Atto di conferma e atto meramente confermativo

12 Feb 2024
12 Febbraio 2024

Il Consiglio di Stato ha affermato che allo scopo di stabilire se un atto amministrativo sia meramente confermativo (e perciò non impugnabile) o di conferma in senso proprio (e, quindi, autonomamente lesivo e da impugnarsi nei termini), occorre verificare se esso sia stato adottato o no a seguito di una nuova istruttoria e di una nuova ponderazione degli interessi.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Gli strumenti urbanistici devono essere impugnati “a catena”

09 Feb 2024
9 Febbraio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che uno strumento urbanistico, anche laddove riproduca le destinazioni d’uso previste dai precedenti atti di pianificazione, non possa mai essere considerato un “atto meramente confermativo” poiché viene sempre assunto all’esito di una nuova e articolata istruttoria, volta a valutare una pluralità di elementi.

Pertanto, se si impugna uno strumento urbanistico, bisogna impugnare in parte qua anche tutte le sue eventuali varianti successive, anche se nulla immutano della disciplina precedente.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Rimborso al pubblico funzionario delle spese legali subite in un procedimento penale

09 Feb 2024
9 Febbraio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che spetta al G.O. la controversia concernente la richiesta di condanna della P.A. al rimborso delle spese legali sostenute dal funzionario onorario – nella specie, il Sindaco di un Comune – per la difesa in un procedimento penale a cui sia stato sottoposto per fatti connessi allo svolgimento di pubbliche funzioni, in quanto attiene all’accertamento della sussistenza di un diritto soggettivo, essendo l’Ente locale tenuto a far luogo al predetto rimborso ove ne ricorrano i presupposti di legge ed esulando, nel caso, apprezzamenti di natura discrezionale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Impugnazione dei titoli edilizi e condominio

09 Feb 2024
9 Febbraio 2024

Il Consiglio di Stato ha affermato che il requisito della vicinitas, quale condizione della legittimazione ad agire, è intrinseco nella qualità di condòmino ma non assorbe, neppure in tale peculiare ipotesi, quello dell’interesse ad agire (inteso come il vantaggio concreto ed attuale che il ricorrente potrebbe effettivamente trarre dalla caducazione del titolo edilizio contestato), che va dimostrato in concreto, anche in corso di causa.

L’interesse ad agire del condòmino, tuttavia, sussiste ogniqualvolta l’intervento contestato sia una sopraelevazione ed egli lamenti il pregiudizio all’aspetto architettonico dell’edificio, giusta l’operatività in tali ipotesi dell’art. 1127, co. 2-3 c.c.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Convenzioni urbanistiche ed arbitrato

09 Feb 2024
9 Febbraio 2024

Il T.A.R. afferma che le controversie in materia di convenzioni urbanistiche possono essere composte ricorrendo all’arbitrato rituale, se tale metodo è previsto espressamente dalle stesse.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Interesse a ricorrere nel diritto urbanistico

09 Feb 2024
9 Febbraio 2024

Il TAR Veneto ha dichiarato inammissibile il ricorso di un privato che non riusciva a dimostrare di subire un pregiudizio specifico, attuale e concreto né dal PdC in sanatoria rilasciato al vicino, con cui erano sanate piccole difformità relative ai suoi manufatti (diversa distribuzione degli spazi interni, maggior numero o dimensione delle forometrie prospettiche, dimensioni lievemente differenti della tettoia, diversa conformazione di un muro di contenimento rispetto allo stato autorizzato, ecc.), né dalla classificazione come industria insalubre dell’attività svolta dal medesimo vicino, che, come riconosciuto dallo stesso ricorrente non aveva alcuna natura lesiva ed era impugnata per mera prudenza difensiva.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Variante di adeguamento al consumo di suolo e PUA pendenti

08 Feb 2024
8 Febbraio 2024

Nel caso di specie, un Comune approvava una variante parziale al P.I. per adeguarsi alla legislazione veneta sul consumo di suolo. La variante ha comportato lo stralcio di alcune previsioni urbanistiche, tra cui quella relativa ad un PUA (che invece in sede di adozione della variante era stato confermato), motivando il cambio di indirizzo con la necessità di non intaccare il limite di suolo consumabile assegnato dalla Regione. La modifica intervenuta tra adozione e approvazione non veniva ripubblicata.

Il Consiglio di Stato ha affermato la legittimità dell’operato del Comune.

L’art. 13, co. 6 l.r. Veneto 14/2017 fa salvi i procedimenti di approvazione dei PUA per i quali, alla data di entrata in vigore della legge, sia già stata deliberata la dichiarazione di interesse pubblico. Tale norma non introduce un dovere per i Comuni di approvare i PUA pendenti, bensì lascia ai Comuni la facoltà di decidere se portarli a termine o no. Anche gli accordi ex art. 6 l.r. Veneto 11/2004 non sono vincolanti, bensì sono parte integrante dello strumento di pianificazione cui accedono e ne seguono le dinamiche procedimentali.

Non vi era bisogno di ripubblicare il Piano, in quanto le modifiche apportate non ne hanno mutato i caratteri essenziali.

Post di Daniele Iselle

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Convenzione ed interpretazione

08 Feb 2024
8 Febbraio 2024

Il T.A.R. ricorda che i criteri interpretativi previsti dal codice civile per i contratti valgono anche per le convenzioni urbanistiche.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Edificazione PEEP

08 Feb 2024
8 Febbraio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che il Comune è obbligato ad assicurare il versamento nella pubblica fognatura degli scarichi provenienti dalla palazzina realizzata in un ambito PEEP, solo qualora ciò sia stato previsto nella relativa convenzione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Prezzo di cessione di un’area PIP

08 Feb 2024
8 Febbraio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, ai sensi dell’art. 35 l. 865/1971, il Comune ha l’obbligo di assicurare la copertura di tutti i costi di acquisto delle aree da destinare alla realizzazione dei PEEP e PIP, in applicazione del principio del perfetto pareggio economico, con corrispondenza delle entrate ed uscite e rimborso, da parte degli assegnatari delle aree o loro aventi causa, di tutte le spese sostenute per l’acquisto delle aree medesime. È chiaramente salva la rivalutazione ISTAT.

Post di Alberto Antico – avvocato

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