Pubbliche gare (in vigenza del secondo codice appalti) e precedenti risoluzioni contrattuali nei confronti del concorrente

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Il TAR Palermo, per il combinato disposto dell’art. 80, co. 5, lett. c e del comma 10-bis art. cit. d.lgs. 50/2016, ha affermato che costituisce una causa di esclusione discrezionale dalla pubblica gara il fatto che il concorrente nel triennio precedente sia stato raggiunto da una risoluzione giudiziale di un altro contratto pubblico. Il triennio decorre dall’emanazione della sentenza che definisce il relativo giudizio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Pubbliche gare (in vigenza del secondo codice appalti) e sanzioni interdittive

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Il TAR Palermo ha offerto un’applicazione della causa di esclusione obbligatoria di cui all’art. 80, co. 5, lett. f d.lgs. 50/2016, riferita sia a chi viene raggiunto dalla misura interdittiva ex art. 9, co. 2, lett. c d.lgs. 231/2001 (il divieto di contrattare con la P.A.), senza distinguere tra misura definitiva e misura cautelare, sia a ogni altra sanzione che comporti il medesimo divieto.

Tale misura cautelare (nel caso di specie, irrogata dal GIP e concernente il divieto di contrarre con le PP.AA. per un anno) una volta adottata, comporta una soluzione di continuità rispetto al possesso del requisito, con violazione del fondamentale principio ribadito, da ultimo, dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con la sentenza n. 7/2024, della continuità del possesso dei requisiti di partecipazione; dal che consegue l’obbligo per la Stazione appaltante di escludere l’operatore economico che si trovi in tale situazione.

Di fronte alle difese dell’impresa, che invocava il riconoscimento delle misure di self cleaning, il TAR ha precisato che la Stazione appaltante, con un giudizio discrezionale insindacabile se non per evidente travisamento dei fatti o manifesta illogicità (non sussistenti nel caso di specie), aveva ritenuto che tali misure non avessero carattere spontaneo e, come tali, non fossero valutabili a tal fine: infatti, l’impresa si era limitata ad aderire agli addebiti formulati, con correlativa assunzione di responsabilità e conseguente adozione delle misure necessarie per ottenere la sospensione della misura interdittiva.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Motivi di ricorso nel contenzioso appalti e prova di resistenza

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Il TAR Catania ha dichiarato inammissibile, per mancato superamento della cd. prova di resistenza”, un motivo di ricorso con cui il ricorrente contestava una mera violazione dell’art. 101 d.lgs. 36/2023 (rubricato Soccorso istruttorio) in sede di giudizio di anomalia dell’offerta, non dimostrando e non allegando, tuttavia, neppure in via di mero principio, le ragioni per cui l’offerta di controparte avrebbe dovuto, sulla base delle sue caratteristiche, essere sottoposta ad un giudizio di anomalia secondo l’id quod plerumque accidit.

Il ricorrente non può limitarsi a proporre generiche censure di illegittimità dell’agere amministrativo a guisa di mero defensor legitimitatis, senza dimostrare il concreto impatto che i vizi prospettati avrebbero sulla sua possibilità di ottenere il bene della vita anelato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Pubbliche gare (in vigenza del secondo codice appalti) e illeciti fiscali

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Il TAR Palermo ha evidenziato la differenza di trattamento che si deve riservare – ai sensi del d.lgs. 50/2016 – in caso di accertati illeciti fiscali in capo alla mandante di un raggruppamento temporaneo di imprese, rispetto alla medesima situazione accertata in capo all’ausiliaria di un avvalimento.

L’art. 89, co. 3 d.lgs. cit., dedicato all’istituto dell’avvalimento, stabilisce che la Stazione appaltante “impone all’operatore economico di sostituire i soggetti che non soddisfano un pertinente criterio di selezione o per i quali sussistono motivi obbligatori di esclusione”; invece, il precedente art. 80, co. 4 sancisce che “un operatore economico è escluso dalla partecipazione a una procedura d'appalto se ha commesso violazioni gravi, definitivamente accertate rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali”.

Ai sensi di quest’ultima norma, nei confronti del mandante di un RTI, si deve applicare la conseguenza prevista in caso di violazioni gravi e definitivamente accertate in materia di imposte e tasse, ovvero la comminatoria dell’esclusione automatica del concorrente dalla gara senza che residui, in capo alla Stazione appaltante, alcun potere discrezionale (ora invece ammessa dall’art. 97 d.lgs. 36/2023).

Post di Alberto Antico – avvocato

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InvaliditĂ  caducante e invaliditĂ  viziante

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Nel caso di specie, un privato otteneva dapprima un PdC di convalida con cambio d’uso e, a seguire, un PdC per nuovi interventi.

