Conforme a Costituzione l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio

14 Lug 2025
14 Luglio 2025

La Corte costituzionale ha affermato che l’abrogazione del reato di abuso di ufficio non contrasta con la Convenzione dell’ONU contro la corruzione (cd. Convenzione di Mérida): in effetti, il reato di abuso di ufficio non è uniformemente presente in tutti gli ordinamenti penali degli Stati firmatari della Convenzione.

La Corte ha aggiunto che, se gli indubbi vuoti di tutela penale che derivano dall’abolizione del reato possano ritenersi o no compensati dai benefici che il legislatore si è ripromesso di ottenere, secondo quanto puntualmente illustrato nei lavori preparatori della riforma, è una questione che investe esclusivamente la responsabilità politica del legislatore.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’atto unilaterale d’obbligo accessorio ad un titolo edilizio

14 Lug 2025
14 Luglio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che gli atti unilaterali d’obbligo, pur appartenendo al più ampio genus degli atti negoziali e dispositivi con i quali il privato assume obbligazioni, si caratterizzano per essere teleologicamente orientati al rilascio del titolo edilizio nel quale sono destinati a confluire. Non rivestono un’autonoma efficacia negoziale, ma incidono tramite la stessa sul provvedimento cui sono intimamente collegati, tanto da divenirne un elemento accidentale, mutuando la terminologia di cui alla nota sistematica civilistica che distingue tra essentialia e accidentalia negotii.

La convenzione, stipulata tra un Comune e un privato costruttore, con la quale questi, al fine di conseguire il rilascio di un titolo edilizio, si obblighi ad un facere o a determinati adempimenti nei confronti dell’Ente pubblico (quale, ad esempio, la destinazione di un’area ad uno specifico uso, cedendola), non costituisce un contratto di diritto privato, ma neppure ha specifica autonomia e natura di fonte negoziale del regolamento dei contrapposti interessi delle parti stipulanti, configurandosi come atto intermedio del procedimento amministrativo volto al conseguimento del provvedimento finale, dal quale promanano poteri autoritativi della P.A.

L’atto unilaterale accessivo con cui il privato destini una sua area all’uso pubblico, una volta inglobato nel titolo edilizio a costruire, determina una dicatio ad patriam che non può che risultare vincolante anche per i danti causa dell’originario richiedente titolo. La destinazione a uso pubblico delle aree non costituisce oggetto di una pretesa di natura privatistica da parte dell’Ente, ma costituisce il contenuto dello stesso provvedimento edilizio che ha inglobato in sé, appunto come accindentalia negotii, l’atto unilaterale e le previsioni ivi contenute.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’interpretazione del bando di gara

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che le preminenti esigenze di certezza, connesse allo svolgimento delle procedure concorsuali di selezione dei partecipanti, impongono in primo luogo di ritenere di stretta interpretazione le clausole del bando di gara: ne va perciò preclusa qualsiasi lettura che non sia in sé giustificata da un’obiettiva incertezza del loro significato letterale. Secondo la stessa logica, sono comunque preferibili, a garanzia dell’affidamento dei destinatari, le espressioni letterali delle varie previsioni, affinché la via del procedimento ermeneutico non conduca a un effetto, indebito, di integrazione delle regole di gara, aggiungendo significati del bando in realtà non chiaramente e sicuramente rintracciabili nella sua espressione testuale. Deve pertanto reputarsi preferibile, a tutela dell’affidamento dei destinatari e dei canoni di trasparenza e di par condicio, l’interpretazione letterale delle previsioni contenute nella legge di gara, evitando che in sede interpretativa si possano integrare le regole di gara, palesando significati del bando non chiaramente desumibili dalla sua lettura testuale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Principio del risultato e par condicio nei pubblici appalti

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che il principio del risultato non può consentire alla P.A. di violare i criteri che rappresentano il sestante delle procedure di gara, ossia la tutela della concorrenza e la par condicio competitorum.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Requisiti essenziali previsti dal capitolato speciale di gara

