Tempistiche del procedimento volto al rilascio dell’ordinanza di demolizione

14 Mag 2024
14 Maggio 2024

Nel caso di specie, il privato lamentava il sostanziale aggiramento dell’obbligo sancito dall’art. 7 l. 241/1990, essendogli stata inviata la comunicazione di avvio ben due anni prima dell’adozione dell’ordinanza di demolizione.

Il TAR Veneto ha rigettato la censura.

La natura vincolata del provvedimento rende irrilevante l’eventuale omissione della comunicazione di avvio. Tale vizio non può comunque essere riscontrato in ragione del mero tempo trascorso dal suo invio al privato, trattandosi di circostanza che non incide sugli interessi partecipativi presidiati dalla comunicazione (e che involge, piuttosto, la questione relativa al rispetto dei termini procedimentali, comunque non incidente sulla validità dell’atto).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Inottemperanza all’ordinanza di demolizione

14 Mag 2024
14 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che il termine di 90 giorni per adempiere, previsto dall’art. 31, co. 3 d.P.R. 380/2001 ha natura perentoria, con la conseguenza che:

  1. a) il suo decorso comporta l’automatico trasferimento della proprietà del bene abusivo e dell’area di sedime al patrimonio comunale;
  2. b) il provvedimento che dispone l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale in via automatica – ex lege senza necessità di un formale atto scritto di trasferimento – ha natura meramente dichiarativa (il trasferimento di proprietà si verifica ope legis, automaticamente dopo la scadenza del termine per l’adempimento indicato dalla legge);
  3. c) è irrilevante l’eventuale adempimento tardivo al fine di evitare il trasferimento della proprietà a favore del Comune;
  4. d) è illecita la demolizione posta in essere dal privato successivamente a tale passaggio di proprietà, in quanto il Comune potrebbe decidere di non demolire l’opera, esercitando le prerogative attribuitegli dall’art. 31, co. 5 d.P.R. cit., in base al quale l’opera acquisita è demolita salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici;
  5. e) l’art. 36, co. 1 d.P.R. 380/2001 consente di presentare istanza di sanatoria di conformità “fino alla scadenza dei termini di cui agli articoli 31, comma 3, 33, comma 1, 34, comma 1, e comunque fino all’irrogazione delle sanzioni amministrative”.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il privato che impugna l’atto di acquisizione gratuita degli abusi edilizi, ma non la previa ordinanza di demolizione

14 Mag 2024
14 Maggio 2024

Nel caso di specie, il privato impugnava la delibera di acquisizione gratuita al patrimonio comunale degli abusi edilizi accertati e non demoliti.

Il Comune eccepiva l’inammissibilità del ricorso, per non avere il ricorrente impugnato la presupposta ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi.

Il TAR Veneto ha rigettato l’eccezione, in quanto la sanzione dell’acquisizione gratuita dell’immobile abusivo al patrimonio comunale ha presupposti ulteriori rispetto all’ordine di rimozione o demolizione, richiedendosi in particolare l’imputabilità dell’inottemperanza.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’acquisizione gratuita dell’abuso edilizio al patrimonio comunale

14 Mag 2024
14 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che l’ingiustificata inottemperanza all’ordine di demolizione dell’opera abusiva e alla rimessione in pristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni dalla notifica dell’ingiunzione a demolire emessa dal Comune determina l’automatica acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell’opera e dell’area pertinente, indipendentemente dalla notifica all’interessato dell’accertamento formale dell’inottemperanza. La misura sanzionatoria, nell’ambito delle costruzioni abusive, dell’acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle opere abusive consegue, in modo automatico, all’inottemperanza dell’ordine di demolizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Seminario sugli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il Comune di Spinea ha organizzato per venerdì 24 maggio 2024 dalle 9.30 alle 13.00 un seminario da remoto sul seguente tema:

Gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

1. analisi dei procedimenti amministrativi: autorizzazione unica, denuncia di inizio attivitĂ , procedura abilitativa semplificata [pas], ecc.

2. profili urbanistici: aree idonee e non

3. obblighi nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni rilevanti

4. profili correlati alla tutela del paesaggio: interventi assoggettati ad autorizzazione paesaggistica e interventi “liberi”

5. profili ambientali: vas, via, screening

Coordinatore scientifico

arch. Fiorenza Dal Zotto

Relatori:

avv. Domenico Chinello

avv. Alessandro Veronese

PER ISCRIVERSI: https://www.kairosforma.it/events/evento-spinea-24-maggio/

Webinar_24-05-2024_Programma

L’obbligo di autorizzazione all’intervento edilizio prima del 1967

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha offerto una pregevole ricostruzione della materia.

