L’indebito oggettivo
Il TAR Veneto ha offerto utili principi in materia di indebito oggettivo ex art. 2033 c.c., applicandolo alla particolare materia delle obbligazioni dedotte in una convenzione urbanistica.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha offerto utili principi in materia di indebito oggettivo ex art. 2033 c.c., applicandolo alla particolare materia delle obbligazioni dedotte in una convenzione urbanistica.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il T.A.R. Veneto ricorda che il termine decadenziale di trenta giorni per impugnare un atto di gara potrebbe essere posticipato in caso di presentazione di un’istanza di accesso agli atti. Nella stessa sentenza, inoltre, il Collegio evidenzia che il mancato esperimento dell’azione giudiziaria finalizzato ad ottenere l’annullamento dell’aggiudicazione non è un motivo che osta, ex se ed in assenza di altre motivazioni, all’accesso agli atti.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. ricorda la natura giuridica dell’accesso civico generalizzato, ex d. lgs. n. 33/2013, in rapporto all’accesso agli atti, ex l. n. 241/1990.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. Veneto afferma che l’istanza di accesso agli atti, ex art. 22 della l. n. 241/1990, concerne tutti i documenti detenuti dalla P.A. (sia formati dai privati sia dall’ente locale), compresi gli atti interni utilizzati o utilizzabili dalla stessa.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che l’art. 3 l. 241/1990, nella parte in cui afferma che la motivazione per relationem è legittima a condizione che siano indicati e resi disponibili gli atti cui si fa rinvio, va inteso nel senso che all’interessato deve essere garantita la possibilità di prenderne visione, di richiederne e ottenerne copia in base alla normativa sul diritto di accesso ai documenti amministrativi e di chiederne la produzione in giudizio, con la conseguenza che non sussiste per la P.A. l’obbligo di notificare all’interessato tutti gli atti richiamati nel provvedimento, ma soltanto di indicarne gli estremi e di metterli a disposizione su richiesta dell’interessato.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che, qualora il diniego di autorizzazione paesaggistica sia sorretto da una congrua ed esauriente motivazione, che dia conto del contrasto tra l’intervento progettato e i valori culturali oggetto di tutela, tale motivazione è sindacabile in sede di giurisdizione di legittimità , unicamente per manifesta illogicità o travisamento dei fatti o per inadeguatezza dell’istruttoria o della motivazione.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che una motivazione succinta ben può ritenersi legittima, ove rilevi gli estremi logici dell’incompatibilità di un manufatto con il contesto tutelato.
Più in particolare, il diniego di compatibilità paesaggistica postuma, o di sanatoria di opere edili realizzate in zone vincolate, è da ritenersi sufficientemente motivato con l’indicazione delle ragioni assunte a fondamento della valutazione di incompatibilità dell’intervento con le esigenze di tutela paesistica poste a base del relativo vincolo.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il T.A.R. afferma la legittimità di un’ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Sindaco per evitare il pericolo di crollo di un edificio lungo una pubblica via.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che deve ritenersi non perentorio il termine assegnato per la presentazione delle osservazioni ex art. 10-bis l. 241/1990.
Tuttavia, qualora la P.A. ignori le osservazioni presentate dal privato oltre il termine, tale illegittimitĂ procedimentale risulta superabile laddove il contenuto del provvedimento finale non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato.
Post di Alberto Antico – avvocato
Il TAR Veneto ha affermato che le disposizioni contenute nel Capo III della l. 241/1990 sulla partecipazione al procedimento amministrativo, incluso quindi l’istituto del preavviso di rigetto, non si applicano all’attività di pianificazione e programmazione territoriale (nel caso di specie, si trattava di un diniego di PUA), regolata da specifiche forme di partecipazione procedimentale dei soggetti interessati, cui è data ampia possibilità di interloquire con i soggetti pubblici, in funzione sia collaborativa sia difensiva.
Post di Alberto Antico – avvocato
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