Antenne e diritti di segreteria

06 Mar 2024
6 Marzo 2024

Il T.A.R. afferma che la realizzazione di antenne non richiede il pagamento di diritti di segreteria richiesti dal Comune in aggiunta agli oneri previsti dalla legislazione statale.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Le ordinanze istruttorie del TAR sono revocabili, ma non appellabili

06 Mar 2024
6 Marzo 2024

Il Consiglio di Stato ha affermato che l’appello avverso un’ordinanza istruttoria del TAR è inammissibile, poiché, per effetto del rinvio esterno operato dall’art. 39, co. 1 c.p.a. all’art. 177, co. 2 c.p.c., è possibile chiedere, sussistendone i presupposti, la revoca, anche parziale, dell’ordinanza stessa.

Non opera, invece, estensivamente il principio giurisprudenziale che ha ammesso l’appello avverso l’ordinanza resa in primo grado sull’istanza di accesso documentale ai sensi dell’art. 116, co. 2 c.p.a.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Autorizzazione unica delle antenne radio

06 Mar 2024
6 Marzo 2024

Il T.A.R. Veneto ricorda che l’autorizzazione unica in materia di antenne radio, ex art. 44 d.lgs. 259/2003, assorbe in sé anche i titoli che sarebbero richiesti ai sensi del T.U. edilizia.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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L’obbligo di VIA alla luce del diritto UE

05 Mar 2024
5 Marzo 2024

La Corte di giustizia dell’Unione Europea (CGUE) si è pronunciata sul progetto edificatorio “Heumarkt Neu” di Vienna, che prevede la demolizione di un hotel esistente e la costruzione di nuovi edifici, tra cui un grattacielo di 19 piani, destinati ad uso alberghiero, commerciale, congressuale, residenziale e per uffici. Il progetto include anche una pista di pattinaggio sotterranea, un palazzetto dello sport, una piscina e un parcheggio con 275 posti auto.

La CGUE ha stabilito che la normativa austriaca in materia di VIA non è conforme alla direttiva 2011/92/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, in quanto non prevede un esame caso per caso dei progetti di riassetto urbano che superano determinate soglie. Per l’effetto, “Heumarkt Neu” deve essere sottoposto a VIA.

Per inciso, in Italia la VIA è prevista solo nel caso di progetti di sviluppo di aree urbane, nuove o in estensione, interessanti superfici superiori ai 40 ettari, o per progetti di riassetto o sviluppo di aree urbane all’interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori a 10 ettari.

La CGUE ha precisato che il concetto di “progetto di riassetto urbano” ai sensi della direttiva 2011/92/UE deve essere interpretato in senso ampio e che l’obbligo di VIA previsto dalla direttiva 2011/92/UE ha lo scopo di tutelare l’ambiente e di garantire la partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia di pianificazione urbana.

Si segnala che, con il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 30.03.2015, sono state approvate le Linee guida per la verifica di assoggettabilità a VIA dei progetti di competenza delle Regioni e Province autonome, previsto dall’art. 15 d.l. 91/2014, come convertito dalla l. 116/2014 (pubblicato in G.U., Serie generale, n. 84 del 11.04.2015). Il decreto è consultabile al link:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/vediMenuHTML?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-04-11&atto.codiceRedazionale=15A02720&tipoSerie=serie_generale&tipoVigenza=originario.

Il decreto è finalizzato a garantire un’uniforme e corretta applicazione su tutto il territorio nazionale delle disposizioni dettate dalla direttiva 2011/92/UE concernente la VIA di determinati progetti pubblici e privati.

Al ricorrere di determinate condizioni, si applica una riduzione del 50% delle soglie relative alla specifica categoria progettuale indicate nell’All. IV alla Parte II del d.lgs. 152/2006.

Sono esclusi dall’applicazione del criterio del «cumulo con altri progetti»:  a) i progetti la cui realizzazione sia prevista da un piano o programma già sottoposto alla procedura di VAS ed approvato, nel caso in cui nel piano o programma sia stata già definita e valutata la localizzazione dei progetti oppure siano stati individuati specifici criteri e condizioni per l’approvazione, l’autorizzazione e la realizzazione degli stessi;  b) i progetti per i quali la procedura di screening VIA di cui all’art. 20 d.lgs. 152/2006 è integrata nella procedura di VAS, ai sensi dell’art. 10, co. 4 del medesimo decreto.

La VAS risulta essere, infatti, il contesto procedurale più adeguato a una completa e pertinente analisi e valutazione di effetti cumulativi indotti dalla realizzazione di opere e interventi su un determinato territorio.

Post di Daniele Iselle

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Le tensostrutture dedicate alle attività parrocchiali

05 Mar 2024
5 Marzo 2024

Le Comunità parrocchiali cercano spesso di godere del tepore primaverile ed estivo per le proprie attività per il tramite di tensostrutture o altri tendoni all’aperto.

Come conciliare queste esigenze con il diritto urbanistico?