La legislazione statale antecedente al 1977 – in particolare la legge urbanistica n. 1150/1942, sia nel suo testo originario sia in quello innovato dalla l. 765/1967 – prevedeva che il committente titolare della licenza, il direttore dei lavori (quest’ultimo a partire dalla disciplina introdotta nel 1967), nonché l’assuntore dei lavori fossero «responsabili di ogni inosservanza così delle norme generali di legge e di regolamento come delle modalità esecutive che siano fissate nella licenza di costruzione» (art. 31, co. 3 l. 1150/1942, che diviene comma 12 a seguito delle modifiche apportate dalla legge ponte). A garanzia del rispetto di tale disciplina, il Podestà, prima, e il Sindaco, poi, avevano il compito di vigilare sull’attività edilizia e dovevano ordinare l’immediata sospensione dei lavori con riserva dei provvedimenti che risultassero necessari per la modifica delle costruzioni o per la rimessa in pristino (art. 32, co. 2 l. 1150/1942).

Per gli immobili realizzati in Comuni ricadenti in zone sismiche, l’obbligo di una previa autorizzazione edilizia era sancito, in epoca precedente, a livello di fonte primaria dal r.d.l. 640/1935 e dal r.d.l. 2105/1937.

Inoltre, l’obbligo di previa autorizzazione alla costruzione poteva essere disposto dal regolamento edilizio comunale, emanato in esecuzione della potestà regolamentare attribuita ai Comuni nella materia edilizia dai testi unici della legge comunale e provinciale susseguitisi nel tempo, quali il r.d. 5921/1889, il r.d. 269/1908 ed il r.d. 148/1915.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Quando il proprietario può dirsi incolpevole degli abusi edilizi realizzati da terzi sul proprio immobile?

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha risposto che occorre valutare se il proprietario, estraneo all’abuso commesso da altri e che non abbia la diretta disponibilità dell’immobile (ad esempio, perché locata o concessa ad altro titolo a terzi), nel rispetto dei doveri di diligente amministrazione, correttezza e vigilanza nella gestione dei beni immobiliari di cui è titolare, si sia adoperato con i mezzi previsti dall’ordinamento per impedire la realizzazione degli abusi edilizi o per agevolarne la rimozione.

Il proprietario incolpevole di abuso edilizio commesso da altri, che voglia sfuggire all’acquisizione, come effetto sanzionatorio della inottemperanza all’ordine di demolizione, deve provare la intrapresa di iniziative che, oltre a rendere palese la sua estraneità all’abuso, siano però anche idonee a costringere il responsabile dell’attività illecita a ripristinare lo stato dei luoghi nei sensi e nei modi richiesti dall’autorità amministrativa.

Perché vi siano misure concretanti le “azioni idonee” ad escludere l’esclusione di responsabilità o la partecipazione all’abuso effettuato da terzi, prescindendo dall’effettivo riacquisto della materiale disponibilità del bene, si ritiene necessario un comportamento attivo, da estrinsecarsi in azioni giudiziarie (es. risoluzione per inadempimento, ricorso ex art. 700 c.p.c.), diffide o in altre iniziative di carattere ultimativo nei confronti del conduttore.

Il proprietario deve provare di aver effettuato un’attività materiale o quantomeno giuridica per evitare l’abuso, che non può estrinsecarsi in mere dichiarazioni o manifestazioni di intenti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Frammentazioni artificiose dell’abuso edilizio

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha ricordato che la valutazione dell’abuso edilizio presuppone, tendenzialmente, una visione complessiva e non atomistica dell’intervento, giacché il pregiudizio recato al regolare assetto del territorio deriva non dal singolo intervento, ma dall’insieme delle opere realizzate nel loro contestuale impatto edilizio. Ne consegue che, nel rispetto del principio costituzionale di buon andamento, il Comune deve esaminare contestualmente l’intervento abusivamente realizzato, e ciò al fine precipuo di contrastare eventuali artificiose frammentazioni che, in luogo di una corretta qualificazione unitaria dell’abuso e di una conseguente identificazione unitaria del titolo edilizio che sarebbe stato necessario o che può, se del caso, essere rilasciato, prospettino una scomposizione virtuale dell’intervento finalizzata all’elusione dei presupposti e dei limiti di ammissibilità della sanatoria stessa.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Ristrutturazione edilizia fedele (secondo le norme previgenti) con riduzione della volumetria preesistente

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che la previgente disposizione dell’art. 3, co. 1, lett. d d.P.R. 380/2001, secondo cui gli interventi di demolizione e ricostruzione dovevano avvenire nel rispetto della volumetria preesistente, era finalizzata ad escludere dal suo ambito le ricostruzioni che portavano ad incrementi volumetrici (in quanto nuove costruzioni), ma non le ricostruzioni che si differenziavano dal preesistente unicamente per la realizzazione di una minore volumetria, atta a ridurre l’impatto delle costruzioni sul territorio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Lo stimolo, da parte del vicino al Comune, all’esercizio di attività di controllo su eventuali abusi edilizi

13 Mag 2024
13 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che il privato non può condizionare le modalità di esecuzione delle funzioni di vigilanza da parte del Comune sull’attività edilizia del vicino, ma può pretendere che il Comune stesso fornisca riscontro all’istanza che le sollecita e, sulla scorta di questo, sindacarle una volta che emerga in modo inequivoco il carattere vincolante dei riflessi sanzionatori.

Post di Alberto Antico – avvocato

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