Quali referendum sono stati ammessi dalla Corte Costituzionale con le sentenze 11, 12, 13, 14 e 15 del 2025

11 Feb 2025
11 Febbraio 2025

L'avvocato Alberto Antico ha predisposto una nota sui referendum ammessi:

referendum ammessi

Essi riguardano:

  1. la cittadinanza per lo straniero residente in Italia;
  2. L'abrogazione del cd. Jobs act;
  3. i limiti massimi per l’indennità da licenziamento illegittimo;
  4. i contratti a tempo indeterminato;
  5. appalti e subappalti.

Inammissibile il referendum sull’autonomia differenziata

11 Feb 2025
11 Febbraio 2025

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum popolare per l’abrogazione della l. 86/2024 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione), come risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 192/2024.

Quel che resta della legge dopo la pronuncia della Consulta è stato ritenuto obiettivamente oscuro per l’elettore.

Dall’oscurità dell’oggetto del quesito deriva un’insuperabile incertezza sulla stessa finalità obiettiva del referendum. Con il rischio che esso si risolva in altro: nel far esercitare un’opzione popolare non già su una legge ordinaria modificata da una sentenza della Corte costituzionale, ma a favore o contro il regionalismo differenziato. Si rischierebbe cioè di avere una radicale polarizzazione identitaria sull’autonomia differenziata come tale, e in definitiva sull’art. 116, co. 3 Cost., che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo di revisione costituzionale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Tolleranze costruttive ante 24 maggio 2024 e vincolo paesaggistico: riflessioni a seguito delle Linee guida del MIT

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

Nel post pubblicato su Italiaius il 26.11.2024, ci si interrogava sulla corretta interpretazione dell’art. 3, co. 1 d.l. 69/2024, come convertito nella l. 105/2024, cd. riforma Salva casa, secondo cui gli interventi realizzati entro il 24.05.2024 di cui all’art. 34-bis, co. 1-bis d.P.R. 380/2001, cd. T.U. edilizia, sono soggetti al regime di cui all’art. 2, co. 1 d.P.R. 31/2017.

In quella sede, si sposava la tesi secondo cui le tolleranze costruttive ex art. 34-bis, co. 1-bis T.U. edilizia sono esenti da autorizzazione paesaggistica.

Le Linee guida sul Salva casa del MIT pongono esplicitamente la domanda, ma forniscono una risposta ambigua: “D.3.1.5 Come si coordina il regime delle tolleranze costruttive con l’autorizzazione paesaggistica? Gli interventi ricadenti nel regime delle tolleranze di cui al comma 1-bis non necessitano di autorizzazione paesaggistica, ove integrino interventi e opere ricomprese nell’allegato “A” del citato d.P.R. n. 31 del 2017 e nell’articolo 4 del medesimo articolato normativo” (cfr. pag. 20).

In premessa, si ricorda che le Linee guida sono dichiaratamente una fonte di soft law (cfr. pag. 3 delle Linee guida stesse) perciò hanno valenza meramente orientativa, non cogente per l’interprete.

Ad ogni modo, a detta del MIT, sembra che le tolleranze costruttive ex art. 34-bis, co. 1-bis T.U. edilizia siano esenti da autorizzazione paesaggistica non sempre, bensì solo ove integrino interventi ricompresi nell’allegato A, oppure nell’art. 4 d.P.R. 31/2017.

È un fatto che le Linee guida si riferiscono all’intero comma 1-bis dell’art. 34-bis T.U. edilizia: perciò, si ritiene comunque di dover scartare la tesi secondo cui l’esenzione varrebbe solo per le tolleranze entro la soglia del 2% di cui alla voce A31 dell’all. A d.P.R. 31/2017.

Per conciliare le diverse fonti, si potrebbe ritenere che le tolleranze in parola siano esenti da autorizzazione paesaggistica, qualunque sia la percentuale di tolleranza invocata del comma 1-bis cit., ma a patto che la tipologia di intervento che ha dato luogo alla tolleranza sia contemplata in una delle voci dell’allegato A, oppure in una delle ipotesi dell’art. 4 d.P.R. 31/2017.

Post di Alberto Antico – avvocato

La distanza tra pareti finestrate

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che la distanza di 10 metri prevista dall’art. 9 d.m. 1444/1968 deve essere osservata con riferimento a tutti gli elementi costruttivi aventi i caratteri della solidità, della stabilità e della immobilizzazione, senza possibilità di deroga, neppure per il caso in cui la nuova costruzione sia destinata a essere mantenuta a una quota inferiore a quella delle finestre antistanti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Distanza tra pareti finestrate in Zona A

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

Il TAR Veneto, pur dando atto del contrato giurisprudenziale sul punto, ha affermato l’obbligo di rispettare, nei centri storici, per le nuove costruzioni (comprese le sopraelevazioni), la distanza di 10 metri tra pareti finestrate.

