Di fronte a una ristrutturazione edilizia eseguita sine titulo su un immobile vincolato, la repressione dell’abuso spetta al Comune o alla Soprintendenza?

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

Il TAR del Lazio, Sede di Roma, ha affermato la concorrente competenza del Comune, quale autorità preposta all’osservanza della normativa edilizia e urbanistica, e della Soprintendenza, quale autorità preposta alla vigilanza sul vincolo, a comminare una sanzione ex art. 33, co. 3 d.P.R. 380/2001 in riferimento ad un immobile vincolato.

Ciò di per sé giustifica l’adozione delle iniziative assunte in materia dal Comune, indipendentemente ed autonomamente dalla adozione di eventuali misure da parte dell’Autorità statale, con il solo limite, onde evitare sovrapposizioni sanzionatorie, della previa comunicazione alle altre PP.AA. competenti, le quali possono intervenire anche di loro iniziativa.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’ordinanza di demolizione

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

Il TAR del Lazio, Sede di Roma, ha affermato che per giustificare l’ordine di demolizione è sufficiente la constatazione che le opere siano state eseguite in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire, senza alcuna motivazione aggiuntiva rispetto all’indicazione dei presupposti di fatto e all’individuazione e qualificazione degli abusi.

L’ordine di demolizione è un provvedimento vincolato, che non richiede alcun bilanciamento fra l’interesse pubblico e quello privato.

La possibilità di sostituire la sanzione demolitoria con quella pecuniaria deve essere valutata dalla P.A. competente nella fase esecutiva del procedimento, successiva ed autonoma rispetto all’ordine di demolizione: il dato testuale della legge è univoco ed insuperabile, in coerenza col principio per il quale, accertato l’abuso, l’ordine di demolizione va senz’altro emesso.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Trattamento economico dei lavoratori in quiescenza che entrino negli organi delle Camere di commercio

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

L’art. 5, co. 9 d.l. 95/2012, come convertito dalla l. 135/2012, vieta alle PP.AA. e alle Autorità indipendenti di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza, nonché di conferire loro incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle PP.AA. e degli enti e società da esse controllati, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei componenti o titolari degli organi elettivi degli ordini, dei collegi professionali, dei relativi organismi nazionali e degli enti aventi natura associativa, in quanto non gravanti sulla finanza pubblica. Gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può essere superiore a due anni, non prorogabili né rinnovabili, presso ciascuna P.A. Devono essere rendicontati eventuali rimborsi di spese, corrisposti nei limiti fissati dall’organo competente della P.A. interessata. Gli organi costituzionali si adeguano nell’ambito della propria autonomia. Per le fondazioni lirico-sinfoniche, il divieto di conferimento di incarichi si applica al raggiungimento del settantesimo anno di età.

Si discuteva se tale divieto potesse applicarsi anche alle Camere di commercio, essendo enti di natura associativa che si mantengono con risorse proprie.

A tagliare la testa al toro era intervenuto un parere della Sezione consultiva del Consiglio di Stato, a favore dell’applicabilità del divieto.

Si segnala però che l’art. 13-bis, co. 2 d.l. 25/2025, come recentissimamente convertito dalla l. 69/2025, cd. decreto P.A. del 2025, recita: “Ai componenti degli organi degli enti di cui all’articolo 1 della legge 29 dicembre 1993, n. 580 [cioè le Camere di commercio e le loro Unioni, n.d.r.], non si applica comunque il divieto di cui all’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135”.

La parola “comunque” potrebbe rivelare l’intenzione del legislatore di porre fine al dibattito creatosi.

Post di Alberto Antico – avvocato

parere CdS n. 1329-2024

Competenza delle Regioni a garantire l’officiosità idraulica dei fiumi

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato che l’art. 89, co. 1 d.lgs. 112/1998 attribuisce alle Regioni le funzioni volte ad assicurare l’officiosità idraulica dei fiumi presenti sul territorio regionale, attraverso la pulizia del relativo alveo, mentre riserva alla competenza statale, ai sensi del successivo art. 104, la sola disciplina della sicurezza della navigazione. La disciplina della navigazione su tali corsi è un’attività provvedimentale volta ad impartire ai natanti le prescrizioni tecniche o di condotta nel traffico marittimo, riservata allo Stato, rispetto alla quale lo stato manutentivo è un presupposto di fatto che può ispirarne le scelte prudenziali, ma non elide la doverosità, a monte, della differente attività manutentiva trasferita alle Regioni.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Modifica dell’alveo fluviale e diritto intertemporale

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato che, laddove il ritiro delle acque dall’alveo fluviale si sia verificato anteriormente al 3 febbraio 1994, il regime proprietario dei terreni abbandonati dalle acque è disciplinato dall’art. 942 c.c. nella formulazione previgente l’entrata in vigore della l. 37/1994, che ne prevedeva la sdemanializzazione e l’acquisto, a titolo originario, in favore del proprietario della riva scoperta.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Giurisdizione sulla delibera comunale di sdemanializzazione di un bene del demanio idrico

