorare. Ma allora la pubblica amministrazione sta approfittando di una situazione dell’avvocatura nella quale davvero si deve essere pronti a qualsiasi cosa per poter accedere al mercato (e magari potrebbe pure mettere all’asta i propri incarichi per cercare chi paghi di più per poterli svolgere …). Ancora peggio, poi, se i “vantaggi indiretti” consistessero nella possibilità di valorizzare la frequentazione con l’ente nei rapporti con i clienti privati: sarebbe un corrispettivo nascosto, ma incidente nell’ambito dei servizi legali.

Sul punto, pertanto, concentrarsi solo sulla libertà di scelta del singolo professionista (che certamente esiste) non consente di comprendere la situazione effettiva.

Passando dal giudice al legislatore, è da sperare che quest’ultimo abbia una maggior consapevolezza su questo tema. Incrociamo le dita, ma la garanzia dell’equo compenso da parte delle amministrazioni non pare venir meno nel testo di legge ora in corso di approvazione parlamentare. E’ sì prevista l’abrogazione delle norme vigenti, ma non per esonerare le amministrazioni dal rispetto dell’equo compenso, quanto per attrarle in forma più specifica nel novero dei soggetti “forti”. Se poi la nuova disciplina potrà dare indicazioni anche sugli incarichi gratuiti, è da vedere.

Sul piano legislativo, le perplessità maggiori riguardano però gli elementi di fondo dell'avvocatura.

Il caso è quello del recente decreto legge 152/2021, che – all’art. 31 – prevede il mantenimento dell’iscrizione negli albi da parte dei professionisti assunti a tempo determinato per l’attuazione del PNRR.

Nessuno dubita della bontà dell’intenzione: l'aspirazione al rilancio del Paese grazie appunto al PNRR. Ma non basta. L'avvocato è un professionista con proprie caratteristiche essenziali: prima di tutto, deve essere indipendente e autonomo, libero da condizionamenti. Sovrapporre iscrizione all’albo e lavoro dipendente è problematico.

La questione si salda poi con quelle connesse all'Ufficio del processo. E così si aggiungono le difficoltà di inquadramento di un’attività amministrativa svolta a contatto con l'esercizio della funzione giurisdizionale.

L’Ufficio del processo può probabilmente essere visto, e valutato, da prospettive diverse: sia come modo di miglioramento dell’attività giurisdizionale (è il modo migliore?), sia come “patto intergenerazionale”, per usare le parole del ministro Cartabia. Ma certo i numeri sono tali che l’impatto sull’avvocatura non è irrilevante.

E dunque è necessario che la politica dimostri una sicura “padronanza dei fondamentali”. Incidere sulle regole di base dell’avvocatura significa infatti incidere sull'effettività del nostro sistema di giustizia.

Stefano Bigolaro - avvocato

cds incarichi gratuiti 7442-2021

L’Adunanza Plenaria si esprime sulle proroghe delle concessioni balneari

16 Nov 2021
16 Novembre 2021

Il Consiglio di Stato, in sede di Adunanza Plenaria, ha affermato tre principii di diritto in merito alle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricettive:

1) le proroghe ex lege concesse per tali rapporti tra P.A. e privati (l’ultima delle quali contenuta nel d.l. n. 34/2020) sono illegittime per contrasto con la disciplina comunitaria di cui alla direttiva cd. Bolkestein, la quale è da considerarsi, in parte qua, immediatamente applicabile, da parte sia del Giudice, sia dell’Amministrazione;

2) trattandosi di proroga prevista ex lege, l’eliminazione della stessa per contrasto con la disciplina comunitaria non richiede generalmente un atto formale di autotutela, in quanto gli effetti dell’atto amministrativo meramente ricognitivo emanato sulla base di tale legge tamquam non essent;

3) per evitare conseguenze repentine a seguito delle decisioni de quibus, viene posto come termine ultimo per la proroga il 31.12.2023, dando così anche il tempo alla P.A. di predisporre le procedure ad evidenza pubblica per l’aggiudicazione delle concessioni medesime.

