Le Regioni possono stabilire la destinazione dei proventi degli incrementi da loro disposti alle oblazioni del cd. terzo condono

31 Mar 2023
31 Marzo 2023

La Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Governo contro l’art. 1 l.r. Veneto 27/2021, il quale sostituisce l’art. 4, co. 1-bis l.r. Veneto 21/2004, prevedendo che l’incremento dell’oblazione prevista dalla legge sul condono, fissato dal comma 1 dell’art. 4 cit., è destinato, oltre che alle finalità indicate dal medesimo comma 1 (politiche di repressione degli abusi edilizi e per la promozione di interventi di riqualificazione dei nuclei interessati e compromessi da fenomeni di abusivismo edilizio, ovvero per i rilievi aerofotogrammetrici ex art. 23 l. 47/1985), ad ulteriori finalità, e in particolare: a) ad interventi di valorizzazione e restauro paesaggistico su siti di interesse regionale che sono individuati dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare; b) agli interventi, promossi dai Comuni singoli o associati, di riqualificazione urbana ex art. 6 l.r. Veneto 14/2017. La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, determina criteri e modalità di assegnazione del contributo.

Le norme poste dallo Stato vincolano le Regioni unicamente in relazione alla misura dell’oblazione, ai relativi termini di versamento, ed in genere alle relative articolazioni procedimentali ed organizzative.

Spetta alle Regioni invece la destinazione degli introiti che riscuotono per effetto dell’incremento alla misura dell’oblazione fissata dalla legge, consentito dall’art. 32, co. 33 d.l. 269/2003.

Post di Daniele Iselle

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Interventi a tutela del libero deflusso delle acque

31 Mar 2023
31 Marzo 2023

La Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Governo nei confronti dell’art. 20, co. 1 l.r. Veneto 27/2021, in base al quale le strutture della Giunta regionale competenti per territorio vengono autorizzate a effettuare «interventi di ripristino di condizioni di sicurezza e officiosità idraulica che prevedono la rimozione di schianti, piante morte, piante a rischio caduta o la cui presenza riduca la sezione dell’alveo necessaria a garantire il libero deflusso delle acque».

Il Governo riteneva che questa norma collidesse con le competenze esclusive statali di tutela del paesaggio.

La Consulta, però, ha osservato che questi interventi risultano sostanzialmente equivalenti alle attività contemplate dal punto A.25 dell’All. A al d.P.R. 31/2017, che li esonera espressamente dall’autorizzazione paesaggistica.

Pertanto, l’attività demandata alle strutture della Giunta regionale dall’art. 20 cit. non potrà che svolgersi nei limiti segnati dalla norma interposta statale, anche con riferimento alle parti di essa non testualmente riprodotte nella disposizione impugnata, ma chiaramente in essa implicate (con riguardo, in particolare, alla necessità che gli interventi in questione «non comportino alterazioni permanenti della visione d’insieme della morfologia del corso d’acqua»).

Post di Daniele Iselle

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L’informativa antimafia non può essere rilasciata nei confronti di un libero professionista

31 Mar 2023
31 Marzo 2023

Il Consiglio di Stato ha affermato che i liberi professionisti che non siano organizzati in forma d’impresa non possono essere raggiunti da un’informativa antimafia.

Il Consiglio ha così rigettato la tesi di una Prefettura, secondo cui l’art. 100 d.lgs. 159/2011, cd. Codice antimafia, imporrebbe all’Ente locale sciolto per infiltrazione mafiosa di assumere l’informativa prima della stipula di qualsiasi atto negoziale e, quindi, anche di contratti con cui si conferisce un incarico professionale.

Quest’ultima interpretazione è stata ritenuta violativa dei principi di legalità e di tassatività delle ipotesi di incapacità giuridica speciale.

Post di Daniele Iselle

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Incostituzionale l’esonero disposto dalla Regione del Veneto per le stazioni appaltanti regionali dalla ritenuta di garanzia dei versamenti agli Enti previdenziali e assicurativi

31 Mar 2023
31 Marzo 2023

La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’art. 9 l.r. Veneto 27/2021, il quale prevedeva un esonero, per le stazioni appaltanti regionali, dall’applicazione della ritenuta dello 0,50% a garanzia dei versamenti agli enti previdenziali e assicurativi nelle procedure di pagamento relative a contratti pubblici di servizi, forniture e noleggio attrezzature di importo inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria.

