La diffida ad ottemperare all’ordinanza di rimozione di rifiuti abbandonati non ha autonoma efficacia lesiva
L’ha affermato il TAR Veneto: pertanto, il ricorso proposto contro tale diffida è inammissibile.
Post di Alberto Antico – avvocato
L’ha affermato il TAR Veneto: pertanto, il ricorso proposto contro tale diffida è inammissibile.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha annullato un’ordinanza di rimozione di rifiuti abbandonati ex art. 192 d.lgs. 152/2006, cd. Codice dell’ambiente, nella parte in cui veniva rivolta contro i proprietari del fondo in mancanza di una qualsivoglia valutazione in ordine all’effettiva colpa degli stessi.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che, qualora il Comune emani un’ordinanza di rimozione di rifiuti abbandonati ex art. 192 d.lgs. 152/2006 chiedendo un contributo istruttorio alla Provincia, quest’ultima non deve necessariamente essere evocata in giudizio.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che i poteri di tutela e manutenzione dei beni del demanio idrico e l’assunzione a proprio carico dei relativi oneri di carattere economico spettano all’Amministrazione regionale, che li gestisce e amministra con pienezza di poteri e che beneficia dei relativi introiti (cfr. d.P.R. 616/1977; artt. 86 e 89 d.lgs. 112/1998; art. 83 l.r. Veneto 11/2001).
Ne consegue che gli oneri di vigilanza e rimozione dell’amianto di copertura dei beni del demanio idrico sono a carico della Regione e non dell’Agenzia del Demanio.
Si applicava nel caso di specie il d.m. 06.09.1994, in quanto l’amianto è presente su un fabbricato a destinazione pubblica.
Post di Alberto Antico – avvocato
La Corte di cassazione penale ha affermato che il requisito della doppia conformità necessario per ottenere la sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001 è da ritenersi escluso nel caso di edificazioni eseguite in assenza del preventivo ottenimento dell’autorizzazione sismica.
Post del Dott. Ing. Mauro Federici
La Corte di cassazione penale ha affermato che, per definirsi precario un immobile, tanto da non richiedere il rilascio di un titolo abilitativo, è necessario ravvisare l’obiettiva ed intrinseca destinazione ad un uso temporaneo per specifiche esigenze contingenti, non rilevando che esso sia realizzato con materiali non abitualmente utilizzati per costruzioni stabili.
Nella fattispecie concreta, non è stata riconosciuta come precaria una platea in cemento armato alta circa 35 cm ed estesa per circa 140 mq, da ritenersi – per dimensioni, altezza e conformazione – destinata alla successiva edificazione di un altro manufatto fuori terra.
Post del Dott. Ing. Mauro Federici
Nel caso di specie, il privato realizzava sine titulo un muro in cemento armato, esteso in forma rettangolare lungo tutto il lotto ed alto mediamente 2,50 metri circa, con installazione sul lato est di un cancello e di una porta metallica e, sul lato ovest, di altri cancelli.
Si difendeva dall’imputazione penale dicendo che il muro aveva funzione meramente delimitativa della proprietà .
La Corte di cassazione penale ha respinto questa tesi.
La realizzazione di un muro di recinzione necessita del previo rilascio del PdC nel caso in cui, avuto riguardo alla sua struttura e all’estensione dell’area relativa, lo stesso sia tale da modificare l’assetto urbanistico del territorio, così rientrando nel novero degli interventi di nuova costruzione.
Post del Dott. Ing. Mauro Federici
Nel caso di specie, il privato subiva un’imputazione per edificazione sine titulo.
Si difendeva dicendo che il Comune aveva denegato la sua istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001, diniego che egli aveva impugnato innanzi al TAR con un ricorso ancora pendente alla data di pronuncia della sentenza di condanna penale in grado di appello.
La Corte di cassazione penale ha confermato la condanna, affermando che la pendenza del ricorso al TAR non rilevava, poiché alla data di pronuncia della condanna in appello sussisteva intatta la volontà della P.A. di denegare la sanatoria.
Post del Dott. Ing. Mauro Federici
La Corte di cassazione penale ha affermato che il reato di edificazione abusiva ha natura permanente: la lesione del bene tutelato dalla norma viene meno soltanto con la rimozione dell’abuso e con il ripristino dell’integrità territoriale violata.
In altri termini, l’ultimazione delle opere, quando riscontrata, non coincide affatto con l’estinzione delle sue conseguenze dannose, che, anzi, da quel momento risultano definitivamente consolidate.
La Corte ha così confermato il capo della sentenza d’appello secondo cui la sospensione condizionale della pena era subordinata alla demolizione delle opere abusive.
E' interessante capire se questo rilevi anche ai fini della prescrizione del reato.Â
Post del Dott. Ing. Mauro Federici
Per consultare e scaricare gli opuscoli:
Per ulteriori informazioni sul progetto:Â https://www.enpor.eu
Il progetto ENPOR, promosso dall’ENEA e da altri partner europei, ha come obiettivo il contrasto alla povertà energetica nel settore degli alloggi residenziali in affitto.
In questo contesto, sono state realizzate due guide, una per proprietari e inquilini e una per amministratori di condominio, che forniscono informazioni e consigli sulle modalità per ridurre i consumi energetici e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni.
La guida per proprietari e inquilini si concentra su una serie di indicazioni e buone pratiche facilmente attuabili per diminuire gli sprechi e diventare più consapevoli sull’utilizzo dell’energia nelle abitazioni. Tra i consigli più importanti figurano:
La guida per amministratori di condominio, invece, si rivolge a una figura chiave che può contribuire a diffondere la cultura dell’efficienza energetica tra i condomini e gli inquilini. La guida fornisce indicazioni su come:
Le due guide sono strumenti utili per promuovere l’efficienza energetica nelle abitazioni e contribuire a ridurre la povertà energetica.
Post di Daniele Iselle
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