Se si rispettano i criteri dei manufatti precari, per il combinato disposto dell’art. 3, co. 1, lett. e.5 e dell’art. 6, co. 1, lett. e-bis d.p.r. 380/2001, si potrebbe erigere un tendone provvisorio in attività edilizia libera. Bisogna però essere consapevoli che, per un orientamento consolidato, la natura precaria di un manufatto non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all’opera dal costruttore, ma deve ricollegarsi all’intrinseca destinazione materiale di essa a un uso realmente precario e temporaneo, per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, non essendo sufficiente che si tratti eventualmente di un manufatto smontabile e/o non infisso al suolo.

Qualora invece si abbia bisogno di strutture più stabili, si potrebbe valutare l’applicazione della normativa speciale di tutela degli oratori di cui alla l. 206/2003 e alla l.r. Veneto 44/1987, che qualificano come opere di urbanizzazione secondaria gli immobili e le attrezzature fisse destinate alle attività di oratorio e similari edificate dagli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti ed accordano degli incentivi pecuniari.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Comuni privi di PAT e decadenza delle previsioni di PUA

05 Mar 2024
5 Marzo 2024

Il TAR Veneto evidenzia che la decadenza della previsione di piano attuativo, al passare di cinque anni dall’entrata in vigore del P.I., comporta la trasformazione della zona interessata in “area non pianificata”, con limitatissime potenzialità edificatorie; per i Comuni non dotati di PAT (e dunque nemmeno di P.I.), il termine quinquennale si applica dall’entrata in vigore della legge sul consumo di suolo (l. R.V. n. 14/2017).

In tale ipotesi, dunque, se le previsioni di PUA non sono state attuate entro giugno 2022, esse devono essere considerate decadute.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Termine ragionevole nell’annullamento in autotutela per le ipotesi di falso

05 Mar 2024
5 Marzo 2024

Il TAR Veneto evidenzia che il termine ragionevole per l’autotutela amministrativa, in ipotesi di dichiarazioni false, inizia a decorrere dal momento in cui la P.A. è venuta a conoscenza della non veridicità delle prospettazioni del privato, e non dal momento in cui è stata resa la dichiarazione medesima.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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L’ampliamento della casa rurale (in vigenza della l.r. Veneto 24/1985)

05 Mar 2024
5 Marzo 2024

Il TAR Veneto ha offerto un’interpretazione dell’art. 4, co. 1 l.r. Veneto 24/1985 – oggi abrogato – nella parte in cui all’interno delle zone agricole ammette “anche l’ampliamento fino al volume massimo, compreso l’esistente, di mc 800” delle sole “residenze stabilmente abitate da almeno 7 anni”.

La disposizione in esame non può essere interpretata nel senso di richiedere il mantenimento, per almeno sette anni, della residenza anagrafica all’interno dell’immobile quanto, piuttosto, il meno stringente requisito della destinazione continuativa all’uso di abitazione.

Post di Daniele Iselle

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Alloggi universitari e PNRR: una deroga a quasi tutto?

04 Mar 2024
4 Marzo 2024

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 52 del 02.03.2024) il d.l. 2 marzo 2024, n. 19, entrato in vigore il 02.03.2024, concernente ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR, disponibile al link:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-03-02&atto.codiceRedazionale=24G00035&elenco30giorni=false.

L’art. 17, co. 1, lett. c del decreto-legge introduce l’art. 1-quater alla l. 338/2000, che contiene disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari.

Questo nuovo articolo prevede che, al fine di favorire la dotazione di alloggi e residenze per studenti mediante l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente, nell’ambito della Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del PNRR, sia sempre ammesso il mutamento di destinazione d’uso funzionale all’impiego di tali immobili quali residenze universitarie anche in deroga alle eventuali prescrizioni e limitazioni previste dalle previsioni degli strumenti urbanistici.

Il cambio d’uso si realizza mediante SCIA. Per gli immobili soggetti a vincolo paesaggistico, il cambio d’uso è lecito ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente e non siano previsti incrementi di volumetria, mediante una SCIA e una segnalazione alla Soprintendenza che, in caso di accertata carenza di tali requisiti, nel termine di 30 giorni dal ricevimento della segnalazione, adotta i motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa.

Sugli edifici in parola permane un vincolo di destinazione funzionale per la durata prevista dal decreto di finanziamento, o comunque per una durata non inferiore a 12 anni.

Sia consentito esprimere una preoccupazione per questo tipo di normative, che lasciano intendere come il legislatore stesso ritenga limitante la selva di disposizioni di diritto urbanistico e, invece, di semplificare la normativa, introduce numerose ipotesi di deroghe parcellizzate, che non aiutano la semplicità e la coerenza del sistema.

Post di Daniele Iselle

Opera abusiva ed acquisizione

04 Mar 2024
4 Marzo 2024

Il T.A.R. Bolzano ricorda i noti principi amministrativi in materia di repressione degli abusi e di acquisizione della relativa area. Nella stessa sentenza il Collegio afferma che, in caso di inottemperanza all’ordinanza di demolizione, l’effetto acquisitivo non viene meno neppure se la parte inadempiente aveva chiesto un titolo edilizio per procedere alla demolizione dell’opera abusiva.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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