20 Mag 2025
20 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato la propria giurisdizione su una domanda di annullamento di una delibera del Consiglio comunale che incida sul bene del demanio idrico, anche se si controverta della proprietà del bene, in quanto la giurisdizione si determina dalla domanda, e, comunque, ai sensi dell’art. 197 r.d. 1775/1933, il TSAP in unico grado può decidere anche le questioni relative alla demanialità delle acque necessarie alla risoluzione di questioni direttamente rientranti nella giurisdizione di legittimità.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Convertito in legge il decreto su referendum ed elezioni del 2025

19 Mag 2025
19 Maggio 2025

Con la l. 15 maggio 2025, n. 72 (pubblicata in G.U., Serie generale n. 113 del 17.05.2025), entrata in vigore il 18 maggio 2025, è stato convertito in legge, con modificazioni, il d.l. 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025.

Il testo della l. 72/2025 è consultabile al seguente link:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2025-05-17&atto.codiceRedazionale=25G00079&elenco30giorni=false.

Il testo coordinato del d.l. 27/2025, come convertito dalla l. 72/2025, è disponibile al seguente link:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2025-05-17&atto.codiceRedazionale=25A02969&elenco30giorni=false.

Post di Alberto Antico – avvocato

La demanialità dei canali intubati sotterranei

19 Mag 2025
19 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP), in una causa vertente sull’accertamento della natura demaniale di un corso d’acqua intubato al di sotto di un sito produttivo e destinato alla raccolta di acque reflue, ha stabilito che la soluzione deve necessariamente tener conto dell’evoluzione normativa che prende le mosse dalla novella di cui all’art. 1 l. 36/1994, la quale, con successiva conferma da parte dell’art. 144 d.lgs. 152/2006, ha affermato l’appartenenza al demanio idrico di tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo.

La normativa sopravvenuta – profondamente innovando rispetto alla previgente disciplina di cui al r.d. 1775/1933, che ancorava la natura pubblica delle acque alla loro attitudine a soddisfare usi di interesse generale – ha introdotto in via presuntiva l’esistenza di un interesse pubblico alla gestione delle acque superficiali e sotterranee. Le acque private sono ipotesi residuali configurabili solo quando difetta l’idoneità concreta della risorsa al soddisfacimento di interessi di carattere generale, come ad esempio le acque piovane in invaso o in cisterne al servizio di fondi agricoli o di edifici singoli, oppure le acque termali per uso geotermico.

Non rientrano nella nozione di acque pubbliche, stante il difetto dell’attitudine a soddisfare esigenze generali, le acque piovane e nere quando vengano convogliate nella rete fognaria, mentre hanno natura pubblica le acque che senza refluire nella rete fognaria, vadano ad innestarsi su altri corsi d’acqua pubblici.

Ha pertanto demaniale il canale d’acqua che funge da ricettore di acque anche reflue che non sono destinate esclusivamente allo smaltimento in quanto, senza confluire nella rete fognaria, si immettono in un corso d’acqua pacificamente pubblico.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il Comune non può sdemanializzare una porzione di fosso senza consultare il Demanio

19 Mag 2025
19 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato che è illegittima la delibera del Consiglio comunale che disponga la sdemanializzazione di un bene del demanio idrico (porzione di fosso), sul presupposto dell’avvenuta perdita delle caratteristiche del bene: a seguito della l. 37/1994 non è più consentita la sdemanializzazione tacita, per cui i presupposti per la sdemanializzazione devono essere valutati dall’Agenzia del Demanio nell’esercizio di un potere discrezionale; per il periodo anteriore al 1994 l’eventuale sdemanializzazione tacita di un bene del demanio idrico comporta il passaggio del bene al patrimonio disponibile dello Stato appartenendo il demanio idrico al demanio statale necessario.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il nulla osta idraulico nel procedimento di sdemanializzazione

19 Mag 2025
19 Maggio 2025

Il Tribunale superiore delle acque pubbliche (TSAP) ha affermato che non è autonomamente impugnabile il nulla osta idraulico rilasciato dalla Regione nell’ambito di una procedura di sdemanializzazione in quanto tale atto, rispetto al successivo provvedimento di sdemanializzazione, si presenta vincolante solo se è negativo, mentre se positivo l’Agenzia del Demanio rimane titolare del potere discrezionale di procedere o no alla sdemanializzazione.

Di conseguenza, le questioni relative alla proprietà di alcune particelle, sollevate dal privato che abbia interesse alla persistenza del vincolo demaniale, possono essere fatte valere avverso l’eventuale provvedimento dell’Agenzia del demanio che ne disponga la sdemanializzazione.

Il TSAP ha aggiunto che, laddove si voglia sostenere la proprietà collettiva (nel caso di specie, in capo ad una Comunanza agraria) di alcuni fondi, il giudice fornito di giurisdizione è il Commissario liquidatore degli usi civici.

Post di Alberto Antico – avvocato

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