Non si può ritenere sussistente alcun affidamento del terzo concessionario in essere, in quanto (evidenzia il Consiglio di Stato) la prima procedura di infrazione in tal senso è stata aperta nel 2008.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Principii in materia di aggiudicazione delle concessioni balneari

16 Nov 2021
16 Novembre 2021

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato evidenzia quali siano le linee guida che dovranno indirizzare le PP.AA. nello svolgimento delle gare per l’aggiudicazione delle concessioni, a seguito della dichiarazione di illegittimità delle proroghe ex lege.

In particolare, già la direttiva Bolkestein chiede una procedura trasparente e imparziale, che però, nello stabilire le regole di selezione, deve tenere conto degli interessi di salute pubblica, politica sociale e del lavoro, sicurezza dei lavoratori, protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale. In termini di valutazione delle offerte, le stesse potranno basarsi su standard qualitativi dei servizi superiori ad eventuali minimi previsti dal bando, nonché sulla sostenibilità sociale e ambientale del progetto.

Si potrà poi tenere conto, sempre in sede di precisazione delle regole di procedura, dell’eventuale affidamento del concessionario uscente e degli investimenti da questi effettuati, nonché dell’esperienza maturata nella gestione del bene pubblico de quo.  Peraltro, in assenza di un principio espresso di rotazione degli affidamenti, quanto detto non potrà comportare l’affidamento in via automatica al gestore uscente, o l’impedimento a nuovi soggetti di partecipare alla gara.

In merito alla durata delle concessioni, il Consiglio di Stato auspica un intervento normativo che preveda un tetto massimo, entro cui la P.A. possa determinarsi; in ogni caso, propone una durata che permetta il rientro economico dagli investimenti compiuti e una remunerazione del capitale investito (ma, sembrerebbe, non oltre tali cifre).

Infine, relativamente al valore della concessione, il G.A. chiede di sfruttare il reale valore del bene demaniale oggetto di concessione, ritenendo peraltro opportuno che tale voce formi specifico oggetto della procedura di gara.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Natura eccezionale del procedimento semplificato SUAP in variante agli strumenti urbanistici

15 Nov 2021
15 Novembre 2021

Il TAR Veneto ricorda che la procedura di cui agli artt. 8 del d.P.R. n. 160/2010 e 4 della l. R.V. n. 55/2012, volta all’insediamento e allo sviluppo di attività produttive in variante nel caso gli strumenti urbanistici comunali non individuino (abbastanza) aree da destinarsi a tale scopo, è di natura eccezionale. Pertanto, essa è attivabile solamente in presenza di tutti i requisiti oggettivi previsti dalla norma, per evitare che venga utilizzata per variare surrettiziamente gli strumenti urbanistici: e quindi, deve essere previamente accertata l’assenza delle aree a destinazione produttiva o la loro insufficienza, con tale termine intendendo una superficie non congrua in ordine all'insediamento da realizzare, in costanza degli standard previsti.

Il G.A. precisa inoltre che il Consiglio Comunale, in sede di variante urbanistica, dispone di piena autonomia, potendo, nell’esercizio dei suoi poteri pianificatori, svincolarsi dalla decisione già presa in conferenza di servizi.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Quali sono le caratteristiche della pergotenda?

15 Nov 2021
15 Novembre 2021

Il T.A.R. ricorda le caratteritiche tecniche che la pergotenda deve possedere per essere qualificata tale.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Contratti attivi dell’Amministrazione e concessioni di servizi

15 Nov 2021
15 Novembre 2021

Il TAR Piemonte evidenzia la natura di concessione di servizi del contratto per l’installazione e la messa in funzione di distributori automatici all’interno di un Ente pubblico: il fatto che da tale contratto non derivino oneri per la Pubblica Amministrazione non comporta automaticamente la sua qualifica come “contratto attivo”: prevale infatti quale oggetto la gestione del servizio di distribuzione automatica rispetto a quella della locazione degli spazi al privato. In ogni caso, rileva il TAR, anche i contratti attivi soggiacciono ai principi generali sui contratti pubblici in materia di concorrenza.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Poteri di controllo della P.A.

12 Nov 2021
12 Novembre 2021

Il TAR Veneto ricorda che la qualificazione di un intervento edilizio come rientrante tra quelli di attività edilizia libera non comporta l’impossibilità, per la P.A., di verificare l’idoneità dei locali ad una certa destinazione (nel caso di specie, direzionale).

Post di Alessandra Piola – avvocato

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