Autorizzazione paesaggistica postuma e preavviso di rigetto

09 Gen 2025
9 Gennaio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che nell’ambito del diniego di sanatoria (nel caso di specie, rectius, si trattava di un’autorizzazione paesaggistica postuma), la mancata comunicazione del relativo preavviso non comporta, in base al principio di cui all’art. 21-octies, co. 2 l. 241/1990, effetti vizianti ove il Comune non avrebbe potuto emanare provvedimenti differenti.

Si segnala però che proprio questa norma citata dal TAR contiene – a seguito della novella di cui al d.l. 76/2020 – un III periodo del seguente tenore: “La disposizione di cui al secondo periodo non si applica al provvedimento adottato in violazione dell’articolo 10-bis”.

Tanto più che, come riconosciuto dal TAR, l’istanza ex artt. 167 e 181 d.lgs. 42/2004 comporta valutazioni che costituiscono espressione di discrezionalità tecnica (in quanto tali, è pur vero, sindacabili in sede di giurisdizione di legittimità unicamente per manifesta illogicità o travisamento dei fatti o per inadeguatezza dell’istruttoria o della motivazione).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Istanza di compatibilità paesaggistica presentata dopo l’ordinanza di demolizione

09 Gen 2025
9 Gennaio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che la presentazione, da parte del privato, di una domanda di accertamento della compatibilità paesaggistica di per sé non è idonea ad incidere l’efficacia del previo ordine di demolizione spiccato dal Comune, in quanto non copre gli aspetti urbanistici/edilizi dell’abuso, ma solo quello paesaggistico.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Abusi edilizi commessi senza previa SCIA in area paesaggistica

09 Gen 2025
9 Gennaio 2025

Il TAR Veneto ha affermato che in presenza di abusivismo edilizio, ai sensi degli artt. 22 e 37, co. 1 d.P.R. 380/2001, l’applicabilità della sola sanzione pecuniaria è limitata agli interventi astrattamente realizzabili previa SCIA che siano, altresì, conformi agli strumenti urbanistici vigenti. Laddove manchino i presupposti per l’intervento, come nel caso in cui l’opera sia stata posta in essere in violazione dello strumento urbanistico o del vincolo paesaggistico, è legittima l’ordinanza di demolizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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5G ed atti d’indirizzo

08 Gen 2025
8 Gennaio 2025

Il T.A.R. Veneto afferma che non vi è interesse ad impugnare gli atti di indirizzo meramente politici dei Comuni che dichiarano di essere contrari all’installazione del 5G. Mutatis mutandis, lo stesso dicasi per le previsioni del P.A.T./P.I. che nulla dispongono, in concreto, sui criteri localizzativi delle SRB.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Stazioni radio base e silenzio-assenso

08 Gen 2025
8 Gennaio 2025

Il T.A.R. ricorda il cd. rito accelerato e semplificato previsto dagli artt. 44 e ss. del Codice delle Comunicazioni, che confluisce nella formazione del cd. silenzio-assenso. Di conseguenza, l’impugnazione del parere tardivo emesso da uno degli enti convocati in sede di conferenza di servizi – SS.BB.AA nel caso di specie – è inammissibile perché privo di diretta lesività, trattandosi di un atto endoprocedimentale.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Acquisizione gratuita opera abusiva: natura giuridica e autonoma impugnabilità

08 Gen 2025
8 Gennaio 2025

Il TAR veneto ricorda che l’acquisizione gratuita dell’opera abusiva al patrimonio comunale costituisce una "sanzione in senso stretto, distinta dalla demolizione" e che essa è autonomamente impugnabile (rispetto all'ordinanza di demolizione),  in quanto la sanzione dell’acquisizione gratuita dell’immobile abusivo al patrimonio comunale ha presupposti ulteriori rispetto all’ordine di rimozione o demolizione, richiedendosi in particolare l’imputabilità dell’inottemperanza. 

Il TAR rileva che la non imputabilità può risultare ad esempio per una malattia completamente invalidante del soggetto destinatario dell'ordinanza di demolizione.

Post di Dario Meneguzzo - Avvocato

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Cosa deve fare il proprietario incolpevole per non essere soggetto alla acquisizione gratuita dell’opera abusiva

08 Gen 2025
8 Gennaio 2025

Il TAR Veneto chiarisce che il proprietario incolpevole di abuso edilizio commesso da altri, che voglia sfuggire all’acquisizione, come effetto sanzionatorio della inottemperanza all’ordine di demolizione, deve provare la intrapresa di iniziative che, oltre a rendere palese la sua estraneità all’abuso, siano però anche idonee a costringere il responsabile dell’attività illecita a ripristinare lo stato dei luoghi nei sensi e nei modi richiesti dall’autorità amministrativa.

Perché vi siano misure concretanti le “azioni idonee” ad escludere l’esclusione di responsabilità o la partecipazione all’abuso effettuato da terzi, prescindendo dall’effettivo riacquisto della materiale disponibilità del bene, si ritiene necessario un comportamento attivo, da estrinsecarsi in azioni giudiziarie (es. risoluzione per inadempimento, ricorso ex art. 700 c.p.c.), diffide o in altre iniziative di carattere ultimativo nei confronti del conduttore.

