Risarcimento del danno da mancato guadagno subito dal locatore a causa della risoluzione del contratto per inadempimento del conduttore

01 Mar 2025
1 Marzo 2025

Le Sezioni Unite civili della Corte di cassazione hanno affermato che il diritto del locatore a conseguire, ai sensi dell’art. 1223 c.c., il risarcimento del danno da mancato guadagno a causa della risoluzione del contratto per inadempimento del conduttore non viene meno, di per sé, in seguito alla restituzione del bene locato prima della naturale scadenza del contratto, ma richiede, normalmente, la dimostrazione, da parte del locatore, di essersi tempestivamente attivato, una volta ottenuta la disponibilità dell’immobile, per una nuova locazione a terzi, fermo l’apprezzamento del giudice delle circostanze del caso concreto anche in base al canone della buona fede e restando in ogni caso esclusa l’applicabilità dell’art. 1591 c.c. (rubricato Danni per ritardata restituzione).

Post di Alberto Antico – avvocato

sent. Cass., SS.UU. civili n. 4892-2025

Casi di immediata lesività delle deliberazioni di fissazione delle tariffe annuali dei tributi locali

01 Mar 2025
1 Marzo 2025

Il TAR Basilicata ha affermato che le deliberazioni che annualmente fissano le tariffe inerenti ai tributi locali sono immediatamente lesive dei soggetti contribuenti per la modalità esecutiva della corrispondente imposizione: perciò, già con l’adozione delle tariffe nelle diverse misure in relazione alle diverse categorie di utenti se ne può constatare la lesività per gli appartenenti a tali categorie, senza necessità di attendere alcun atto applicativo.

In questi casi, quando sia nota al contribuente la categoria di appartenenza, secondo il regolamento comunale, e venga contestata l’imposizione o la modifica tariffaria, pur generale ed astratta, ma riferita alla categoria alla quale il contribuente risulta appartenere, l’atto amministrativo generale che fissa le tariffe va considerato immediatamente lesivo nei suoi confronti, perciò impugnabile nel termine di decadenza decorrente dalla sua pubblicazione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Dichiarazioni sostitutive di certificazioni e concorsi pubblici

01 Mar 2025
1 Marzo 2025

Nel caso di specie, il bando di un concorso pubblico stabiliva a pena di inammissibilità che la domanda del candidato dovesse essere corredata da un curriculum vitae redatto ai sensi dell’art. 46 d.P.R. 445/2000; la mancata produzione del CV in formato europeo sottoscritto e redatto ai sensi del d.P.R. cit. avrebbe comportato l’esclusione dalla selezione.

Il privato partecipava alla procedura selettiva a mezzo PEC, allegando un CV che, oltre a non recare alcuna sottoscrizione in calce, non conteneva la necessaria dichiarazione sostitutiva ai sensi degli artt. 46 e 47 d.P.R. 445/2000.

Il TAR Catania ha affermato la legittimità della sua esclusione dal concorso pubblico.

È pur vero che l’utilizzo di una casella PEC intestata al mittente consente di ritenere soddisfatto il requisito della apposizione della firma, ma ciò non integra il valore di dichiarazione ai sensi e per gli effetti degli artt. 46 e 47 d.P.R. cit.

Né la carenza riscontrata avrebbe potuto essere sanata attraverso il soccorso istruttorio, poiché nei procedimenti selettivi viene in rilievo il principio generale di autoresponsabilità dei concorrenti, in base al quale ciascuno di essi sopporta le conseguenze degli eventuali errori e/o incompletezze nella compilazione della domanda e presentazione dei documenti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Rassegna di giurisprudenza in materia di abusi edilizi

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

La rassegna contiene i seguenti post:

1.  Repressione degli abusi edilizi in area demaniale marittima

2. Anche gli abusi edilizi in area demaniale marittima non generano alcun legittimo affidamento in capo al privato

3. L’art. 31 d.P.R. 380/2001, prima della cd. riforma Salva casa

4. Motivazione dell’ordinanza di demolizione

5. Non si dà alcun legittimo affidamento sul mantenimento di un abuso edilizio

6. Silenzio-rigetto sull’istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001

7. Valutazione unitaria dell’abuso edilizio

8. Prova del tempo di realizzazione dell’abuso edilizio

9. Procedimento per la rimozione degli abusi edilizi e garanzie partecipative

10. Affidamento e abusi edilizi

11. Abusi edilizi in area demaniale

12. La sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001

13. L’annullamento giurisdizionale del diniego di sanatoria

14. Motivazione dell’ordinanza di demolizione

15. Procedimento repressivo degli abusi edilizi e atti impugnabili

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Termine per promuovere l’azione avverso il silenzio-inadempimento

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

Il TAR Palermo ha affermato che è inammissibile l’azione avverso il silenzio-inadempimento promossa oltre il termine annuale ex art. 31, co. 2 c.p.a.
Per integrare il requisito di un anno dalla scadenza del termine per la conclusione del procedimento, è sufficiente la notifica di un atto stragiudiziale attraverso il quale la parte interessata faccia constatare la persistenza dell’interesse ad agire in giudizio per l’adozione del provvedimento espresso.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Silenzio-inadempimento, integrazione documentale e parco eolico

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

Nel caso di specie, il privato presentava alla Regione un’istanza di autorizzazione unica ex art. 12 d.lgs. 387/2003, relativa al progetto per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, costituito da otto aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3,75 MW, per una potenza complessiva pari a 30 MW.

