Sul provvedimento plurimotivato
Il T.A.R. ricorda in cosa consiste un provvedimento cd. plurimotivato
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. ricorda in cosa consiste un provvedimento cd. plurimotivato
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il TAR Veneto ricorda che la natura sussidiaria dell’azione di indebito arricchimento ex art. 2041 c.c. ne impedisce l’applicazione alle ipotesi di richieste di pagamento provenienti dai dipendenti pubblici, relativamente alle loro retribuzioni.
Difatti le norme imperative che fissano le retribuzioni indicano anche le specifiche azioni che possono essere promosse, nonché i relativi presupposti.
Post di Alessandra Piola – avvocato
Il TAR Veneto ricorda che non costituisce violazione e/o elusione del giudicato (e, quindi, il relativo ricorso per inottemperanza deve essere rigettato) l’adozione di un provvedimento che riconferma le scelte del precedente provvedimento di diniego annullato, se la P.A. motiva adeguatamente le ragioni per cui nuovamente denega.
Post di Alessandra Piola – avvocato
Nel caso di specie, una società presentava domanda di PdC per l’esecuzione di opere di recinzione interna e di apertura di un nuovo accesso carraio sul lato nord del fondo di sua proprietà , giacché esso risultava privo di un accesso alla via pubblica consono all’attività da svolgersi nel complesso industriale.
Il Comune emanava un preavviso di rigetto, chiedendo alla società di presentare uno schema di convenzione/atto unilaterale d’obbligo ex art. 28-bis T.U. edilizia. La società presentava la bozza, ma il Comune denegava il PdC, evidenziando il negativo impatto sulla viabilità pubblica dell’accesso carraio progettato.
Il TAR Veneto ha annullato tale diniego, rilevando che il Comune aveva ivi compiuto valutazioni proprie di altra sede procedimentale: infatti, l’apertura di accesso carraio deve essere autorizzata dall’Ente proprietario della strada ex art. 22 del Codice della strada, in base alle condizioni individuate dagli artt. 45-46 del relativo Regolamento d’esecuzione; se poi l’apertura del passo carrabile implichi anche una trasformazione del territorio, l’intervento deve essere assentito altresì dal punto di vista edilizio. Le due valutazioni però rimangono distinte.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il TAR Veneto ricorda che, nel caso di diniego di sanatoria, è necessario indicare le ragioni ostative all’accertamento di conformità , supportate da elementi di fatto. Pertanto, è illegittimo il diniego che si limiti a richiamare l’ordinanza di demolizione, senza addurre in concreto alcun elemento di fatto o di diritto idoneo a fondare il rigetto medesimo.
Post di Alessandra Piola – avvocato
Li ha offerti il TAR Veneto: in particolare, la motivazione deve consentire di ripercorrere l’iter logico-giuridico seguito dalla P.A. nella sua decisione e non può essere integrata nel corso del giudizio innanzi al TAR.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il TAR Veneto ha affermato che le opere di ripristino/sostituzione di parti ammalorate di una costruzione giĂ esistente risultavano sanabili ai sensi della l. 724/1994.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il TAR Veneto ha affermato che il rinvio contenuto nell’art. 34, co. 2 d.P.R. 380/2001 alla normativa sull’equo canone (l. 27 luglio 1978, n. 392) va inteso in senso materiale, come riferito cioè ad una specifica metodologia di calcolo del costo di produzione degli immobili, metodologia da utilizzare anche dopo l’intervenuta modifica del regime delle locazioni abitative.
Si segnala che vi sono molte altre incertezze sul metodo di calcolo della fiscalizzazione, non ancora risolti dalla giurisprudenza.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il T.A.R. delinea alcuni principi giuridici che riguardano la cd. autorizzazione paesaggistica in sanatoria, meglio nota come compatibilitĂ paesaggistica ex art. 167 del d.lgs. n. 42/2004.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Nel caso di specie, una societĂ era autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico a realizzare e gestire un deposito costiero di oli minerali e GPL in area portuale, con annesso distributore di gasolio per uso marino.
In seguito, il Ministero denegava alla società l’autorizzazione a svolgere alcuni interventi di rifinitura delle opere già realizzate su area non demaniale (livellamenti del piazzale, pavimentazione di tratti dello stesso, pitturazione sala pompe antincendio, infissi palazzina uffici, arredi).
Il TAR Veneto ha annullato il diniego, qualificando dette opere come attività edilizia libera ai sensi dell’art. 6, lett. a ed e-ter T.U. edilizia.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
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