Tale distanza non è derogabile nemmeno dal Piano Casa.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Vincolo indiretto e distanze in centro storico

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

L’art. 8, co. 1, n. 1, II punto del d.m. 1444/1968 afferma che nelle Zone A, in caso di trasformazioni o nuove costruzioni che risultino ammissibili, l’altezza massima di ogni edificio non può superare l’altezza degli edifici circostanti di carattere storico-artistico.

Il TAR Veneto ha affermato che, a questi fini, l’apposizione di un vincolo indiretto ex art. 45 d.lgs. 42/2004 non equivale a riconoscimento di un carattere storico-artistico all’immobile vincolato e, pertanto, le sue altezze possono essere superate.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Interventi in fascia di rispetto cimiteriale

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che gli interventi ammissibili nella fascia compresa tra i 50 e i 200 metri dalla cinta cimiteriale devono perseguire interessi aventi rango almeno pari agli interessi tutelati dalla disciplina in materia di fascia di rispetto cimiteriale, ai quali non sono assimilabili quelli, di natura soprattutto privata, sottesi all’approvazione di un piano di recupero, volto a realizzare, in modo prevalente, un’iniziativa di tipo residenziale privato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Zone di tutela dei laghi

10 Feb 2025
10 Febbraio 2025

Il TAR Veneto ha offerto un’applicazione dell’art. 41, co. 1, lett. g, n. 3 l.r. Veneto 11/2004, norma che affida al PAT il compito di individuare e disciplinare, quale zona di tutela, una fascia di profondità di almeno 100 metri dal limite dei laghi.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il regime processuale della prescrizione

08 Feb 2025
8 Febbraio 2025

Il TAR Sardegna ha affermato che, ai sensi dell’art. 2938 c.c., l’eccezione di prescrizione è un’eccezione in senso stretto che, come tale, può essere fatta valere solo dalla parte interessata. Quest’ultima è tenuta sia a indicare quando sarebbe sorto il debito, sia a dimostrare il decorso di un tempo sufficiente a fare maturare la prescrizione.

L’eccezione di interruzione della prescrizione integra invece un’eccezione in senso lato, con la conseguenza che il giudice la può rilevare d’ufficio sulla base di elementi probatori ritualmente acquisiti agli atti.

Il potere del giudice di rilevare d’ufficio l’interruzione della prescrizione non si estende sino a ricercare, al di fuori degli atti del processo, elementi che abbiano eventualmente prodotto tale effetto interruttivo. L’onere di provare il fatto interruttivo della prescrizione, ritualmente introdotto nel processo, grava su chi ha esercitato il diritto soggetto a prescrizione. In particolare, l’onere della prova del fatto interruttivo della prescrizione sulla cartella di pagamento relativa al “prelievo latte” grava sul creditore.

Ai sensi dell’art. 64, co. 2 c.p.a., i fatti non specificatamente contestati dalle parti costituite sono posti a fondamento della decisione, allo stesso modo di quanto avviene rispetto alle prove proposte dalle parti. Vale a dire che, in materia di impugnazione di atti tesi al recupero del “prelievo latte”, il giudice è tenuto a porre a fondamento della decisione l’eccezione di prescrizione motivatamente opposta dalla parte ricorrente qualora le PP.AA. intimate non l’abbiano contestata specificatamente, fornendo in giudizio almeno un principio di prova circa l’esistenza di un atto interruttivo della prescrizione medesima.

Il termine di prescrizione del credito riferito al “prelievo latte” è quello ordinario decennale ex art. 2946 c.c.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Le ipotesi di proroga del termine per il deposito delle offerte di gara (nel secondo codice appalti)

08 Feb 2025
8 Febbraio 2025

Il TAR Sardegna ha affermato la mancanza di tassatività delle due ipotesi di proroga del termine per il deposito delle offerte di gara tipizzate dall’art. 79, co. 3 d.lgs. 50/2016.

Ne consegue che possono darsi diverse circostanze che rendano insufficiente il termine concesso e che giustifichino un provvedimento discrezionale di differimento, la cui legittimità dovrà essere vagliata in concreto. Nel caso di specie, la Stazione appaltante apportava una legittima, minima modifica al termine finale di presentazione delle domande, garantendo la parità di trattamento a tutti gli operatori economici, tempestivamente informati della proroga stessa. Questi ultimi, considerata anche la tipologia di gara, avrebbero potuto agevolmente sfruttare a loro volta il maggior lasso temporale concesso per apportare eventuali modifiche alla propria offerta qualora lo avessero reputato conveniente od opportuno.

Post di Alberto Antico – avvocato

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