Successivamente, il privato presentava un’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) ex art. 27-bis del Codice dell’ambiente.

La Regione rappresentava la necessità di provvedere a un’unica integrazione documentale, consistente nell’integrazione degli oneri dovuti secondo le disposizioni vigenti.

Il privato dimostrava di aver adempiuto all’integrazione, ma la Regione rimaneva poi silente.

Il TAR Basilicata ha accertato il silenzio-inadempimento della Regione, tenendo anche conto che ai sensi dell’art. 27-bis, co. 8 del Codice dell’ambiente tutti i termini del procedimento si considerano perentori ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2, co. da 9 a 9-quater e all’art. 2-bis l. 241/1990.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Silenzio-inadempimento e parco eolico

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

Nel caso di specie, il privato presentava alla Regione un’istanza per la verifica di assoggettabilità a VIA ex art. 19 del Codice dell’ambiente e una successiva istanza per l’autorizzazione unica ex art. 12 d.lgs. 387/2003, relative al progetto per la costruzione e l’esercizio di un parco eolico composto da una turbina, per una potenza complessiva di 1 MW.

La Regione definiva lo screening, esonerando il progetto dalla VIA, ma successivamente non definiva il procedimento sotteso all’emanazione dell’autorizzazione unica.

Il TAR Basilicata ha accertato il silenzio-inadempimento della Regione su questo secondo procedimento.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Acquisizione sanante del fondo occupato sine titulo dalla P.A. e silenzio-inadempimento

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che nei casi di illecita apprensione di immobili in violazione delle disposizioni del d.P.R. 327/2001 (T.U. espropri), una volta scaduti i termini del decreto di occupazione d’urgenza in assenza del provvedimento espropriativo, sorge automaticamente a carico della P.A. l’obbligo di porre rimedio agli effetti di un comportamento divenuto contra ius mediante la restituzione dell’immobile ovvero l’acquisizione sanante ex art. 42-bis d.P.R. cit. Tale scelta rientra nel potere discrezionale della P.A. che non attiene all’an, incompatibile con l’esistenza di un obbligo di provvedere, ma al quomodo, trattandosi di ipotesi decisionali alternative.

Spetta al privato la facoltà di sollecitare l’adozione di un provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis cit. o, in alternativa, la restituzione del bene. Tale iniziativa ha funzione di sollecito e non di impulso procedimentale in senso proprio, rispetto ad un obbligo di provvedere che sorge a carico della P.A. sin dal perfezionarsi dell’illecita occupazione e la cui violazione può essere accertata dal giudice su ricorso del privato senza bisogno di istanze formali.

In caso di silenzio serbato dalla P.A. sulla domanda volta ad ottenere l’acquisizione sanante del bene occupato sine titulo ex art. 42-bis cit., l’eventuale irricevibilità del ricorso proposto oltre il termine annuale di decadenza di cui all’art. 31, co. 2 c.p.a. non preclude al privato, in applicazione dei doveri di collaborazione e buona fede che incombono sulle parti della relazione procedimentale, di presentare una istanza sollecitatoria alla P.A., manifestando la persistenza dell’interesse all’adozione del provvedimento conclusivo. Tale domanda ha l’effetto di rendere nuovamente ammissibile l’azione avverso il silenzio ai sensi della seconda parte dell’art. 31, co. 2 c.p.a., qualora l’inerzia della P.A. perduri.

Dagli obblighi di buona fede e collaborazione contemplati dall’art. 1, co. 2-bis l. 241/1990, discende che nei procedimenti d’ufficio in cui, a rigore, la legge non contempla oneri di impulso di natura procedimentale in capo al privato, è configurabile uno specifico onere per il privato di sollecitare la P.A. ad esercitare i propri poteri, evidenziando la persistenza dell’interesse ad una conclusione del procedimento con un provvedimento espresso, con conseguente applicabilità della seconda parte dell’art. 31, co. 2 c.p.a.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’acquiescenza a un provvedimento amministrativo

28 Feb 2025
28 Febbraio 2025

Il TAR Catania ha affermato che per potersi ritenere che sia intervenuta un’acquiescenza rispetto ad un provvedimento sfavorevole si deve essere in presenza di un comportamento chiaro ed assolutamente inequivoco che sia espressione di volontà certa e definitiva incompatibile con il volere di contestare il provvedimento stesso e non già in presenza di comportamenti legati solo ad una logica soggettiva di difesa volta alla riduzione del pregiudizio, che non escludono l’eventuale coesistente intenzione di reagire in via diretta avverso il provvedimento futuro eventualmente sopravvenuto.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Accesso agli atti che la P.A. dichiari, sotto la propria responsabilità, di non detenere

27 Feb 2025
27 Febbraio 2025

Il TAR Sardegna ha affermato che non è consentito al G.A. – per evidenti motivi di ragionevolezza – imporre l’esibizione di atti e documenti di cui la P.A. dichiari, sulla base di circostanze oggettive e specifiche e sotto la propria responsabilità, di non essere in possesso, alla luce del principio ad impossibilia nemo tenetur. Del resto, non si può imporre alla P.A. la prova del fatto negativo della non detenzione di documenti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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