La Consulta ha riconosciuto una lesione della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza, per contrasto con l’art. 30, co. 5-bis d.lgs. 50/2016, secondo il quale tale ritenuta è operata «[i]n ogni caso» – indipendentemente, quindi, dalla tipologia contrattuale o dalla soglia di rilevanza economica – e può essere svincolata «soltanto in sede di liquidazione finale, dopo l’approvazione da parte della stazione appaltante del certificato di collaudo o di verifica di conformità, previo rilascio del documento unico di regolarità contributiva».

Post di Daniele Iselle

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Il link per accedere al seminario del Comune di Spinea e di Italiaius sulla ristrutturazione edilizia

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Per accedere è sufficiente cliccare sul seguente link:

https://us06web.zoom.us/j/88045957206?pwd=MkhtcVh4OHZadGFwcDlYalFCOU5WQT09

Come si individua la destinazione d’uso di un immobile?

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Palermo ha risposto che, in linea generale, la giurisprudenza ha dato rilevanza alle risultanze catastali e ai titoli giuridici, non invece all’utilizzo che ne faccia in concreto il soggetto che utilizzi l’immobile.

Tuttavia, le cose cambiano nella particolare materia del condono.

Giudicando il caso di un diniego di condono ex d.l. 269/2003, il TAR ha affermato che l’onere della prova dell’effettiva destinazione d’uso residenziale ricade, al pari degli altri elementi che giustificano il condono edilizio, sul privato; non costituiscono idonei elementi di prova le sole dichiarazioni sostitutive di notorietà. Le opere devono aver raggiunto, prima del 31 marzo 2003, una riconoscibile ed inequivoca identità funzionale, che ne connoti con assoluta chiarezza la destinazione d’uso, manifestando le caratteristiche oggettivamente ed univocamente idonee alla nuova destinazione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Quando il cambio d’uso con opere integra una nuova costruzione

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Catania ha affermato la legittimità dell’ordinanza di demolizione avente ad oggetto interventi che, in assenza di permesso di costruire, abbiano operato un indiscusso mutamento di destinazione d’uso con opere edilizie di una struttura preesistente, configurando pertanto un’opera nuova, che costituisce un abuso rilevante e giustifica in quanto tale l’irrogazione della sanzione demolitoria o di rimessione in pristino.

Nel caso di specie, la destinazione di un immobile era mutata da deposito attrezzi a quella per finalità abitative: inoltre, in ampliamento dell’immobile, sul lato ovest, erano realizzati due vani per complessivi 27 mq ca., rifiniti internamente e resi perfettamente abitabili.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Legislazione veneta sul cambio d’uso

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Veneto, analizzando l’art. 42-bis l.r. Veneto 11/2004, ha affermato che, nonostante il richiamo al necessario rispetto dello strumento urbanistico si trovi nel solo comma 3, relativo ai mutamenti di destinazione d’uso tra differenti categorie funzionali, tale limitazione deve applicarsi anche ai cambi d’uso all’interno della medesima categoria funzionale, per riespansione della disciplina statale di cui all’art. 23-ter d.P.R. 380/2001.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Decadenza del titolo edilizio per scadenza dei termini di esecuzione delle opere

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che la decadenza del permesso di costruire costituisce effetto automatico del trascorrere del tempo, perciò la pronunzia di decadenza ha carattere ricognitivo, è determinata dall’accertamento del mancato inizio e completamento dei lavori entro i termini stabiliti e non necessita di un provvedimento amministrativo espresso.

Il termine di durata del permesso edilizio può solo eccezionalmente essere prorogato ma è comunque sempre necessaria, a tal fine, la presentazione di una formale istanza di proroga, cui deve comunque seguire un provvedimento da parte della stessa P.A. che accerti le ragioni (il factum principis o l’insorgenza di una causa di forza maggiore) che possono giustificare una proroga.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Cosa è il mancato completamento delle opere che comporta la decadenza del titolo edilizio

30 Mar 2023
30 Marzo 2023

Il TAR Sardegna, a partire dall’art. 15, co. 2 d.P.R. 380/2001, ha spiegato quando possa dirsi raggiunto il completamento delle opere, che impedisce la decadenza del titolo edilizio se raggiunto nei termini di legge: in linea generale, perché la situazione di completamento possa ritenersi verificata, non è sufficiente che il manufatto risulti materialmente realizzato nelle sue strutture portanti, ma occorre che risulti funzionalmente idoneo allo scopo per il quale era stato progettato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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