Author Archive for: SanVittore

Sull’immodificabilità del RTI

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

Il T.A.R. Milano, comparando il nuovo Codice Appalti con il vecchio, giunge ad affermare che le ipotesi di modificabilità dell’ATI devono essere ammesse solo in casi eccezionali e tassativamente previsti: le aperture che si erano concretizzate nella vigenza del D. Lgs. n. 163/2006, infatti, non sono applicabili analogicamente al D. Lgs. n. 50/2016.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Quando possono essere diniegati gli impianti di energia da fonti rinnovabili

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Il TAr Molise spiega che la sottrazione di intere aree all’installazione di impianti di produzione da energie rinnovabili può avvenire solo per effetto di vincoli di tipo normativo ovvero per effetto di scelte di tipo pianificatorio adottate con lo speciale procedimento descritto nelle Linee Guida.

La sentenza si occupa, in particolare, dei boschi e del vincolo paesaggistico. 

Post di Dario Meneguzzo - avvocato 
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La sanzione pecuniaria di cui all’articolo 34, comma 2, del DPR 380 non si applica se il titolo manca del tutto

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Segnaliamo sulla questione una sentenza del TAR Potenza.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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Gli abusi risalenti nel tempo non fanno maturare un affidamento

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Il TAR Potenza, citando anche una recente Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, esclude che il decorso del tempo produca un qualche effetto sanante o di tolleranza verso gli abusi edilizi.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato 
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Da quando decorre il termine per impugnare le ammissioni altrui?

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Il T.A.R. Veneto sembra confermare che il termine di trenta giorni per impugnare le illegittime ammissioni altrui (c.d. rito super accelerato) decorra da quando si è avuto piena ed esaustiva contezza, in seduta pubblica, del vizio dell’offerta.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Il C.G.A.R.S. dà un’interpretazione estensiva delle ipotesi di rimessione al primo giudice di cui all’art. 105 c.p.a.

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana afferma che l’art. 105 c.p.a., nel disciplinare l’annullamento da parte del Giudice d’appello della sentenza di I grado con rinvio al Giudice di prime cure, prevede categorie generali suscettibili di interpretazione estensiva: con ciò, la rimessione al primo giudice in seno alla giustizia amministrativa assume contorni più ampi di quella prevista dagli artt. 353-354 c.p.c., fondata su ipotesi tassative.

Nel caso di specie, il Consiglio ha confermato il suo orientamento di applicazione dell’art. 105 c.p.a. all’ipotesi di sentenza di primo grado che abbia pronunciato un rigetto in rito per error in iudicando su una questione preliminare, omettendo così l’esame nel merito delle domande.

Specularmente, il Consiglio dà un’interpretazione restrittiva alle ipotesi di controversie che il giudice d’appello può decidere nel merito, trattenendo a sé la causa, a fronte di una pronuncia di puro rito in primo grado, in nome del principio del doppio grado di giudizio.

Post del dott. Alberto Antico

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La legge veneta sulle cave

20 Mar 2018
20 Marzo 2018

Segnaliamo la pubblicazione sul Bur n. 27 del 16/03/2018 della Legge Regionale del Veneto n. 13 del 16 marzo 2018, recante "Norme per la disciplina dell'attività di cava"

https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioLegge.aspx?id=366192

Post di Marco Merlo - funzionario comunale

Manufatti e impianti di prima lavorazione connessi con l’attività estrattiva nella nuova legge veneta sulle cave

20 Mar 2018
20 Marzo 2018

Segnaliamo l'articolo 17 della nuova legge regionale del Veneto sulle attività di cava n. 13 del 16 marzo 2018

Art. 17
Manufatti e impianti di prima lavorazione connessi con l’attività estrattiva.

1.   Per i manufatti e gli impianti di prima lavorazione connessi con l’attività di coltivazione, il comune, a seguito della formalizzazione dell’autorizzazione di cui all’articolo 10, rilascia idoneo titolo abilitativo ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” e successive modificazioni, anche in deroga alla disciplina di cui al Titolo V della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11.

2.   I manufatti e gli impianti di prima lavorazione eventualmente realizzati, sono temporanei e devono essere asportati o demoliti dopo la cessazione dell’attività autorizzata, fatta salva la facoltà di una loro diverso utilizzo purché compatibile con gli strumenti urbanistici vigenti e conforme alla normativa edilizia.

3.   I manufatti e gli impianti di prima lavorazione connessi con l’attività di coltivazione della cava, ivi comprese le aree funzionali a servizio degli stessi, possono essere riconosciuti quali pertinenze tecniche di altre cave del medesimo materiale e, in quanto tali, restano in esercizio per tutta la durata delle attività estrattive ad essi afferenti.

4.   La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, stabilisce criteri e modalità per l’applicazione del comma 3.

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Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

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I presupposti della responsabilità aquiliana della p.a

20 Mar 2018
20 Marzo 2018

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ricorda i vari requisiti, cumulativamente necessari, perché possa sorgere la responsabilità ex art. 2043 c.c. della pubblica Amministrazione: 1) illegittimità dell’atto o comportamento adottato; 2) evento dannoso; 3) lesione di un interesse rilevante per l’ordinamento; 4) nesso di causalità tra l’atto o comportamento della p.a. e il danno; 5) dolo o colpa della p.a.

Post del dott. Alberto Antico

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Come va applicato l’art. 9 del D.M. n. 1444/1968?

20 Mar 2018
20 Marzo 2018

Il T.A.R. Bolzano, pur dando atto della “poca chiarezza” della norma, in un’articolata sentenza giunge a confermare che i commi 2 e 3 del D.M. n. 1444/1969 si applicherebbero solo alle Zone C. (“Le distanze minime tra fabbricati - tra i quali siano interposte strade destinate al traffico dei veicoli (con esclusione della viabilità a fondo cieco al servizio di singoli edifici o di insediamenti) - debbono corrispondere alla larghezza della sede stradale maggiorata di:

  1. 5 per lato, per strade di larghezza inferiore a ml. 7;
  2. 7,50 per lato, per strade di larghezza compresa tra ml. 7 e ml. 15;
  3. 10 per lato, per strade di larghezza superiore a ml. 15.

Qualora le distanze tra fabbricati, come sopra computate, risultino inferiori all'altezza del fabbricato più alto, le distanze stesse sono maggiorate fino a raggiungere la misura corrispondente all'altezza stessa. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei precedenti commi, nel caso di gruppi di edifici che formino oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con previsioni planovolumetriche”).

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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