Il TAR chiarisce che il fatto che l'immobile sia oggetto di un contratto di locazione a terzi  non è sufficiente per esonerare il proprietario dalla sanzione dell'acquisizione gratuita in caso di inottemperanza.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

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Incostituzionale la legge trentina che richiede la residenza di 10 anni in Italia per le prestazioni in materia di edilizia residenziale pubblica

08 Gen 2025
8 Gennaio 2025

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una legge della Provincia autonoma di Trento, nella parte in cui richiede, per l’assegnazione dell’alloggio a canone sostenibile e per il contributo integrativo del canone di locazione, la residenza in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo.

Post di Fiorenza Dal Zotto – funzionaria comunale

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Note critiche in materia di art. 36-bis d.P.R. 380/2001

07 Gen 2025
7 Gennaio 2025

In merito al 2° aggiornamento della scheda n. 5 sulla riforma cd. Salva casa – pubblicata su Italiaius in data 17.09.2024 – e in particolare con riferimento all’art. 36-bis d.P.R. 380/2001, osservo che, al punto 2.2, viene detto come il Parlamento abbia convertito la norma in modo più rigido, limitando la possibilità di rilasciare la sanatoria con opere ai soli casi di adeguamento alle norme di sicurezza, togliendo invece la possibilità di adeguamenti in materia di efficienza energetica, impianti, ecc.

Ora, nella sanatoria ex art. 36-bis cit. NON è richiesta la conformità edilizia “ad oggi”, ma solo quella dell’epoca di realizzazione dell’abuso: pertanto, nessun adeguamento è richiesto alle norme “edilizie” come lo sono quelle relative all’efficienza energetica e simili.

Quindi il Parlamento non ha reso la norma più rigida, anzi: ha limitato la possibilità per i Comuni di richiedere adeguamenti alle sole norme di sicurezza, ovvero (a quanto pare) quelle strutturali/sismiche. Il che (per carità) non è poca cosa in un territorio come quello Veneto interamente sismico, ma con un po’ di fortuna l’abuso può non aver interessato le strutture, mentre è molto più probabile che abbia interessato le dimensioni dei bagni o dei corridoi (e quindi, problemi con l’adattabilità) o le finestre (che non rispettano i requisiti acustici) o gli impianti. La lettura secondo cui tutte queste norme edilizie debbano essere rispettate non concorda con la previsione normativa di attestare la sola conformità edilizia dell’epoca.

Concordo sul fatto che il rispetto della sola normativa edilizia dell’epoca inneschi rilevanti problematiche sul fronte dell’agibilità: quest’ultima infatti può essere attestata solo con riferimento a quanto dispone la normativa vigente ma, d’altra parte, è probabile che l’immobile sia già dotato di agibilità (attestata o rilasciata all’epoca) e che quindi il tecnico non sia chiamato (o incaricato per) attestarla.

Infine, un esempio che dimostra come il d.l. 69/2024 (come convertito dalla l. 105/2024) possa ingenerare situazioni paradossali.

Sappiamo che le variazioni anche essenziali oggi sono sanabili con l’art. 36-bis cit. quindi, a mente del precedente art. 32 che le elenca, si può sanare quasi tutto: infatti, ad esclusione degli edifici vincolati (per i quali le variazioni essenziali comportano totale difformità), sono consentite sanatorie per aver costruito un edificio tipologicamente, planivolumetricamente e di utilizzo molto diverso (purché non “integralmente” diverso): si immagini una villetta unifamiliare progettata utilizzando tutta la cubatura disponibile, ma realizzata abusivamente con un volume maggiore del 50%. Se oggi è cambiato l’indice di edificabilità (fattispecie abbastanza frequente, come la modifica delle modalità di calcolo del volume) e risulta urbanisticamente compatibile, l’abuso si può sanare con l’art. 36-bis cit. Se invece alla stessa villetta è stato abusivamente aggiunto un ampliamento, anche modesto (come un bagno in più che misura il 10% del volume) in un momento successivo rispetto alla costruzione dell’immobile (quindi non in vigenza del titolo) ma prima della modifica degli indici, non sarebbe sanabile perché ricadrebbe nella fattispecie dell’assenza di PdC e quindi nell’art. 36 d.P.R. 380/2001, soggetto a doppia conformità.

Post dell’arch. Stefano Anzanello – funzionario comunale

Ennesima proroga dei titoli edilizi e dei PUA: neverending story?

07 Gen 2025
7 Gennaio 2025

L’art. 7, co. 2 d.l. 27 dicembre 2024, n. 202 (pubblicato in G.U., Serie Generale n. 302 del 27.12.2024, in vigore dal giorno 28.12.2024), cd. decreto milleproroghe 2024, ha disposto una proroga … della proroga dei titoli edilizi e dei PUA contenuta nell’art. 10-septies, co. 1 d.l. 21/2022, come convertito dalla l. 51/2022, cd. decreto Ucraina-bis (peraltro, l’originaria proroga ivi prevista era stata a sua volta estesa dal d.l. 181/2023, come convertito dalla l. 11/2024).

Per l’effetto, risultano prorogati di trentasei mesi (non più di trenta mesi) i titoli edilizi e i piani attuativi formatisi fino al 31 dicembre 2024 (non più fino al 30 giugno 2024).

Prudenzialmente, si dovrà verificare se la norma verrà confermata o modificata in sede di conversione del decreto-legge.

Quest’ultimo è disponibile al seguente link:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/12/27/24G00227/sg.

Post di Alberto Antico – avvocato

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