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che, in nome del principio di tassatività delle cause di esclusione dalle pubbliche gare, non ogni violazione di qualsiasi prescrizione del capitolato speciale conduce all’esclusione dalla procedura, ma solo il mancato rispetto di quelle che, nella lettura complessiva della lex specialis, vengano, in ragione della loro essenzialità per il servizio richiesto dalla Stazione appaltante, a configurare veri e propri elementi essenziali dell’offerta e, di conseguenza, requisiti minimi di partecipazione, la cui mancanza determina esclusione dalla gara.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Pubblicazione della rettifica dell’aggiudicazione

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che la pubblicazione del provvedimento di rettifica dell’aggiudicazione sul sito internet della P.A., e non sulla piattaforma utilizzata per la procedura di gara, non è in grado di far decorrere il termine per l’impugnazione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Rinuncia all’offerta di gara (viziata da errore materiale)

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che la rinuncia all’offerta si perfeziona senza necessità dell’accettazione del destinatario, producendo sin da subito un effetto abdicativo non sanabile da un successivo ripensamento.

Il TAR ha però ritenuto esente da censure il fatto che il concorrente avesse notiziato la Stazione appaltante, in maniera tempestiva, dell’esistenza di un errore materiale contenuto nella sua precedente comunicazione di rinuncia avente ad oggetto più lotti di gara, nella quale era stato erroneamente ricompreso anche un lotto alla cui gara non intendeva rinunciare.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Pubblici appalti e amministratori di fatto

12 Lug 2025
12 Luglio 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che la dichiarazione sull’insussistenza di gravi illeciti professionali ai sensi dell’art. 80, co. 5, lett. c d.lgs. 50/2016 deve essere resa anche dagli amministratori di fatto.

Benché risulti innovativa la specifica previsione contenuta nell’art. 94, co. 3, lett. h d.lgs. 36/2023, la giurisprudenza formatasi sul previgente codice degli appalti pubblici aveva ritenuto che sarebbe stato possibile estendere le verifiche anche agli amministratori di fatto, sul presupposto che fosse stato accertato, sulla base di solidi elementi, il ruolo di soggetti in grado di determinare o di condizionare le scelte dell’impresa.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il documento di ANCI sulle aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili

11 Lug 2025
11 Luglio 2025

Segnaliamo il link al documento di ANCI sul tema.

Il position paper dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sulle fonti rinnovabili evidenzia l'importanza di accelerare la transizione energetica verso un sistema più sostenibile e autonomo, sottolineando il ruolo cruciale dei Comuni nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il documento, in linea con le direttive europee, promuove lo sviluppo delle energie rinnovabili come strumento per garantire la sicurezza energetica, ridurre le emissioni inquinanti e favorire la crescita economica locale.

https://www.anci.it/wp-content/uploads/2025/07/Punto-7-Aggiornamento-su-Aree-idonee-rinnovabili.pdf

Ottemperanza delle sentenze in materia di pubblici appalti

11 Lug 2025
11 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che, pur a fronte dell’espresso richiamo testuale al risarcimento del danno, alla luce della giurisprudenza comunitaria, la compensazione per equivalente descritta dall’art. 124 c.p.a. assume i contorni di una forma di “adempimento per equivalente” assimilabile più alla garanzia che ad un modello di responsabilità.

L’art. 112, co. 3 c.p.a. declina una forma di “ottemperanza per equivalente”, giacché il testo normativo non opera un diretto richiamo ai modelli risarcitori, ma appare assimilabile alla disciplina codicistica delle vicende dell’obbligazione e segnatamente a quanto disposto dall’art. 1256 c.c. che contempla un’ipotesi di estinzione (non satisfattoria) dell’obbligazione qualora la prestazione divenga impossibile per causa non imputabile al debitore sia per un fatto materiale (es. distruzione della cosa da consegnare) sia per un impedimento giuridico (cd. factum principis).

Post di Alberto Antico – avvocato

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