Negli abusi edilizi commessi dai locatari il proprietario risponde se non prova di essersi adoperato per eliminare l’abuso

02 Set 2015
2 Settembre 2015

Segnaliamo una sentenza nella quale il Consiglio di Stato evidenzia che in caso di abuso edilizio a rispondere è il proprietario, anche se il colpevole è il locatario, a meno che non dimostri di essersi attivato direttamente al fine di eliminare l’abuso.

Post di Gianmartino Fontana

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ENAC: piani di rischio e vincoli aeroportuali

02 Set 2015
2 Settembre 2015

Segnaliamo una sentenza del TAR Lazio in materia di piani di rischio e di vincoli alla proprietà privata, ai sensi del quinto comma dell’art. 707 del Codice della navigazione.

La controversia concerne essenzialmente la modifica da parte di Enac al “Regolamento per la costruzione e gestione degli aeroporti” nella parte relativa ai piani di rischio (cap. 9, par. 6).

L’art. 707, 5° co., cod. nav. attribuisce la titolarità di tali piani ai “comuni territorialmente competenti”, imponendone la conformità alle inerenti previsioni del Regolamento.

Esso istituisce dunque una relazione diretta tra la singola amministrazione comunale ed Enac (con intervento solo eventuale delle regioni, giusta la possibilità concessa alle stesse di emanare “direttive”).

Post di Dario Meneguzzo Read more →

Il tecnico comunale non può disapplicare una disposizione urbanistica comunale neppure se è palesemente illegittima

01 Set 2015
1 Settembre 2015

Segnaliamo una sentenza nella quale il Consiglio di Stato esclude che il tecnico comunale possa disapplicare una disposizione urbanistica comunale, anche se questa sia palesemente in contrasto con  l'ordinamento.

Post di Daniele Iselle Read more →

Corruzione per ottenere titoli edilizi: danno da disservizio e danno all’immagine

01 Set 2015
1 Settembre 2015

Segnaliamo una sentenza della Corte dei Conti della Lombardia in materia di condanna al risarcimento dei danni al Comune per episodi di corruzione riguardanti il rilascio di titoli edilizi.

La sentenza approfondisce, tra l'altro, le seguenti tematiche:

1) ammissibilità dell'intervento adesivo dipendente del Comune (intervento "ad adiuvandum" dell'azione obbligatoria del P.M.);

2) decorrenza della prescrizione nel caso di illeciti con rilevanza penale (rilevanza della data del decreto di rinvio a giudizio emesso dal giudice per l'udienza preliminare);

3) il patteggiamento come tacita ammissione di colpevolezza.

Post di Dario Meneguzzo

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Norme tecniche di prevenzione incendi

01 Set 2015
1 Settembre 2015

Sulla G.U. n. 192 del 20 agosto 2015 il Decreto del Ministero dell'Interno 3 agosto 2015, recante norme tecniche per la prevenzione degli incendi.

Post di Daniele Iselle Read more →

Asta pubblica e diritto di prelazione: giurisdizione

01 Set 2015
1 Settembre 2015

 Il T.A.R. statuisce che le controversie collegate al diritto di prelazione da esercitarsi nell’ambito di un’asta pubblica spettino al Giudice Ordinario.

 Post di Matteo Acquasaliente

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Quando i consiglieri comunali possono impugnare gli atti della Giunta?

31 Ago 2015
31 Agosto 2015

Il T.A.R. Veneto ricorda i presupposti che devono ricorrere affinché un consigliere comunale possa impugnare una deliberazione della Giunta.

 Post di Matteo Acquasaliente Read more →

Quale normativa regolamenta il commercio itinerante?

31 Ago 2015
31 Agosto 2015

Il T.A.R. Veneto ricorda la normativa regionale in materia di commercio itinerante.

 Post di Matteo Acquasaliente Read more →

Contrasto tra lex specialis ed allegato

31 Ago 2015
31 Agosto 2015

Il T.A.R. ricorda come devono essere risolti contrasti tra le disposizioni contenute nella lex specialis ed il modulo da compilare allegato al bando.

 Post di Matteo Acquasaliente Read more →

Lo spunto del sabato: “Se Venezia muore” un libro di Salvatore Settis

29 Ago 2015
29 Agosto 2015

 “In tre modi muoiono le città: quando le distrugge un nemico spietato; quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, scacciando gli autoctoni e i loro dei; o, infine, quando gli abitanti perdono la memoria di sé, e senza nemmeno accorgersene diventano stranieri a se stessi, nemici di se stessi”.

L’autore si chiede se le città abbiano un’anima e giunge ad affermare che: “proviamo a pensare che la città abbia un corpo (fatto di mura, edifici, di piazze e strade..) ma anche un’anima. E che l’anima non siano solo i suoi abitanti, ma anche una viva tessitura di racconti e di storie, di memorie e di principi, di linguaggi e desideri, di istituzioni e progetti che ne hanno determinato la forma attuale e che guideranno il suo sviluppo futuro”. L’anima della città può essere chiamata la città invisibile e da vita alla città storica.  La città storica non va imbalsamata anzi va tenuta in vita, una vita che ne “rispetti il codice genetico, che ne favorisca una crescita armonica e non la distruzione violenta, che vi innesti delicatamente nuove architetture o ricomponga le antiche, e non ne violenti brutalmente la forma e l’anima”. Perché sia possibile per le nostre città il discorso della crescita è necessario riflettere sul loro DNA, ma anche su un’adeguata poetica del riuso.

In questo libro Salvatore Settis eleva Venezia a supremo esempio delle insidie che colpiscono le città storiche: la resa ad una falsa modernità; lo spopolamento; l’oblio di sé; la corsa sfrenata verso il business e verso il branding. Tutto questo sta portando Venezia, “la città fra le città” (Lefebvre), e le altre città storiche alla “morte”, dice l'autore.

In questo scenario s’inserisce la figura dell’architetto, ritenuto il responsabile dell’“omicidio” della citta storica. Ci si chiede: chi la circonda di periferie senz’anima, chi sventra palazzi storici per lottizzarne gli spazi, chi mortifica cattedrali con arroganti grattacieli, chi propugna piani casa per sopraelevare i caseggiati con incongrue escrescenze? Certamente i titolari della politica, i costruttori, le mafie ma anche, per l’appunto, gli architetti gli ingegneri i geometri e gli urbanisti. Pensare la città non è un mero esercizio matematico, ma è un esercizio della democrazia e della politica che richiede una “conoscenza del presente, ma anche uno sguardo lungo sul futuro e sul passato”. Chi progetta nel proprio studio sfogliando riviste di architettura senza pensare alla comunità e cui gli edifici sono destinati creerà solo edifici e città astratte. [Gli architetti] devono mettere al primo posto non il proprio individualismo formalizzante ma, la propria consapevolezza di volersi rendere utili alla gente mettendo al loro servizio la propria arte ed esperienza”. (Lina Bo Bardi).

 Un libro che vuole essere una guida per riscoprire la funzione “sociale” dell’architettura e degli architetti, ma anche per ricordare ai non addetti ai lavori che le nostre città sono il risultato di quello che siamo stati, dei valori e dei principi che non dobbiamo sentire come un’eredità scomoda, ma come “uno straordinario dono per vivere il presente e una straordinaria dote per costruire e garantire il futuro”.

 Stefano Peripoli

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