Il privato impugnava con un ricorso principale tardivo il secondo PdC, mentre con motivi aggiunti il primo PdC.

Il TAR Veneto, dopo aver dichiarato irricevibile il ricorso principale, ha dichiarato inammissibili per carenza d’interesse i motivi aggiunti, chiarendo nel contempo la differenza tra invalidità caducante e invalidità viziante.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Impugnazione degli atti di un concorso pubblico

29 Nov 2024
29 Novembre 2024

Il TAR Sardegna ha affermato che nei concorsi pubblici, in linea generale, il termine per l’impugnazione degli atti di concorso decorre dalla data di conoscenza del relativo esito coincidente con il provvedimento di approvazione definitiva della graduatoria. Tuttavia, siffatta regola generale subisce un adattamento in tema di impugnativa dei giudizi negativi delle prove orali e pratiche, allorquando sia il bando che le presupposte fonti normative di rango primario o secondario prevedono una forma di pubblicità obbligatoria che, oltre a garantire la par condicio tra i candidati e la trasparenza dell’azione amministrativa, incida sulla decorrenza del termine perentorio per impugnare davanti al G.A. il giudizio negativo formulato dalla commissione di concorso. In tal caso il giudizio negativo costituisce l’atto conclusivo e lesivo per l’interessato il quale ha l’onere di impugnarlo, con la conseguenza che il termine di impugnazione decorre dalla data della seduta d’esame con affissione dei risultati o, comunque, dalla conoscenza legale del risultato negativo.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il Salva Casa (d.l. 69/2024): webinar dell’Ordine degli Architetti di Padova 13 dicembre 2024

28 Nov 2024
28 Novembre 2024

L'Ordine degli Architetti, Pianificatori paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova ha organizzato per il 13 dicembre 2024, ore 9.30 - 13.30 un webinar  sul decreto Salva Casa.

Durante il seminario verranno approfonditi i seguenti temi: attività edilizia libera, stato legittimo degli immobili, mutamento della destinazione d’uso, interventi eseguiti in parziale difformità o in assenza del permesso di costruire, tolleranze costruttive, accertamento di conformità per opere in parziale difformità o in assenza di permesso di costruire.

A conclusione del seminario verrà inoltre proposto un breve riepilogo dei procedimenti in ambito paesaggistico: l’autorizzazione paesaggistica semplificata e quella ordinaria, l’accertamento ai sensi dell’art. 36 bis dpr 380/2001, l’autorizzazione per le opere opere ante 2006, l’autorizzazione per le opere opere ante vincolo, l’accertamento di compatibilità paesaggistica ai sensi art. 167 del d. lgs. 42/2004.

CFP 4 DEONTOLOGICI

Relatori
arch. Fiorenza Dal Zotto, prof. avv. Alessandro Calegari, avv. Domenico Chinello, avv. Alessandro Veronese, arch. Flavio Cariali.
DATA 13.12.2024
ORE 9:30-13:30

ISCRIZIONI: https://archiformazione.it/shop/PD314347/

Il webinar è aperto anche ai non aderenti all'offerta formativa: l'accreditamento è previsto solo per architetti, però anche altri si possono iscrivere seguendo le indicazioni di iscrizione (accedendo tramite il link nella piattaforma di e creando gratuitamente un nuovo account).

salva casa

Sulla natura dell’ordine di demolizione

28 Nov 2024
28 Novembre 2024

Il T.A.R. ricorda il carattere vincolato dell’ordinanza di rimessione in pristino di un’opera abusiva.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Ordinanza di demolizione in pendenza dell’istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001

28 Nov 2024
28 Novembre 2024

Il TAR Palermo ha annullato un’ordinanza di demolizione, per essere stata adottata in data antecedente al decorso del termine di sessanta giorni per la formazione dell’eventuale silenzio-diniego sull’istanza di sanatoria ex art. 36, co. 3 d.P.R. 380/2001, in precedenza presentata dal privato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sulla sanatoria giurisprudenziale

28 Nov 2024
28 Novembre 2024

Il TAR Veneto ha ricostruito la storia e la ratio della cd. sanatoria giurisprudenziale, ossia quella sanatoria per cui è sufficiente la sola conformità urbanistico-edilizia al momento della presentazione dell’istanza (diversa quindi dal nuovo art. 36-bis, che prevede la conformità urbanistica attuale e quella edilizia del momento di realizzazione dell’abuso).

Peraltro, secondo la giurisprudenza maggioritaria, la cd. sanatoria giurisprudenziale consentirebbe la legittimazione postuma di opere sostanzialmente abusive, in contrasto con il principio di legalità, finendo di fatto per premiare gli autori degli abusi, a discapito di quegli altri privati che hanno correttamente attuato la propria potestà edificatoria, e neutralizzando la forza deterrente dell’apparato sanzionatorio.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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