Sulla revisione dei prezzi
Il T.A.R. si sofferma sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto della revisione dei prezzi.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. si sofferma sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto della revisione dei prezzi.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il silenzio-assenso si forma esclusivamente se l’istanza risulta completa sia sotto il profilo formale sia sotto il profilo sostanziale.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Nel caso di specie, i privati impugnavano l’ordinanza di demolizione spiccata dal Comune perché, tra le altre cose, essa veniva adottata dagli stessi funzionari responsabili di un diverso procedimento per cui i privati avevano in passato vinto un ricorso avverso il silenzio-inadempimento, vicenda per la quale è tuttora pendente un ulteriore ricorso per il risarcimento del danno: i privati, perciò, ritenevano che i funzionari avrebbero dovuto astenersi dall’irrogare l’ordinanza di demolizione per conflitto d’interessi ex art. 6-bis l. 241/1990.
Il TAR Palermo ha rigettato l’eccezione, chiarendo che i pregressi o pendenti contenziosi con la P.A. non integrano un conflitto d’interessi e non possono comportare, di per sé, la violazione dell’art. 6-bis cit. e con essa l’illegittimità del provvedimento.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il TAR Palermo ha chiarito che, ai sensi dell’art. 10 l. 157/1992:
- in ogni Regione deve essere destinata a protezione della fauna selvatica una quota minima di superficie agro-silvo-pastorale compresa tra il 20 e il 30% (perciò la percentuale è modificabile solo in aumento);
- una quota massima del 15% può essere destinata a caccia riservata a gestione privata e a centri privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale (perciò la percentuale è modificabile solo in diminuzione);
- sul rimanente territorio agro-silvo-pastorale le Regioni promuovono forme di gestione programmata della caccia, ripartendolo in ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) di dimensioni sub-provinciali.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il T.A.R., dopo aver ricordato il principio di cd. immodificabilitĂ delle offerte, ritiene che, in presenza di errore materiali, sia possibile alterare il contenuto delle stesse.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Nel caso di specie, un Comune emanava con riguardo allo stesso abuso edilizio di un privato tre atti: diniego dell’istanza di condono; ordinanza di demolizione; accertamento dell’inottemperanza all’ordinanza di demolizione con acquisizione al patrimonio comunale.
Il privato otteneva in un primo momento l’annullamento innanzi al G.A. del diniego di condono e dell’ordinanza demolitoria: agiva quindi in seguito per l’annullamento dell’ultimo atto.
Il TAR Palermo ha però rilevato che, decorso inutilmente il termine entro cui il privato deve ottemperare all’ordinanza di demolizione, l’effetto traslativo della proprietà avviene ipso iure, in automatico: altrettanto automaticamente si sprigiona l’effetto di legittimazione per il Comune alla trascrizione nei registri immobiliari e all’immissione nel possesso dell’area acquisita.
Perciò, l’atto con cui il Comune accerta l’inottemperanza alla demolizione e l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale non ha natura provvedimentale, bensì è un mero certificato, come tale non impugnabile innanzi al G.A. in sede di giurisdizione generale di legittimità .
Il TAR Palermo, però, ha invocato la giurisdizione esclusiva del G.A. in materia edilizia ex art. 133, co. 1, lett. f c.p.a. e, conseguentemente, ha riqualificato l’azione del privato come domanda di accertamento negativo dei presupposti per l’inottemperanza e, dunque, per l’acquisizione al patrimonio comunale e la trascrizione nei registri immobiliari.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha offerto una pregevole ricostruzione teorica di questi aspetti, concludendo che:
- la violazione del principio di affidamento degli atti si riverbera sulla legittimitĂ del provvedimento amministrativo solo nei casi previsti dalla legge;
- in difetto di tale previsione di legge, si dà invalidità del provvedimento ed eventuale responsabilità per lesione dell’interesse legittimo solo in caso di violazione, da parte della P.A., delle norme di diritto pubblico che governano lo svolgimento dell’attività autoritativa;
- invece, la violazione delle norme generali dell’ordinamento civile che impongono di agire con lealtà e correttezza – tra cui il Consiglio annovera il legittimo affidamento del privato – incide non sull’interesse legittimo, ma sul diritto soggettivo di autodeterminarsi liberamente nei rapporti giuridici senza subire ingerenze illecite frutto dell’altrui scorrettezza.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Il T.A.R. ricorda che l’omessa indicazione dei costi per la sicurezza comporta l’esclusione dalla gara.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il TAR Piemonte ricorda che, nel caso di finanziamenti per l’agricoltura, la giurisdizione appartiene al G.A. quando oggetto del giudizio è una fase procedimentale anteriore all’attribuzione del beneficio oppure quando, successivamente all’erogazione, il provvedimento di attribuzione venga annullato o revocato per vizi di legittimità .
Nelle ipotesi invece di inadempimento degli obblighi previsti a carico del beneficiario (con conseguente “revoca” o “annullamento” da parte della P.A. del provvedimento di concessione), la giurisdizione appartiene al G.O.
Post di Alessandra Piola – avvocato
Il TAR Piemonte ricorda che le ipotesi di stralcio di parte dello strumento urbanistico e quelle di modifiche d’ufficio (tutte provenienti dalla Regione), sono fondamentalmente diverse: mentre lo stralcio costituisce una parziale approvazione del piano, la modifica ex officio proveniente dall’Ente costituisce una sovrapposizione della volontà regionale a quella comunale. Ne consegue che, mentre nella prima ipotesi permane il potere del Comune di decidere in merito, nella seconda il potere si esaurisce con la decisione della Regione.
Il Giudice Amministrativo ricorda anche che, per poter qualificare come “stralcio” l’operazione compiuta dalla Regione, lo stesso deve essere riferito ad aree circoscritte, e deve essere congruamente motivato.
Post di Alessandra Piola – avvocato
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